Hamilton festeggia la vittoria a Monza

La lezione di Hamilton, vince a Monza dopo una gara perfetta. Vettel 4° sbaglia ancora: ora è a -30 in classifica. Raikkonen 2°

di Giorgio Ursicino
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MONZA - Niente trionfo rosso, per il quinto anno di fila il cielo di Monza si tinge di grigio. A dominare il Gran Premio d’Italia per la quinta volta nella sua carriera, la quarta nell’ultimo quinquennio dell’era ibrida, è il campione del mondo Lewis Hamilton al volante della formidabile Freccia d’Argento. La Stella di Stoccarda ha un feeling straordinario con questo tracciato dove serve potenza ed efficienza per correre veloci senza consumare troppo e, soprattutto, salvaguardando le gomme in modo da effettuare un solo pit stop. Per i tifosi del Cavallino è un cazzotto nello stomaco poiché se lo scorso anno la batosta era nell’aria dopo qualifiche parecchio tribolate sotto il diluvio, in questa occasione la SF71H aveva fatto vedere di essere la monoposto migliore anche nell’affascinante circuito del Parco, il più antico e veloce dell’intero Campionato. Forse era solo un’apparenza, o quantomeno la superiorità non era così netta; fatto sta che King Hamilton ha sfruttato come al solito al meglio qualsiasi spiraglio per sedersi di nuovo sul trono tricolore.

La soddisfazione della corazzata tedesca di aver sbancato ancora la tana del nemico era così tanta che dopo la bandiera a scacchi il vincitore britannico ha atteso il fedele scudiero Valtteri Bottas salito sul podio alle spalle di Kimi Raikkonen e le due monoposto iridate in carica hanno effettuato in parata il giro d’onore. Il sogno dei tifosi ferraristi di vedere dopo vent’anni la doppietta Rossa spianata sulla pista di casa si era infranto molto prima, ad inizio gara. Come era già svanita da circa metà corsa la speranza di tornare almeno alla vittoria, un delirio di entusiasmo che manca dal 2010, quando a guidare il Cavallino c’era Fernando Alonso che ieri ha disputato il suo ultimo Gran Premio d’Italia con la sempre più scialba McLaren.

E Sebastian? La prima guida di Maranello ha chiuso quarta, ai piedi del podio, ma per come era iniziata poteva pure andare peggio poiché alla seconda variante Vettel si è toccato con il rivale inglese ed è stato costretto a ripartire in fondo al gruppo e ad effettuare anche una sosta ai box per sostituire l’ala anteriore danneggiata (a Monza l’aerodinamica è fondamentale).

Seb ha fatto una bella e faticosa rimonta e nel finale gli ha dato una piccola mano anche Max Verstappen che ha inutilmente ostacolato Bottas più veloce di lui beccandosi cinque secondi di penalizzazione. Se invece di cercarsi la punizione e perdere tempo a chiudere le traiettorie a Bottas, l’olandese lo avesse fatto passare sfruttandone la scia, il quattro volte campione del mondo tedesco si sarebbe forse dovuto accontentare del quinto posto. Sia come sia, la situazione in Campionato a sette gare dal termine si fa complicata poiché, in una giornata che doveva essere amica, il ritardo del Cavallino è aumentato, sia nella classifica Piloti che in quella Costruttori.

La corsa si è in qualche modo decisa al primo giro. Le Ferrari sono scattate bene, ma i piloti non hanno collaborato al meglio lasciando spazio a Hamilton che si è infilato. Fra Lewis e Seb c’era già stato un contatto alla prima variante, alla seconda il britannico ha preso l’esterno e quando la grigia e la rossa si sono toccate il Cavallino ha avuto la peggio. Dopo la safety car entrata per rimuovere la Toro Rosso di Harley danneggiata per un contatto al via, c’è stato il sorpasso e controsorpasso fra i primi due, poi l’inglese si è messo in coda a fare il martello dando l’impressione di avere più ritmo di Kimi. Per non correre rischi la squadra tedesca puntava ad una gara di strategie, sulla gestione delle gomme. Raikkonen sembrava usurarle di più e si è fermato prima.

Lewis, con pista libera, ha spinto e avrebbe potuto effettuare il suo pit stop rientrando in testa. Invece ha proseguito mettendo ancora di più la Ferrari in inferiorità di pneumatici. Quando Hamilton ha cambiato le sue coperture quelle di Raikkonen erano già usurate e lo scandinavo non ha potuto difendersi dall’affondo finale del campione del mondo che ha corso da maestro.
 

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Martedì 4 Settembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 15:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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