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Unrae, urgente rifinanziare incentivi EV. Anfia, situazione industriale sempre più critica. Federauto, fase difficile e controversa

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«I risultati di settembre, con un secondo calo consecutivo delle immatricolazioni, ma una forte crescita delle Bev, evidenziano l'urgente necessità di rifinanziare gli incentivi per la fascia di autovetture con emissioni 0-20 g/Km di CO2, rendendo immediatamente disponibili i 240 milioni di euro di fondi residui degli incentivi 2024». E' il commento di Michele Crisci, presidente di Unrae, ai dati diffusi dal Mit sulle immatricolazioni a settembre che registrano un calo del 10,75%. Inoltre per Crisci “è fondamentale definire al più presto sia la strategia europea per il settore automotive nel suo complesso, sia quella che il Governo italiano intende adottare per accompagnare la transizione con un piano di sostegno pluriennale, per dare certezze a consumatori e imprese nelle loro scelte di acquisto”. “Bisogna partire subito – prosegue Crisci – a lavorare su un tema rilevante che solleviamo da anni: la necessità di una riforma fiscale per le auto aziendali, chiedendo che detraibilità dell'Iva e deducibilità dei costi siano parametrate alle emissioni di CO2 e il periodo di ammortamento sia ridotto a 3 anni; misure che devono essere realizzate tramite i Decreti attuativi della Delega Fiscale”.

«Anche a settembre i volumi di autovetture restano in territorio negativo confermando la fase difficile e controversa che sta attraversando il mercato, in un contesto di generale crisi del settore automotive. La forte incertezza nel processo di elettrificazione allargata, con i veicoli a batteria ancora fuori dalla portata economica di gran parte dei clienti, unita ai ritardi accumulati dall’industria automobilistica italiana ed europea che ha effetti lungo tutta la filiera, sta evidenziando come gli ambiziosi obiettivi imposti con il Green Deal Europeo mettano a rischio la catena del valore e gli equilibri socio-economici e occupazionali del settore». Così Massimo Artusi, presidente di Federauto, commenta i dati comunicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per Artusi, la proposta di un European Automotive Act che prevede la possibilità di riesaminare nella prima parte del 2025, anziché attendere il 2026, il Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle autovetture "è pienamente condivisa. L’auspicio è che l’evidenza della marcata e bassa penetrazione sul mercato dei veicoli a zero e basse emissioni faccia riflettere attentamente i decisori politici a Bruxelles sugli impatti del divieto di vendita dei veicoli endotermici a partire dal 2035 e dell’adozione frettolosa del solo elettrico per la mobilità di tutti. Serve un cambio di passo per arrivare preparati alla deadline del 2035».

«L’andamento negativo del mercato si affianca ad una situazione industriale che diventa sempre più critica». Lo afferma l'Anfia commentando i dati sulle immatricolazioni diffusi dal Mit. «Accogliamo con favore la proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso di anticipare al 2025 le clausole di revisione dei target co2 sia dei veicoli leggeri che dei veicoli pesanti e di adottare un piano europeo automotive, ma la filiera italiana necessita anche di interventi immediati», si legge in una nota. «C’è urgente bisogno di definire misure straordinarie di supporto alle politiche passive del lavoro perché gli strumenti ordinari non sono più sufficienti per molte aziende della filiera, con il concreto rischio di perdita di posti di lavoro», sottolinea l'associazione. «E’ necessario, inoltre, far partire entro inizio 2025 le misure prioritarie identificate e condivise da imprese, sindacati e territori al Tavolo automotive per ridurre i gap di competitività delle produzioni nazionali”.

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Martedì 1 Ottobre 2024 - Ultimo aggiornamento: 20:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA