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SAKIR - La quarta prova del WEC, World Endurance Championship, ha segnato il ritorno al successo della Toyota TS050 Hybrid. Sul circuito di Sakhir, in Bahrain, si è svolta sabato scorso la classica 8 Ore e il costruttore giapponese ha colto una significativa doppietta. Il successo non è sfuggito a Conway-Kobayashi-Lopez i quali hanno preceduto di 1 giro i compagni di squadra Buemi-Nakajima-Hartley. Dopo le polemiche che si erano creato nel precedente appuntamento di Shanghai, quando la vittoria era andata alla Rebellion, le cose sono tornate (quasi) nella normalità. Ma cosa era accaduto in Cina? La FIA aveva imposto la massima penalizzazione alle Toyota, colpevoli di essere troppo superiori, rallentandole di 2”74 secondi rispetto alla gara precedente del Fuji (vinta con 2 giri di vantaggio proprio su Rebellion) e di oltre 5 secondi rispetto allo scorso anno, con la diminuzione del diametro dei restrittori al flusso di carburante e dell’energia disponibile.
Il circuito di Shanghai, con il lungo rettifilo opposto aveva accentuato la penalità delle Toyota, rendendo alle vetture giapponesi molto difficili i sorpassi nei confronti delle LMP2 (che hanno tutte avuto una velocità di punta maggiore rispetto alle TS050 ibride) e persino nei confronti delle GT. A Sakhir, le cose non sono cambiate più di tanto in quanto la Rebellion ha conquistato la pole con Bruno Senna mentre seconda si è piazzata la Ginetta di Ben Hanley. Le Toyota si sono ritrovate in terza e quarta posizione, sempre costrette a “lavorare” sotto regime. Ma in gara, alla prima curva dopo la partenza, il terzo pilota della Ginetta, Charlie Robertson, ha pensato bene di urtare la Rebellion di Senna (condivisa con Nato e Menezes), lasciando pista libera alle Toyota. Sia la Ginetta sia la Rebellion hanno perso tempo ai box e così le vetture giapponesi sono tornate a dettare legge, seppur penalizzate ingiustamente nelle prestazioni assolute.
Nella classe GTE invece, il successo è andato alla Aston Martin Vantage dei danesi Sorensen e Thiim che hanno battuto la Ferrari di Rigon-Molina: quest’ultimo ha subìto una penalità che si è rivelata decisiva. Rigon, nelle battute finali, ha recuperato il secondo posto superando l’altra Vantage di Lynn-Martin. Quarta la seconda Ferrari affidata a Calado-Pierguidi mentre Bruni-Lietz con la Porsche ufficiale si sono piazzati quinti. Un peccato per il romano Bruni, poleman di classe in qualifica, che ha perso il podio e forse anche la vittoria per una foratura.