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JAKARTA – In questo fine settimana la Formula E torna in Indonesia. È la seconda volta che il mondiale elettrico – il primo secondo i parametri di sostenibilità fra i campionati organizzati sotto l'egida della Federazione Internazionale dell'Automobile – fa tappa a Jakarta, la capitale, che conta oltre 10 milioni e mezzo di abitanti. L'esordio era avvenuto con successo nel 2022, quando si era imposto Mitch Evans (Jaguar Tcs) davanti al poleman Jean Eric Vergne (Ds Penske). Già alla seconda apparizione nel calendario, la metropoli è stata “premiata” con un doppio ePrix.
Il fuso orario non costringe gli appassionati a particolari levatacce, dato che sia sabato sia domenica si corre tra le 10 e le 11 del mattino italiano, verosimilmente sempre a temperature molto elevate e con significativi tassi di umidità. Una prova impegnativa per i piloti in pista, ma anche per i tecnici ai box, oltre che per le batterie e altre componenti delicate delle monoposto Gen3. Uno dei grandi interrogativi sportivi riguarda la serie positiva dei piloti neozelandesi che hanno vinto le ultime 4 gare di fila. Evans quella di San Paolo e la prima di Berlino e Nick Cassidy (Envision, scuderia cliente del costruttore britannico) la seconda della capitale tedesca e quella di Monaco, grazie alla quale si è issato al comando della classifica generale assoluta.
L'altro grande tema è se i piloti della Tag Heuer Porsche (e le monoposto della casa tedesca) riusciranno a tornare protagonisti: nella prova di Montecarlo la scuderia ha raccolto appena un punto. I primi quattro posti della graduatoria a squadre sono occupati da team motorizzati Jaguar (la Envision è prima a quota 182 e la squadra ufficiale è terza con 156 punti) o Porsche (il team tedesco è secondo a 13 lunghezze dalla vetta e la Avalanche Andretti è quarta a 119). In griglia ci sono due novità: lo spagnolo Roberto Merhi al volante della monoposto Mahindra dopo l'addio di Oliver Rowland alla scuderia e il tedesco David Beckmann al volante del bolide della Andretti in sostituzione del connazionale Andrè Lotterer che si è concentrato sulla sfida di Le Mans.
Oltre che sui citati piloti kiwi, i fari sono puntati su Pascal Wehrlein e Antonio Felix da Costa, ma anche su Jake Dennis (Andretti) e su Vergne. In Formula E può succedere di tutto, come dimostrano i sei vincitori diversi di queste prime 9 gare e Maserati continua a sperare su una gara convincente e meno sfortunata dei suoi due piloti: Edoardo Mortara, ad esempio, lo scorso anno aveva chiuso sul podio a Jakarta. Per non rendere le cose troppo facili alle scuderie, l'ePrix di sabato sarà su 36 giri, ossia poco più di 85,3 chilometri, mentre quello di domenica avrà due tornate in più (oltre 90 km) e impone ai “muretti” di studiare strategie differenti. Il circuito semi permanente ha 18 curve con un rettilineo di 600 metri.