L'Audi RS4 mentre danza sulla neve in una delle prove della 20quattro ore delle Alpi

Audi RS4 Avant inarrestabile sulla neve. Superba l’aderenza anche sul ghiaccio, danza fra i tornanti in assoluta sicurezza

di Giorgio Ursicino
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ST MORITZ - Più Montecarlo che Le Mans. Le ore della sfida sono 24, su questo non c’è dubbio, ma l’ambientazione è molto più simile a quella del principe dei Rally piuttosto che a quella della regina delle corse di durata. È inverno e non estate, la notte è lunga e gelida. Se poi ci metti che incontri autentici miti del controsterzo come Fabrizia Pons, Piero Liatti e Dario Cerrato il profumo di rally diventa molto intenso. Che quest’anno sia un’edizione impegnativa si respira nell’aria. Il meteo è di quelli tosti: alla partenza della seconda tappa a Madonna di Campiglio il termometro è sceso sotto i -10°, ma dall’altra parte delle Alpi, sul versante svizzero, i “ricognitori” avvisano che nevica e che sia la scalata che la relativa picchiata del Passo Bernina (Cima Coppi della gara) non saranno affatto una passeggiata.
 

Le vetture, poi, danno il tocco finale, autentiche icone di sportività, supercar in abito lungo che proprio in questi giorni fanno il loro esordio sul mercato (280 km/h, 0-100 in 4,1 secondi). Le signore degli anelli sono in configurazione “massima”, montano cioè gran parte degli optional disponibili che fanno salire il prezzo rispetto agli 87.900 euro indicati sul listino, ma rendono la belva veramente affascinante. Il motore è fra il poderoso e il fantastico; un V6 biturbo 2.9 litri sovralimentato che eroga 450 cv e garantisce una coppia massima di ben 600 Nm (170 in più rispetto al modello precedente) disponibile durante quasi tutto l’arco di utilizzo (da 1.900 a 5.000 giri). Tanta energia viene trasmessa a terra dalla trazione integrale quattro che si avvale del cambio automatico a convertitore dotato di 8 rapporti. L’allestimento è l’exclusive edition Nogaro Blu, ci sono tutti i pacchetti immaginabili il Dynamic e il Dynamic Plus che si portano dietro l’assetto ancora più grintoso, il differenziale posteriore sportivo, le ruote da 20 pollici e i freni carboceramici.
 

Lo scorso anno avevamo avuto come navigatrice Fabrizia Pons, la signora delle note più vincente di tutti i tempi (fra gli altri ha navigato la Mouton, Vatanen e Liatti stesso), la sensazione era che non sarebbe stato facile andare oltre. Quest’anno l’ingrato compito di leggere le note al rallista improvvisato è toccato proprio a Piero Liatti. Sappiamo bene che la maggior parte dei driver ami molto poco fare da passeggero, ma Piero, con grande classe, chiarisce subito: «Non è il mio caso, se mi fido di chi guida sono totalmente a mio agio». Detto fatto, Piero è stato un navigatore più che perfetto, ha eguagliato la sua ex navigatrice Fabrizia: note precise, mai un’indecisione, diversi consigli garbati e tanto rispetto per il povero “autista” che poteva sentirsi sotto esame. Dialogo fitto sulle condizioni stradali, scambio di impressioni sul fondo che cambiava metro dopo metro, con la RS4 sempre in totale controllo, sia su neve che su ghiaccio.
 

 

Eccellente l’aderenza garantita dai Dunlop: aggressivi in frenata, generosi in accelerazione, precisi in traiettoria, senza mai una sbavatura anche quando si scaricava la coppia tutta insieme. Le parole di Liatti suggellano che il percorso è di quelli da ricordare: «I fari nella notte, la neve che scende, l’asfalto che cambia ogni chilometro, mi ricorda proprio il Montecarlo...». Un rally Mondiale che lui ha vinto nel 1997 con la Subaru Impreza, mettendosi alle spalle monumenti come Sainz, Makinen e McRae. Un mito.
 

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Giovedì 15 Marzo 2018 - Ultimo aggiornamento: 16-03-2018 17:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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