
FE, Günther (Ds Penske): «Qui a Monaco gara più veloce al sabato, ma più sorpassi la domenica»
MONTECARLO – Con la vittoria nell'ePrix inaugurale di Jeddah, nella storia prima gara di Formula E con il PitBoost, Maximilian Günther si è praticamente già guadagnato l'ingaggio con la Ds Penske, che non vinceva una gara del mondiale elettrico dal febbraio del 2023, quando Jean Eric Vergne si era imposto nella finora unica prova indiana. Il tedesco è il quinto della generale dopo 5 gare della stagione 11, la prima della Gen3 Evo.
Cosa hai in mente in questo fine settimana?
«Tanto per cominciare sono contento di correre qui, sul circuito di casa».
Perché tu abiti qui: magari vedi anche la pista dal tuo appartamento.
«Da cinque anni e sì, vedo il tracciato. Ho anche delle buone sensazioni per il fine settimana, ti dirò».
Come saranno le due gare?
«La prima sarà veloce e la seconda più lenta. Sabato saranno importanti la posizione di partenza e la qualifica. Poi, naturalmente, nella finestra del PitBoost devi essere bravo, perché possono funzionare sia l'undercut sia l'overcut. Senza contare che l'Attack Mode avrà un'incidenza decisamente superiore a quella dello scorso anno».
E i sorpassi?
«Quelli me ne aspetto di più la domenica, perché la gara sarà sempre sullo stesso numero di giri (29, ndr)».
Una questione di gestione dell'energia: saranno soprattutto cambi di posizione?
«Al sabato non devi pensare a risparmiarla, mentre la domenica la devi amministrare per arrivare in fondo».
Alcuni colleghi, incluso il tuo compagno di squadra Jean Eric Vergne, hanno parlato dei molti contatti che si rischiano a Montecarlo: hai qualche stratagemma per evitarli?
«È nella natura della Formula E che si gareggi anche negli spazi stretti: ci si gioca un mondiale. Bisogna cercare di tenersi alla larga dai rischi, ma non c'è un modo sicuro per evitare i contatti. Puoi provare a giocarti le tue carte in modo intelligente e mirato in determinati momenti, cercando di compiere le scelte giuste. È anche una questione di istinto, ma un sistema sicuro al cento per cento non c'è».
Sei gare in trenta giorni: per chi sono più dure queste settimane?
«Direi per tutti. Sarà un periodo intenso perché non ci sono solo le gare, ma c'è anche la preparazione. È tutto molto compatto, ma è il nostro lavoro e a me piace e mi diverto».
Visto che è la pista di casa, qual è il tratto più suggestivo per te?
«Ce ne sono tanti, ma il settore tre è quello che prediligo perché ci sono la piscina, la Rascasse... In realtà anche in alto al Casino non è mica male».
Anche dopo Miami si discute del pubblico: voi, al volante, vi accorgete della gente o no?
«In gara sei concentrato su ben altre cose, ma prima e dopo la corse è tutta un'altra cosa e poter vedere e andare incontro si tifosi è decisamente bello».
Cosa rende questa gara così speciale?
«La storia, il mito, il glamour: Monaco e il motorsport vanno a braccetto».
Formula 1 o Formula E: il sogno resta sempre la prima o qualcosa sta cambiando?
«Ognuno ha delle aspettative differenti rispetto alla propria carriera: alcuni preferiscono l'IndyCar, altri la Formula 1, Le Mans e la Formula E. Direi che queste sono le quattro serie più in alto nella gerarchia. Personalmente sono estremamente contento di essere dove sono: la Formula E è un campionato del mondo e competere per un titolo iridato è sempre qualcosa di speciale».
Esclusi tu e Jev, chi vedi tra i favoriti per il campionato?
«Credo che Oliver (Rowland, ndr) abbia carte molto buone, ma vedo bene anche Antonio (Felix da Costa, ndr) e Pascal (Wehrlein, ndr)».