Daniel Ricciardo

La parabola discendente di Ricciardo: da candidato alla vittoria nel Mondiale a riserva

di Massimo Costa
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Per la prima volta dal 2011, il prossimo anno non vedremo su uno schieramento di partenza del Mondiale F1 Daniel Ricciardo. Sarà dietro le quinte, nel box Red Bull, dove ricoprirà il ruolo di riserva e di pilota di sviluppo al simulatore. Sperando magari, che si presenti l'occasione per rimpiazzare in qualche Gran Premio Max Verstappen o Sergio Perez se per vari motivi saranno indisponibili. Un epilogo triste quello del 33enne pilota australiano, che soltanto pochi anni fa era tra i possibili candidati a divenire campione del mondo con la Red Bull.

E invece, dal team diretto da Christian Horner se ne è andato sbattendo la porta dopo aver capito, e vissuto sulla propria pelle, che ormai la squadra era tutta e soltanto per Verstappen. Col senno di poi, una scelta sbagliata quella di Ricciardo, approdato per due anni in Renault e poi per altre due stagioni in McLaren. Chissà cosa sarebbe accaduto se fosse rimasto in Red Bull, che lo aveva allevato fin dalla Formula Renault 2.0 accompagnandolo poi nella F3 inglese e in World Series Renault 3.5: “Non la vedo così, perché niente era sicuro all'epoca", racconta Daniel al broadcast della F1 Beyond the Grid. "Se fossi rimasto con loro negli ultimi quattro anni, potrei dire che avrei avuto più podi di quanti ne ho avuti con Renault o McLaren? Beh, sì alla luce dei fatti posso dire che ne avrei conquistato di più“, ammette Ricciardo, ma senza rimpianti.

“Ovviamente in quel momento mi sentivo che era giusto per me cambiare team. Avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di allontanarmi dall'ambiente Red Bull. Se avessi continuato con loro, quella voglia sarebbe cresciuta? Sarei diventato, diciamo, più o meno felice, o altro? Non è certo che sarebbe stato fantastico se fossi rimasto. Non mi guardo indietro per dire 'ehi amico, non avresti dovuto andartene'. Ma, naturalmente, posso essere onesto con me stesso e ammettere che ho scommesso un po'...".

Ricciardo è entrato in F1 nel 2011 partecipando alle prove libere con la Toro Rosso (oggi Alpha Tauri) in otto weekend, poi a partire dal GP di Gran Bretagna di quella stagione, Helmut Marko ha deciso di portarlo al debutto con un team esterno al gruppo Red Bull, la spagnola HRT, piccola realtà che in F1 è rimasta pochi anni. Si è liberato un sedile in HRT e così Marko ha colto al volo l'occasione permettendo a Ricciardo di apprendere i meccanismi della F1 mentre partecipava anche al campionato di World Series Renault 3.5. Nel 2012 il passaggio in Toro Rosso in cui è rimasto anche nel 2013, anno che lo ha visto ottenere due settimi posti.

Poi, nel 2014 l'ingresso in Red Bull e subito il deciso cambio di passo: tre vittorie, tanti piazzamenti e soprattutto il terzo posto finale nella classifica iridata dietro alle due imprendibili Mercedes di Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Ricciardo aveva battuto il compagno di squadra Sebastian Vettel, quinto in campionato e che arrivava da quattro mondiali vinti consecutivamente. Per Daniel, una sorta di incoronazione. Con Vettel trasferitosi in Ferrari nel 2015, e rimpiazzato da Daniil Kvyat, Ricciardo è divenuto la punta di diamante della Red Bull. Ma la power unit Renault non si è dimostrata efficace come la stagione precedente e Ricciardo ha concluso il campionato in ottava posizione, con zero vittorie all'attivo, e per di più preceduto dal nuovo compagno di squadra. 

Nel 2016, Ricciardo è tornato a essere protagonista e nonostante un solo successo, ha terminato nuovamente terzo nel Mondiale alle spalle dei due piloti Mercedes. Ma intanto è accaduto qualcosa di importante nel team Red Bull. Kvyat è stato scaricato dopo poche gare e al suo posto Marko ha promosso Verstappen, che era in Toro Rosso dal 2015. E l'olandese, nella sua prima gara con la Red Bull, in Spagna, ha subito vinto, unico suo successo di quella stagione. Inizia nel 2017 un duro dualismo tra Ricciardo e Verstappen, ma l'australiano la spunta risultando quinto con 200 punti e una vittoria, Verstappen invece è sesto con 168 e due primi posti.

L'anno seguente, Ricciardo parte forte, due vittorie nei primi sei Gran Premi, poi poco o niente, neanche un podio nelle successive gare. Tanti ritiri, situazioni complicate con Verstappen come l'incidente di Baku, in cui il team si guarda bene dall'accusare Max, reo di una pessima manovra. Ricciardo ha capito che ormai Verstappen è il favorito della Red Bull, e quando Marko dichiara che l'olandese sarà il pilota che riporterà la squadra di Milton Keynes a vincere un Mondiale, ecco che Daniel comincia a guardarsi attorno per cambiare squadra.

E trova la Renault che gli offre un contratto di due anni notevole: 20 milioni a stagione: "Sono convinto che il mio periodo in Renault sia stato molto positivo e il 2020 è stato un anno in cui ho guidato molto forte riportando il costruttore francese sul podio in F1. Ne vado molto orgoglioso". Ricciardo dopo numerosi piazzamenti a punti era riuscito a conquistare la terza posizione al Nurburgring. Ma in quel 2020, Daniel aveva iniziato il campionato da separato in casa avendo firmato con la McLaren per il 2021 ancora prima che partisse la prima gara 2020.

Anche in questo caso, faraonico contratto, sempre 20 milioni a stagione, ma poche soddisfazioni vere se non la sorprendente vittoria a Monza 2021. Per il resto, Ricciardo è stato praticamente costantemente battuto dal compagno di squadra Lando Norris tanto che nel 2022 l'inglese ha ottenuto 122 punti e Daniel appena 37. "Portare la McLaren alla vittoria dopo tanti anni per me è stato il massimo, ma con loro tante cose non hanno funzionato e ho faticato sempre ad esprimermi al meglio con quella vettura. Ancora oggi non capisco perché. Mi dispiace per questo, ma è stata una sfida che ho accettato e non è andata bene come speravo". E intanto la Red Bull, come predetto da Marko in tempi non sospetti, è tornata campione del mondo con Verstappen per due anni consecutivi...

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Giovedì 29 Dicembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 01-01-2023 10:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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