Lewis Hamilton festeggia la vittoria sul podio di Singapore

Hamilton chiude i giochi, vince anche a Singapore e allunga in classifica. Vettel 3° ora è a 40 punti

di Giorgio Ursicino
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SINGAPORE - Si spengono le luci di Singapore, per il Cavallino la calda notte orientale diventa triste e buia. Doveva essere un circuito amico, la pista dove iniziare la riscossa per riportare il titolo mondiale a Maranello dopo un digiuno di oltre dieci anni. Invece non è andata come doveva e a dominare per la terza volta di fila fra i palazzi della ricca metropoli è stata una Mercedes.
 

 

Se lo scorso anno fu l’arrembante partenza dei piloti a far svanire i sogni di gloria spianando l’autostrada ad Hamilton, quest’anno non ci sono tante scuse. Vince di nuovo il formidabile inglese che allunga in classifica e si conferma un campione straordinario. Quello che più preoccupa, però, e che la Freccia d’Argento dell’inglese ha fatto vedere di essere in grande forma anche su un tracciato in cui nelle precedenti stagioni non si era trovata del tutto a proprio agio.

Dopo la velocissima Monza la W09 di Stoccarda ha dato l’impressione di essere in grado di sfruttare al meglio le varie mescole delle gomme Pirelli pure su un salotto cittadino. E questo non è un buon messaggio per chi deve recuperare 40 punti e si trova davanti una montagna come il quattro volte campione del mondo britannico. La gara è stata senza storia tanto da sembrare noiosa. In realtà l’altro fenomeno Max Verstappen non ha mollato fino in fondo ed ha chiuso a meno di dieci secondi da Lewis, mentre Sebastian si è arreso prima ed ha tagliato il traguardo 40 secondi dopo la Stella. A Singapore molti aspetti possono incidere sul risultato. C’è da prestare attenzione al consumo e l’impianto frenante è molto sollecitato, più di qualche vetture ha dovuto fare i conti con questi problemi. La cavalcata poco trionfale del Cavallino rispetto alla Mercedes sembra però più causata dal differente sfruttamento degli pneumatici: la Rossa non è riuscita (forse né il qualifica né in corsa) ad utilizzarli come la Grigia ed il ritmo di gara non è stato all’altezza.

Questo ha messo pressione al team spingendolo verso strategie meno scontate e, soprattutto, a Sebastian che non ha commesso errori ma, forse per la prima volta quest’anno, è apparso rassegnato. Quando si è spento il semaforo Hamilton ha sfruttato al meglio la pole e si è infilato in testa nella prima curva. Anche Sebastian è scattato bene ed ha affiancato Verstappen all’esterno, ma il giovane olandese ha tenuto giù conservando la seconda posizione che aveva in griglia. Come già avvenuto in passato, le due Force India di Perez e Ocon si sono prese a ruotate con il francese che ha avuto la peggio e per togliere i rottami è stato necessario l’ingresso della safety car.
Prima che le posizioni venissero congelate, però, Seb aveva preso la scia di Max ed era riuscito a scavalcarlo. Quando la gara è ripresa i primi hanno mantenuto le posizioni, ma Lewis ha iniziato ad allungare. Al muretto Ferrari hanno deciso di rompere gli indugi e al 14° giro hanno richiamato Seb montandogli le ultrasoft. La Mercedes non ha fatto come a Monza lasciando Lewis in pista più a lungo, ha immediatamente risposto al pit montando sulla Freccia le più “solide” soft gialle e rimandando Hamilton in pista davanti alla Ferrari.

Sebastian si è trovato alle spalle di Perez e non ha potuto sfruttare al meglio le performance delle gomme più morbide tanto che quando si è fermato Verstappen (ha montato le soft come Lewis) la Red Bull si è ripresa la seconda posizione di un soffio (i due si sono sfiorati). Da lì posizioni congelate fino al traguardo anche se Raikkonen e Ricciardo hanno ritardato lo stop. La prima guida della Mercedes ha corso da maestro utilizzando perfettamente le Pirelli gialle; Sebastian non ha mai attaccato e nel finale ha tirato i remi in barca poiché aveva gomme più “delicate” e con più giri sulle spalle rispetto ai primi due. Ai piedi del podio, molto vicini fra loro, Bottas, Raikkonen e Ricciardo, mentre a vincere il “gran premio degli altri” è stato Fernando Alonso che ha guidato la sua scialba McLaren-Renault come un leone riuscendo a precedere Sainz, Leclerc e Hulkenberg, un’Alfa Romeo nella morsa di due Renault.
 

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Lunedì 17 Settembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 18-09-2018 12:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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