
24h Le Mans, 18 partenze consecutive per Lietz, 4 vittorie per Buemi, 18 anni e 10 mesi per il più giovane

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LE MANS – L'imprenditore svizzero Thomas Flohr è solo verosimilmente il più ricco partecipante (i “benestanti”, per usare un eufemismo, sono parecchi) alla 93/a edizione della 24h Le Mans (nel 2018 la rivista Fortune aveva stimato il suo patrimonio in 2,3 miliardi di dollari), ma è sicuramente il più anziano. Il pilota che ha sempre e solo preso parte alla gara di endurance con una Ferrari ha 65 anni e 2 mesi e 25 giorni, tre volte e mezzo l'età del più giovane, ossia l'olandese Lin Hodenius ingaggiato dalla Iron Lynx e al volante di una Mercedes Amg (18 anni, 10 mesi e 11 giorni).
La 24h continua a essere una sfida sostanzialmente maschile: su 186 partenti, le donne sono appena 5. Ed è una sfida soprattutto franco britannica, ossia le nazionalità maggiormente rappresentate (34 in totale) con 31 piloti ciascuna al via. Diciannove sono quelli che hanno trascorsi in Formula 1, fra i quali Sébastien Buemi (Toyota), che fra i partcipanti di questa 24h è quello che l'ha vinta più volte: quattro e sempre con la Toyota.
Invece è curioso che, a 31 anni, abbia un passato nella classe regina anche il solo debuttante nella hypercar, che è il tedesco Pascal Wehrlein (Porsche), campione in carica della Formula E. Delle 62 macchine ammesse in griglia, 24 sono nella categoria Lmgt3, nella quale si contano anche 26 esordienti assoluti, 21 nella hypercar e 17 nell'Lmp2 (9 rookie). Con 18 partecipazioni, tra l'altro consecutive (dal 2007 in poi, con cinque successi e tre podi di classe), il 42enne austriaco Richard Lietz (Porsche) è l'iscritto con il maggior numero di partenze alle 24h.
Sébastien Bourdais (Cadillac) è il solo che era già stato in griglia anche nello scorso millennio: la sua prima partecipazione risale al 1999, ma il numero complessivo di presenze si ferma a 17. Il francese, nato proprio a Le Mans, condivide l'abitacolo del bolide numero 38 con Earl Bamber e Jenson Button: tutti e tre sono mancini.