Il podio della 6 Ore del Nurburgring con i vincitori di Porsche che festeggiano

6 Ore del Nürburgring, 3° vittoria stagionale per Porsche. Ad Audi il resto del podio

di Mattia Eccheli
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NÜRBURG – Di nuovo un punto (come a Silverstone), ma non vittorie. Malgrado la pole, Audi si è dovuta accontentare del secondo e del terzo posto alla 6 Ore del Nürburgring vinta dalla Porsche 919 Hybrid numero 1. Per i campioni del mondo in carica Mark Webber, Timo Bernhard e Brendon Hartley si tratta della prima e sospirata affermazione stagionale nel World Endurance Championship, mentre è la terza vittoria stagionale per la Porsche.

Piazza d'onore nella classe regina, la LMP1, che significa anche assoluta, per Lucas Di Grassi,  Loïc Duval e Oliver Jarvis al volante della seconda R18 schierata dalla casa dei Quattro Anelli. “Solo” terzi André Lotterer e Marcel Fässler: “orfani” dell'infortunato Benoît Tréluyer si sono alternati in due al volante. La pole ottenuta sabato dai due ha dimostrato una volta ancora che Audi è competitiva. Sul Ring le vetture non sono state aiutate dalla fortuna, perché quando avevano allungato, una provvidenziale bandiera gialla ha permesso ai rivali di ridurre lo svantaggio. Forse avrebbero potuto osare di più in alcune fasi ed i quasi 54 e 55 secondi di distacco sono ingenerosi circa i reali equilibri in pista.

La gara è stata “tormentata” dalle ripetute bandiere gialle e Porsche, che pure ha portato a casa il terzo successo in quattro gare del WEC, può forse lamentare la penalizzazione inflitta alla seconda vettura, quella dei leader della classifica piloti, cioè Marc Lieb, Romain Dumas e Neel Jani, comunque arrivata quarta. Fra i costruttori, la casa di Zuffenhausen ha allungato ulteriormente.

Toyota, che come gli altri team esibiva un nuovo pacchetto aerodinamico, ha chiuso con i due equipaggi al quinto e sesto posto: Anthony Davidson, Kazuki Nakajima e Sébastien Buemi, i grandissimi delusi di Le Mans, ad un giro dai vincitori, e Stéphane Sarrazin, Kamui Kobayashi e Mike Conway a quattro. Ma al di là dei ritardi, alle due TS050 nipponiche è mancata la competitività: i tempi sul giro non sono stati all'altezza di quelli dei rivali. “Soprattutto nel traffico perdiamo sempre molto tempo”, ha confessato Conway.

Fra i privati dell'LMP1 si sono imposti Alexandre Imperatori, Dominik Kraihamer e Matheo Tuscher che hanno rosicchiato punti alla coppia di testa (Nick Heidfeld e Nicolas Prost ai quali si è aggiunto Mathias Beche al posto di Nelson Piquet jr): entrambi gli equipaggi guidano una Rebellion R-One. Prossimo appuntamento il 3 settembre in Messico.
 

 

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Lunedì 25 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 04-09-2016 01:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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