Verstappen contro Hamilton all'atto finale: ad Abu Dhabi si decide il Mondiale

Verstappen contro Hamilton all'atto finale: ad Abu Dhabi si decide il Mondiale

di Massimo Costa
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“Facile vincere con quella Mercedes”, disse Max Verstappen nel 2019 riferendosi a Lewis Hamilton. L’inglese sette volte campione del mondo faceva spallucce, volteggiando là davanti a tutti, mentre il ragazzo olandese si era già fatto la nomea dello sbruffoncello che non rispettava nessuno. Dal compagno di squadra Daniel Ricciardo nel periodo 2016-2017, ai ferraristi Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen quando incrociavano le ruote. Incidenti, contatti, litigate, offese. Hamilton accumulava mondiali, Verstappen non se ne curava. Prima o poi arriverà il mio momento, lasciava intendere. E questo è finalmente arrivato. Domenica si deciderà chi sarà il campione del mondo tra il pluri iridato e quel ragazzo che era certo di potersi trovare in questa posizione, prima o poi. Un duello feroce, cattivo, che rimanda a quello storico tra Ayrton Senna ed Alain Prost nella fine degli anni Novanta. Ma come si è arrivati a questo punto, con Verstappen ed Hamilton a pari punti (369,5) alla vigilia della 23esima gara finale di Abu Dhabi? Roba che non si verificava dal 1974, quando Emerson Fittipaldi e Clay Regazzoni giunsero alla corsa conclusiva di Watkins Glen (all’epoca i GP in calendario erano 15) appaiati in prima posizione nella classifica. Per la cronaca, quel mondiale lo vinse il brasiliano della McLaren, lo svizzero della Ferrari dovette cedere per problemi tecnici.

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La rivalità di Hamilton e Verstappen

Piano piano, nel corso delle ultime stagioni, la Red Bull è cresciuta, sono arrivate le prime vittorie, poi la svolta si è verificata col passaggio dalla power unit Renault a quella Honda nel 2019. Questa stagione non avrebbe dovuto offrire alcun terremoto ed era prevista la consueta passeggiata Mercedes: il congelamento degli sviluppi delle monoposto del 2020, per contenere i costi causa crisi derivata dal Covid-19, lasciava prevedere un altro campionato dominato dalla Mercedes. Ma una lieve modifica imposta dalla Federazione a tutte le vetture, il taglio del fondo nella zona posteriore, ha stravolto i valori in pista. Le W12 tedesche si sono trovate improvvisamente in difficoltà nel trovare il giusto compromesso con le gomme (leggi mandarle in temperatura nei momenti topici delle gare e delle qualifiche) mentre la Red Bull ha tratto qualche vantaggio e si è trovata clamorosamente in grado di poter combattere ad armi pari, se non risultare addirittura superiore, all’armata diretta da Toto Wolff. Inoltre, Adrian Newey, ingegnere Red Bull che ha fatto la storia della F1 per la sua genialità, nel ristretto limite delle regole per quanto riguarda l’aerodinamica, è riuscito a fare la differenza. E così, Verstappen ha cominciato a sfidare Hamilton ruota a ruota. Un confronto che immediatamente è divenuto rovente. L’olandese ha un modo tutto suo di intendere la lotta, la bagarre. Fin dal karting, lui è stato un pilota che non mollava mai, a doverlo fare era l’avversario che stava sfidando. A costo di creare incidenti. Come detto sopra, per questo suo modo di gareggiare è spesso finito nel ciclone delle critiche e dei commissari sportivi, poi ha cambiato atteggiamento imparando a gestire meglio le gare, ad alzare il piede per non rischiare troppo in certe occasioni. Ma nel duello con Hamilton, Verstappen ha rispolverato le armi messe nel cassetto ed ha cominciato di nuovo a sparare ad alzo zero. Numerosi sono stati i confronti ravvicinati tra i due, con Hamilton che ha sempre fatto la parte di quello che ragiona, evitando l’incidente come in Bahrain o a Imola.

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Il duello

Ma a Silverstone, durante un epico duello che stava mandando in visibilio il pubblico britannico tutto per il suo beniamino, si è verificato un durissimo contatto causato da Hamilton, che ha spedito Verstappen contro le protezioni a oltre 250 orari. Dopo qualche momento di spavento, l’olandese è uscito dalla sua Red Bull completamente distrutta ed è stato in ospedale in osservazione per diverse ore. Hamilton è stato penalizzato per quella manovra (non voluta, si era trattato di un errore nell’impostare la traiettoria), ma ha recuperato e vinto. Verstappen e il suo clan non l’hanno presa bene e quello è stato un momento di rottura nel rapporto tra i due. “Festeggiava mentre ero all’ospedale”, si lamentava Max. “Festeggiavo perché avevo vinto e sapevo perfettamente che le sue condizioni erano eccellenti”, aveva risposto piccato Lewis. Da quel giorno i due hanno nuovamente lottato fianco a fianco e a Monza, Verstappen durante un altro duello furioso è letteralmente finito con la sua Red Bull sopra la Mercedes. Ritiro per entrambi e via ad altre polemiche con Verstappen che nelle prove libere di Austin, nel GP degli USA, ha sfidato Lewis. Il quale ha reagito infilandolo con una staccata delle sue e si è preso il dito medio dall’olandese.

Dopo Austin e il GP del Messico vinti entrambi da Verstappen, pareva difficile per Hamilton riuscire a risorgere, staccato di ben 19 punti. Ma nelle difficoltà, l’esperienza, la freddezza, la determinazione del pilota britannico, emerge sempre. E così in Brasile, da ultimo nella gara sprint ha rimontato fino al quinto posto, poi nel Gran Premio vero, da decimo ha recuperato fino alla vittoria lasciando di sasso Verstappen, che comandava la gara e lo aveva anche spinto nella via di fuga quando Hamilton ha tentato il primo sorpasso. Lewis ci ha poi riprovato mettendo a segno una manovra splendida e un successo memorabile. A cui sono seguiti anche quello del Qatar e dell’Arabia Saudita. Una tripletta inattesa, con Verstappen sempre secondo, che ha permesso ad Hamilton di affiancare il pilota Red Bull in classifica. A Jeddah, domenica scorsa, è accaduto di tutto tra questi due grandi campioni. Sorpassi, contatti, litigi ai box tra i team principal di Mercedes e Red Bull. Tensione a mille.

L'atto finale

Ed ora, eccoli qua che si giocheranno il mondiale all’ultima gara. La FIA ha fatto sapere a entrambi che se uno dei due dovesse vincere il campionato con una manovra oltre il limite e che penalizza l’altro, interverrà per togliere dei punti in classifica al “cattivo”. Un avviso ai naviganti, insomma. Se vincerà Hamilton, entrerà nella storia mietendo un altro record dopo quelli delle vittorie e delle pole: l’ottavo titolo, allungando su Michael Schumacher che come lui ne ha vinti sette. Il 36enne inglese è in F1 dal 2007, ha partecipato a 287 Gran Premi, ne ha conquistati 103, e in precedenza aveva dominato la GP2 e prima ancora la F3. Un talento puro cresciuto in una famiglia normale, con il padre che per permettergli di correre in kart svolgeva ben quattro lavori. Fenomeno nel kart, Hamilton ha trovato in fretta chi gli ha permesso di proseguire la carriera pagandogli gli ingaggi nei campionati di formula. Verstappen di anni ne ha 24, ma è in F1 da ben otto stagioni avendovi debuttato da minorenne nel 2014. Un record. Campione del mondo nel karting, Max ha disputato una sola stagione nelle categorie propedeutiche, la F3, passando subito in F1 per volere della Red Bull che non se lo è fatto scappare. Nella storia, soltanto Kimi Raikkonen fece un salto del genere. Praticamente, l’esperienza Verstappen se l’è fatta in F1, con la Toro Rosso. A oggi ha disputato 140 Gran Premi e ne ha vinti 19. Suo padre, Jos, è stato pilota di F1 tra il 1994 e il 2003 conquistando due terzi posti con la Benetton nell’anno del debutto. Ma non mantenne le promesse e si trovò a navigare con team di centro classifica. Con il figlio, ha trovato il riscatto…

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Sabato 11 Dicembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 06-01-2022 10:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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