Nella foto, la Red Bull con sulle ali anteriori le scritte dello sponsor di criptovalute

Le aziende di criptovalute sono il nuovo Eldorado della F1: sponsorizzano otto team su dieci, ma non mancano le polemiche

di Massimo Costa
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C'era un tempo in cui i team della F1 rincorrevano i grandi produttori di tabacco, a caccia di sponsorizzazioni. E lo facevano con un certo successo. Poi, quando è stato vietata, in tutti gli sport, la pubblicità relativa alle sigarette, si sono cercati altri canali. Oggi, l'obiettivo è un altro, ben chiaro: le criptovalute. Otto team su dieci ricevono un supporto economico da queste entità. A parte Haas e Williams, tutte le altro hanno sponsor che operano nel mondo delle monete virtuali. C'è poi la Crypto.com che non solo appare sulle due monoposto del team Aston Martin, ma è divenuto anche lo sponsor dell'intero Mondiale F1 grazie a un accordo con Liberty Media. E il team che ha vinto il campionato piloti 2021 con Max Verstappen, la Red Bull, si è assicurata 150 milioni di dollari spalmati su tre anni dopo aver siglato un faraonico contratto con la ByBit.

Ma non mancano le polemiche. Le criptovalute restano poco regolamentate, aprendo a usi illegali, e il cosiddetto "mining", cioè il processo che crea la moneta digitale, richiede grande consumo di energia. Un aspetto che cozza con il desiderio del Circus di essere più efficiente e rispettoso dell'ambiente, non solo con le power unit. E i team come rispondono? "Non si può ignorare la tecnologia moderna, questo è un settore che crescerà. In dieci anni gli attuali sistemi di pagamento saranno il passato, ecco perché ci sono le criptovalute, e per questo sono diventate attori importanti nel settore finanziario, cercando visibilità in F1", è l'opinione di Toto Wolff, boss Mercedes. "È qualcosa che non si può fermare".

Almeno qui, dopo le tante tensioni in pista del 2021, il suo omologo Christian Horner della Red Bull è d'accordo. "Il mondo si sta evolvendo", sostiene, così come Laurent Rossi, amministratore delegato Alpine, rimarca: "C'è un universo digitale che offre nuove possibilità, il bicchiere può essere visto mezzo vuoto o mezzo pieno. Io sono a favore, mostra come la F1 sia all'avanguardia e rilevante per il pubblico". L'idea, anzi, è che la categoria regina dell'automobilismo possa dare il suo sostegno nel ridurre l'impatto energetico delle criptovalute. "Prendiamo la questione della sostenibilità in modo molto serio e stiamo valutando tecnologie per migliorare", ha confermato Horner, mentre Franz Tost dell'AlphaTauri già fa notare: "Non tutte le piattaforme elettroniche usano gli stessi sistemi di mining".

C'è un generale ottimismo insomma, persino eccessivo, ma motivato ovviamente da munifici accordi. Saggio che Andreas Seidl, team principal McLaren, abbia concesso almeno una riserva: "Siamo aperti a questi brand che vogliono usare la F1 per promuoversi, se nel modo giusto". Chissà quanto durerà la luna di miele, però. Iqoniq, ex partner di Alfa Romeo, Williams e McLaren, a gennaio è andata in fallimento lasciando a mani vuote chi ne possedeva i token. A differenza delle sigarette, quantomeno, le criptovalute non sono prodotti lesivi della salute. Ma sarebbe ingenuo fermarsi qui e non valutarne tutte le implicazioni.

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Mercoledì 9 Marzo 2022 - Ultimo aggiornamento: 10-03-2022 10:31 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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