Marcel Jacobs sulla pista di Monza prova una partenza del 100 metri insieme a bolidi di Formula 1

Gli olimpionici di Tokyo festeggiati dall'Aci a Monza. Jacobs: «Sulla monoposto ero più agitato che per la finale dei 100 metri»

di Alberto Sabbatini
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MONZA - Le sue prime parole sono state interrotte dal rombo dei motori della gara di F2 che scattava in quel momento di metà mattinata. Ma Marcel Jacobs, medaglia d’oro dei 100 metri a Tokyo, non si è scomposto. E ha spiegato con un sorrisino di gioia malcelato: “Per me questo non è un rumore fastidioso, anzi è un sound che ho nel sangue perché tutta la mia famiglia è sempre stata amante dei motori”.

Jacobs, l’eroe di Tokyo è soltanto uno – ma il più rappresentativo – dei 15 atleti italiani che hanno vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi che l’ACI ha inviato a Monza per godersi il Gran Premio d’Italia F1. C’erano tutti o quasi: da Massimo Stano e Antonella Palmisano, oro nella marcia 20 km, ai velisti Banti e Tita, a Dell’Aquila e Busà trionfatori rispettivamente nel taekwondo e nel karaté. E poi c’era “Gimbo” Tamberi, medaglia d’oro nel salto in alto, eccitato come un bambino di fronte a quelle F1 che ha sempre sognato. In passerella anche gli staffettisti della 4x100 Jacobs, Tortu e Patta (mancava Desalu) e i medagliati dell’inseguimento a squadre nel ciclismo, Consonni, Lamon e Milan (assente invece Ganna).

Una bellissima iniziativa dell’Automobil Club d’Italia, voluta dal suo presidente Angelo Sticchi Damiani. “Quando come tutti gli italiani mi sono emozionato in te vedendo i successi alle Olimpiadi ho subito pensato che invitare questi atleti a Monza sarebbe stato il contesto giusto per onorarli, festeggiarli e farli divertire. Così l’ho proposto al presidente del CONI Malagò che ci ha messo meno di un millisecondo per accettare con entusiasmo e portare con sé tutti gli atleti”.

“Monza”, dice Malagò, “è il tempio della velocità e in fondo tutti questi ragazzi qui davanti a voi hanno a che fare con la velocità: non soltanto Jacobs o gli staffettisti della 4x100: velocità sono anche i colpi di karaté che Luigi Busà ha dovuto sferrare con rapidità per vincere, oppure le manovre istantanee compiute da Caterina Banti e Ruggero Tita sul catamarano con cui hanno conquistato l’oro nella vela. La velocità è il denominatore comune di tutti questi atleti ed è bello accomunarli alla festa della F1 qui a Monza”.

Un messaggio di sport e unità: i successi negli sport olimpici e nel calcio hanno trasmesso agli italiani il messaggio che insieme si può vincere.

Al centro dell’attenzione monzese il bi-campione olimpico Marcel Jacobs, che a differenza dei suoi colleghi atleti arrivati in pista soltanto domenica, si è goduto tutto il week end fra box, garages e hospitality Ferrari. Al sabato ha persino simulato dai blocchi di partenza il via di uno scatto da centometrista davanti a tutte le F1 che si preparavano per la Sprint Race. Hamilton, visto il disastro che ha fatto in partenza, avrebbe dovuto imparare da lui come si scatta da fermo! Jacobs ha pure ricevuto in regalo da un appassionato un paio di scarpe del suo sponsor dipinte con l’immagine di Senna, il pilota che storicamente è simbolo stesso della velocità in F1. E gli è pure stato assegnato l’onore di sventolare la bandiera a scacchi davanti al vincitore del Gran Premio. “Sabato quando sono è notato nel rettifilo del tempio della velocità, per me è stato quasi più emozionante che entrare nello stadio di Tokyo per la mia finale dei 100 metri. Mi sono venuti i brividi! E quando mi hanno detto che avrei dovuto simulare la partenza com se fossi ai blocchi dei 100 metri davanti alle macchine ero agitatissimo e stavo sudando perché avevo paura di sbagliare qualcosa. È stata un’emozione incredibile”.

Ugualmente eccitato Filippo Tortu, l’ultimo staffettista di Tokyo che ha regalato e milioni di italiani l’emozione della vittoria nella 4x100. “Tra tutti noi atleti io sono quello che abita più vicino al circuito: sono nato e cresciuto qui a pochi minuti di di distanza dalla pista e il rombo dei motori lo sento spessissimo a casa. Ma trovarmi così vicino alle F1 è un’emozione davvero unica”.

Ma il più ironico è stato Gianmarco Tamberi, un vero istrione della scena. Che ha raccontato un curioso aneddoto: “Questo sound della F1 mi ricorda un momento bellissimo: il giorno prima delle nostre finali a Tokyo, nella stanza del villaggio olimpico, ho giocato a una gara di Formula Uno con la PlayStation proprio contro Jacobs col volume del sound dei motori altissimo e l’ho battuto! Questo rumore mi esalta e mi ricorda quel momento, e chissà che non sia di buon auspicio per altri nostri successi!”.

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Domenica 12 Settembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 13-09-2021 09:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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