L'esultanza del team Mercedes F1

Epopea Mercedes, conquista il sesto titolo costruttori consecutivo eguagliando la Ferrari

di Massimo Costa
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SUZUKA - Una leggenda. Domenica scorsa a Suzuka, la Mercedes ha conquistato per la sesta volta consecutiva il Mondiale riservato ai costruttori. Nella lunga storia della F1, soltanto la Ferrari era riuscita a raggiungere un così importante obiettivo, dal 1999 al 2004. Ma con una mancanza: infatti, il team di Maranello nel 1999 si fece sfuggire il campionato piloti, andato a Mika Hakkinen con la McLaren-Mercedes. La squadra di Toto Wolff invece, in questi sei titoli iridati costruttori ha sempre aggiunto il fiore all’occhiello della vittoria nel Mondiale piloti. Un’epopea iniziata nel 2014 e conclusasi (almeno per ora) al 2019. Con Lewis Hamilton che ha portato a casa quattro campionati, uno Nico Rosberg. Ne manca uno? No… perché il campionato 2019 andrà a uno dei due piloti Mercedes, o Hamilton o Valtteri Bottas. Ma ovviamente, la bilancia pende verso il pilota britannico, a un passo dal far suo il sesto mondiale in carriera. Uno in meno di Michael Schumacher.


"Quando abbiamo iniziato l'avventura, sei o sette anni fa, volevamo vincere con più frequenza le gare e poi lottare per il Mondiale. Non avremmo mai creduto che fosse possibile tutto questo", ha ammesso il team principal Toto Wolff. Il dominio del marchio tedesco è scattato insieme al debutto dei motori turbo-ibridi, nel 2014, e solo dal 2017 è emersa una vera avversaria, la Ferrari. Nelle due stagioni precedenti la Rossa ha più volte messo in difficoltà i campioni in carica, pagando alcuni errori ed inconvenienti nelle fasi chiave. Dall'altro lato, è giusto evidenziarlo, alla Mercedes non è mai mancata un'insaziabile fame agonistica che, alla resa dei conti, le ha sempre consentito di avere la meglio. Quest'anno è andata un po' diversamente: la Ferrari è partita incespicando, la Mercedes è stata una macchina da guerra, con 5 doppiette nei primi 5 Gran Premi e 8 vittorie nei primi 8 round. A un certo punto, si credeva (o "temeva") nell'en-plein, impresa sfiorata dalla McLaren del 1988. Solo dall'estate Red Bull e Ferrari hanno rotto l'egemonia, acchiappando in totale 5 successi, ma troppo tardi per scardinare il vantaggio accumulato dalla casa della Stella.

"Anche noi abbiamo avuto i nostri momenti difficili, ma ne siamo sempre venuti fuori", ci ha tenuto comunque a precisare Wolff. Uno su tutti, la morte di Niki Lauda, autentico faro nel ruolo di vicepresidente non esecutivo. "È stato una parte fondamentale sin dall'inizio, sentiamo la sua mancanza. Penso a lui ogni giorno e fatico ancora a credere che non sia più qui, chiedendomi quali sarebbero state le sue parole . Adesso, probabilmente, ci avrebbe detto "congratulazioni per il sesto titolo, ma avete una sfida per l'anno prossimo". Era il suo modo per assicurarci che non ci saremmo rilassati". Il tre volte iridato è scomparso alla vigilia di Montecarlo, da allora la livrea delle W10 lo ha sempre onorato: nella gara del Principato con l'Halo dipinto di rosso, il colore del suo celebre cappellino, poi con una piccola stella rossa sul cofano e con il suo autografo sul musetto. Perché, come ribadito in modo affettuoso da Wolff, su questa epopea c'è anche la firma di Lauda. E nel 2020, con regolamenti tecnici praticamente invariati, vien da pensare che la Mercedes possa spingersi addirittura oltre, a 7 titoli di fila. Così da onorare la frase che Niki non ha avuto il tempo di pronunciare.

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Mercoledì 16 Ottobre 2019 - Ultimo aggiornamento: 17-10-2019 10:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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