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Budget Cap Red Bull, rimandata al 10 ottobre la decisione FIA sull'esito dei controlli

di Massimo Costa
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Tanta rumore per nulla. L'attesa per oggi del verdetto della FIA sull'esito dei controlli riguardanti, team per team, il rispetto del budget cap, non ha prodotto alcun risultato. "L'analisi della documentazione è un processo lungo e complesso, che è in svolgimento, e sarà terminato per consentire il rilascio dei certificati lunedì 10 ottobre". Dunque, tutto rimandato al giorno successivo il Gran Premio del Giappone sul circuito di Suzuka che si svolgerà questo fine settimana. Forse si è volutamente evitata la coincidenza con la gara nipponica per non creare scompiglio, nel caso di decisioni clamorose, nel paddock. Suzuka è la casa della Honda, che fornisce i motori alla Red Bull, il team che assieme alla Aston Martin, secondo le indiscrezioni rilasciate da alcuni team lo scorso weekend a Singapore, sarebbe maggiormente indiziato per non avere rispettato il budget cap.
 
Nella nota emanata
da Parigi c'è anche una critica al tam tam mediatico di questi giorni, che ha tenuto banco a Singapore: "Ci sono state speculazioni infondate e significative, congetture. La FIA ribadisce che, fino a che non saranno finalizzate le conclusioni dei rapporti, non verranno fornite ulteriori informazioni, e che ogni ipotesi che il personale FIA abbia rivelato informazioni sensibili è altrettanto infondato". Il team principal Red Bull, Christian Horner, aveva minacciato addirittura azioni legali per diffamazione. Una tesi sostenuta da molti nel paddock, comunque, è che lo scoppio del caso sia stato orchestrato da Ferrari e Mercedes, le principali rivali della Red Bull. E figura chiave viene considerata Shaila-Ann Rao, ex legale di Toto Wolff e della squadra di Brackley, diventata da giugno segretaria generale FIA per il motorsport. Una carica potentissima, seppur ricoperta al momento ad interim, e di cui la concorrenza aveva ravvisato possibili conflitti di interessi quando vennero diramati i provvedimenti anti porpoising.

Secondo fonti inglesi, sia Red Bull sia Aston Martin avrebbero compiuto solo "violazioni minori", sforando il budget cap di una soglia inferiore al 5 per cento. Rapportati al limite di 145 milioni di dollari imposto per lo scorso campionato, sarebbero circa 7,3 milioni. Le sanzioni sarebbero quindi più lievi, con la possibilità di detrazione di punti in classifica, sospensione per una o più gare, oppure una riduzione dei test (in pista o in galleria del vento) o del futuro budget cap. Di certo, è una partita in cui la F1 e la FIA si giocano una enorme fetta di credibilità

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Mercoledì 5 Ottobre 2022 - Ultimo aggiornamento: 06-10-2022 17:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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