La Pagani Huayra esposta in Piazza Duomo a Milano

MiMo, lo show dei motori. Milano si propone come capitale italiana dell’automotive. Un bagno di folla lungo 4 giorni

di Giampiero Bottino
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MILANO - La voglia di ripartire esplosa con il declino (speriamo definitivo) dell’incubo Covid ha ridato a Milano il ruolo di polo d’attrazione grazie a eventi che richiamano all’ombra della Madonnina visitatori e addetti ai lavori da ogni angolo del mondo. In questo senso, se il mese di giugno era considerato in un certo senso la “prova del fuoco” (e non solo per il clima torrido e il sole implacabile) per valutare questo ritorno alla normalità, l’esame è stato superato a pieni voti grazie agli appuntamenti che hanno riportato in città la folla delle grandi occasioni: dopo la settimana del design in occasione del Salone del Mobile che ha propiziato il tutto esaurito in alberghi e ristoranti e le successive sfilate della moda maschile si è inserito anche Mimo, il Milano Monza Motor Show che per quattro giorni ha fatto del capoluogo la capitale dell’auto, attirando in città e nella non lontana sede del più famoso autodromo italiano un pubblico magari diverso – meno addetti ai lavori, più appassionati – ma altrettanto competente e forse ancor più numeroso, a conferma che il fascino dell’automobile non è affatto tramontato.

Questo grande Salone all’aperto, organizzato da Andrea Levy come l’analogo evento torinese del Parco Valentino di cui ha raccolto l’eredità, ha registrato ancora una volta la massiccia adesione della case costruttrici – più di 60 espositori – che su un centinaio di pedane uguali per tutti hanno distribuito altrettanti modelli lungo i quasi 2 km che, attraverso il cuore della città, conducono da piazza San Babila al Castello Sforzesco, accanto al quale – in posizione leggermente più defilata rispetto allo scorso anno a causa degli interventi viabilistici decine dal Comune – erano parcheggiate più di 20 vetture, e due motociclette, prenotabili dai visitatori per i test di guida che rappresentano un altro elemento distintivo del Mimo.

Prove che quest’anno erano finalizzate a consentire agli interessati di sperimentare le nuove soluzioni di mobilità, visto che l’intera flotta schierata lungo il fianco del Castello era costituita da vetture ibride o full electric. L’elettrificazione sempre più protagonista del panorama automotive non ha però trascurato le vetture che fanno sognare con i loro rombanti e scalpitanti cavalli, come i 17 pezzi pregiati accomunati dall’etichetta “Supercar in The City”, facenti parte del club 777 Collection fondato nel 2018 dallo stesso Andrea Levy, con il supporto del Museo dll’Automobile di Torino, e dislocate anche in alcune zone esterne al percorso principale come la Dallara Stradale, la Lambo Aventador Ultimate Roadster e la Ferrari 812 Competizione che hanno fatto bella (anzi, bellissima) mostra di sé in via Montenapoleone. 

L’appartenenza a questa collezione era evidenziata dalla presenza di un totem rosso, e le altre supercar – collocate sugli stalli dei rispettivi brand come Pagani, Lamborghini, McLaren, Bentley e Aston Martin – era concentrate soprattutto nella “fetta” di piazza del Duomo compresa tra il fianco della cattedrale e il prospiciente Palazzo Reale, (mentre sul lato opposto c’erano i marchi della galassia Stellantis). Con due miti della carrozzeria italiana – Zagato con la Mostro Barchetta motorizzata Maserati e Touring Superleggera con la Arese Rh95 celebrativa del suo 95° compleanno – posizionati all’estremità opposta della Galleria, nella raffinata e austera eleganza di piazza della Scala. Pur con il suo carattere fuori dagli schemi, il Moma non ha rinunciato ad alcune prerogative tipiche dei saloni convenzionali: la presentazione di novità assolute.

Che a Milano sono arrivate da Macchia d’Isernia, dove il gruppo Dr sembra aver cambiato marcia: dopo aver affiancato al brand originario quello Evo dai connotati più low cost, sembra puntare in alto. E al Mimo ha svelato ben due nuovi marchi: Ickz riservato all’off-road e rappresentato dal K2, un Suv con taglia e aspetto di grande impatto, e Sportequipe che esordisce con ben 5 modelli: la city car elettrica Sportequipe 1, le Sportequipe 5, 6 e 7 che sono tre Suv di dimensioni diverse e il pick-up K.

E c’è stato anche chi quanto a novità ha pensato non solo al prodotto, ma anche al modo di presentarlo. Lo ha ideato Umberto Palermo, dinamico titolare della torinese UP Design che al Mimo ha portato le sue new entry – la Mole Urbana, quadriciclo elettrico configurabile con varie fattezze, ispirato al look delle vecchie carrozze e pronto per essere prodotto nell’ex fabbrica Stola di Orbassano, e la Franca, sportiva a 8 cilindri che avrà il marchio Mole Costruzione Artigianale – rivestendole con un impenetrabile involucro che rendeva necessario, per poterne scoprire le fattezze, collegarsi al mondo parallelo e virtuale del metaverso.

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Sabato 9 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 14:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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