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Il Gran Premio di Montecarlo F.1, la 500 Miglia di Indianapolis, la 24 Ore di Le Mans. Sono queste le tre grandi classiche mondiali del motorsport, le corse che anche chi non ama le competizioni a quattro ruote conosce e ne resta comunque abbagliato. Già disputate le prime due, questo fine settimana va in scena la 24 Ore di Le Mans. Benché, dopo il ritiro di Audi e Porsche dalla categoria principe LMP1, parte della bellezza di questa sfida sia scemata essendovi rimasta soltanto la Toyota già dominatrice (facile) nel 2018, rimane la particolarità di una corsa che attrae attorno al tracciato almeno 200mila spettatori. Si corre per 24 ore filate, con tre piloti per vettura. Queste sono divise nelle categorie LMP1, LMP2, GTE Pro e GTE Am. Mediamente, i turni di guida per ciascun pilota sono di 150 minuti, si può quindi capire il grande sforzo che devono sostenere e la grande tensione delle ore notturne. Il circuito è uno dei più lunghi del mondo, 13,6 km, e anche questo contribuisce all’indiscusso fascino che trasmette. Una parte del tracciato è ricavato nell’autodromo permanente di Le Mans, il Bugatti, poi si esce per affrontare strade di uso quotidiano che costituiscono tra l’altro la parte più veloce.
Mercoledì e giovedì si sono svolte le due sessioni di qualifica, anche in notturna, e ovviamente è stata la Toyota Hybrid LMP1 a conquistare la pole. Il giro più veloce lo ha siglato l’ex F.1 Kamui Kobayashi con la vettura numero 7 che dividerà con José Maria Lopez e Mike Conway mentre il secondo posto è per l’altra Toyota. Il crono lo ha siglato un altro giapponese ex F.1, figlio d’arte, Kazuki Nakajima. Sulla sua Toyota saliranno anche Fernando Alonso (vincitore nel 2018) e Sebastien Buemi. Al terzo posto, è stato di soli sei decimi il distacco della prima vettura privata: il russo Egor Orudzhev ha migliorato il riscontro della BR1 by Dallara numero 17 del team SMP Racing. Quarto posto per la Rebellion numero 3, tornata in pista con un motore di scorta dopo il KO della seconda qualifica. Poi Mikhail Aleshin sempre per SMP, e la seconda Rebellion, che con Bruno Senna, altro ex F.1, ha incontrato un problema. Se in LMP2 la pole è andata alla Oreca di Tristan Gommendy del team Graff nella agguerrita classe GTEPro l’ha spuntata la Aston Martin, con la pole ottenuta da Marco Sorensen davanti alla Ford di Harry Tincknell, alla Corvette di Antonio Garcia e alla Porsche guidata da Nick Tandy. Ottavo posto per la prima Ferrari AF Corse: si spera che il passo gara si possa rivelare superiore. In GTE-Am Matteo Cairoli ha continuato a fare il fenomeno, mantenendo la prima posizione con una pole mai in discussione con la Porsche del team che tra i proprietari vede anche l’attore americano Patrick Dempsey. La partenza è prevista sabato alle ore 15.