La bellissima Z06 dell'ultima generazione di Corvette

Corvette Z06, dalla pista alla strada:
la più cattiva delle supercar americane

di Nicola Desiderio
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DETROIT - Chevrolet Corvette Z06, eccola qua per il suo debutto proprio a casa, al Salone di Detroit che, a un anno dalla presentazione della C7 vede il lancio della variante tradizionalmente più cattiva e più vicina alla versione da competizione, un accostamento che la casa della croce dorata non ha alcun pudore a ribadire mettendole accanto proprio la C7.R, pronta a scendere in pista nel campionati endurance per riprendersi quel dominio che Aston Martin, Ferrari e Porsche hanno progressivamente eroso negli ultimi anni.

Americanissima: V8 con compressore. La novità principale della Corvette C7 Z06 è nel motore che, per la prima volta, è sovralimentato con compressore volumetrico, come lo era invece solo l’LS9 della ZR1 e ha una cilindrata di 6,2 litri al posto del 7 litri passato agli annali come lo “small block” più grande della storia. Il nuovo V8 siglato LT4 fa tesoro di tutte le novità apparse sull’LS7 aspirato dunque iniezione diretta, variatore di fase continuo e disattivazione dei cilindri a basso carico. Rimangono pilastri inamovibili la distribuzione monoalbero centrale con due valvole per cilindro in titanio azionate da aste e bilanceri ricavati dal pieno, per avere il massimo in termini sia di leggerezza si di resistenza. Nuovo anche il compressore volumetrico Eaton R1740 TVS: più compatto, ha i rotori più corti e leggeri per diminuire l’inerzia, una capacità interna di 1,7 litri, è stato modificato nella fluidodinamica e gira fino a 20.000 giri/min invece dei 15.000 dell’LS9. Il rapporto di compressione è di 10:1, i pistoni sono in alluminio forgiato, lo scarico è in acciaio e alluminio per ridurre il peso e la lubrificazione è a carter secco con pompe di recupero a due livelli di pressione. Il prodotto parla da solo: 466 kW, che corrispondono a 633 cv cavalli secondo le norme DIN, e 861 Nm di coppia.

Anche lei punta sull’8. Nuovo anche il cambio automatico-sequenziale con levette al volante a 8 rapporti siglato 8L90, che ha già debuttato su Cadillac, che affianca il già noto manuale a 7 rapporti. Costruito dalla stessa GM, ha una struttura interna sempre a convertitore idraulico di coppia con 4 gruppi di ingranaggi planetari e 5 frizioni. L’elettronica di controllo è incorporata e studia la situazione di guida 160 volte al secondo per fornire la risposta migliore al guidatore inoltre, grazie all’uso esteso di alluminio e magnesio e alla progettazione avanzata, ha gli ingombri del precedente 6 rapporti, ma ha attriti interni ridotti, è più leggero di 4 kg e consente, a parità di motore, di raggiungere un’efficienza migliorata del 5%. Ma visto che parliamo di una sportiva, secondo i tecnici Chevrolet, ha passaggi di rapporto più veloci di 8 centesimi di secondo rispetto al PDK doppia frizione a 7 rapporti ZF della Porsche 911.

Spalle più larghe e tanti muscoli. Il differenziale è autobloccante a controllo elettronico con frizione multidisco a innesto idraulico, le sospensioni hanno ovviamente gli ammortizzatori magnetoreologici e le ruote sono Michelin Super Sport anteriori 285/30ZR19 e posteriori 335/25ZR20. I freni sono invece Brembo con dischi bimetallici – rotori in ghisa e tazze in lega leggera – da 371x33 mm anteriori con pinze flottanti in alluminio a 6 pistoni e da 365x25mm posteriori con pinze fisse a 4 pistoni. Per ospitare tutto questo bendiddio i parafanghi sono stati allargati in modo significativo: di 56 mm quelli anteriori e addirittura di 80 mm quelli posteriori e quest’ultima modifica ha comportato anche lo spostamento dei gruppi ottici più o meno della stessa quota. Più muscoloso invece il cofano motore anteriore in carbonio con la parte centrale nera in corrispondenza del V8 e più alta per far posto al compressore con il relativo scambiatore.

Over the top. Ma per chi vuole di più c’è anche il pacchetto Z07 che conta prima di tutto su pneumatici Sport Cup e freni a matrice carboceramica con dischi anteriori da 394x36mm e posteriori da 388x33mm con un risparmio di circa 12 kg sulle masse non sospese, a tutto vantaggio dell’efficacia delle sospensioni e dunque del comportamento stradale. Il pacchetto offre anche deviatori anteriori più ampi e un alettone posteriore con la parte centrale regolabile per l’uso in pista. C’è inoltre un ulteriore pacchetto in carbonio che comprende parti nude o verniciate tra cui i deviatori anteriori, pannelli laterali e spoiler posteriore dotato del cosiddetto baffo “wickerbill”. Grazie anche alle altre soluzioni sperimentate sulla C6.R in pista, la Corvette Z06 è l’auto con il coefficiente di deportanza migliore di tutto le auto stradali costruite da General Motors mentre il flusso d’aria dedicato al raffreddamento è cresciuto del 50%.

A capo scoperto. Tutte queste modifiche funzionali hanno un impatto estetico forte che si ritrova anche all’interno. Il volante ha il bordo inferiore piatto mentre per i sedili si potranno avere quelli GT o i Competition Sport da pista, più avvolgenti. In entrambi i casi la struttura è in magnesio, per ridurre il peso. Confermata anche la leva di supporto sulla plancia per il passeggero mentre per i materiali si possono avere pelle Nappa o microfibra scamosciata e per i rivestimenti l’alluminio o il carbonio. Lo stesso duetto di materiali si ritrova nel telaio (alluminio) e nel tetto asportabile in carbonio. Quando è smontato, la nuova Z06 è più rigida del 20% rispetto alla precedente con tetto fisso mentre il vantaggio cresce al 60% con il tetto montato. Ripreso dalla Stingray anche tutto il corredo di elettronica costituito dal launch control, dal controllo di stabilità a tre livelli di intervento, dal controllo di trazione a 5 livelli di intervento fino alle tre modalità di guida selezionabili dal pilota coordinando meccanica e autotelaio per adattarsi ai desideri di chi sta al volante.

Mistero su prestazioni e sul suo arrivo. La nuova Chevrolet Corvette Z06 insomma di annuncia davvero micidiale e accresce il suo mistero non svelando le sue prestazioni che tuttavia appaiono davvero formidabili grazie all’evoluzione globale che ha interessato meccanica, autotelaio e aerodinamica. Resta da capire quando arriverà e – soprattutto – se lo farà anche in Europa dopo l’annuncio dell’abbandono dei nostri mercati da parte di quello che è uno dei singoli brand più venduti al mondo.

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Sabato 18 Gennaio 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 15:33 | © RIPRODUZIONE RISERVATA