La Mahindra FE Alexander Sims

Mahindra, l'indiana d'Inghilterra. La sede del team è nel Regno Unito, come sono britannici i piloti Lynn e Sims

di Massimo Costa
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ROMA - Sono cambiate tante cose nel team Mahindra. Il costruttore indiano ha creduto fin da subito nel progetto della Formula elettrica e non ha nulla da invidiare ai colossi dell’auto presenti nel campionato. Mahindra infatti, è uno dei più importanti gruppi automobilistici dell’India ed è presente con i suoi modelli anche in Europa. Inevitabile il suo coinvolgimento nella mobilità sostenibile, da cui l’ingresso avvenuto sette stagioni orsono nella categoria elettrica. Mahindra è cresciuta di anno in anno fino ad ottenere importanti vittorie e risultati, soprattutto con il pilota svedese Felix Rosenqvist e con l’ex Formula 1 Nick Heidfeld. L’anno passato non è stato però, uno dei migliori per Mahindra che schierava Jerome D’Ambrosio e Pascal Wehrlein, altro ex F1.

Quest’ultimo, a stagione in corso, ha annunciato di avere firmato con la Porsche, un gesto che non è piaciuto al team principal Dilbagh Gill, il quale lo ha messo a piedi sostituendolo per le ultime gare 2019-2020 con Alex Lynn. Esperto pilota inglese di 27 anni, già tester della Williams F1 nonché ufficiale Aston Martin nel Mondiale Endurance, Lynn nella Formula E ha disputato due campionati rispettivamente con Virgin (una pole a New York) e Jaguar. E proprio Lynn, è stato confermato da Mahindra per il campionato 2020 per una line-up completamente nuova. Infatti, dalla BMW dove ha corso per due anni in Formula E, è arrivato il connazionale Alexander Sims, vincitore della prima gara di Diriyah 2019-2020. Anche il 32enne di Londra vanta un curriculum notevole con esperienze nelle corse di durata e in formula, ma di sicuro il colpo grosso messo a segno da Gill è quello di aver strappato un pilota che porta in dote i segreti della rivale BMW.

Il tester di Mahindra è un altro britannico, Jordan King, che abbiamo visto in azione recentemente in Formula 2 e anche in Indycar, ed è stato tester della Marussia F1. Insomma, tre piloti di grande esperienza sosterranno la Mahindra, ai quali va affiancato Heidfeld che pur ritiratosi dalle competizioni, rimane come consigliere di Gill e all’occasione si darà da fare sia come tester sia al lavoro richiesto al simulatore. In questo ruolo importante di simulazione, anche Rudy Van Buren, un sim racer che ha vinto di tutto nelle gare virtuali esports, scelto anche dalla McLaren F1, ma che non ha mai guidato una vera monoposto.

Mahindra ha anche spostato la propria sede: dalla piccola struttura che la accoglieva nella cittadina britannica di Banbury, un’ora a nord di Londra, dove si trova anche la Haas F1, si è passati a una base che è quasi il triplo della precedente (e sempre a Banbury), segnale inequivocabile di quanto il costruttore indiano creda nel progetto della Formula E. Gill è l’artefice della crescita nel motorsport del nome Mahindra, prima sconosciuto in tale ambito. Ex pilota dilettante di moto e auto in India, Gill dopo una esperienza vissuta come manager nell’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2010 in Sud Africa, è entrato nel gruppo automobilistico indiano e non ne è più uscito. Ha cominciato guidando la squadra iscritta nel motomondiale, classe 125, il cui debutto è stato nel 2011, poi per prendere il timone del team di Formula E.


Tutto passa dalle sue mani (piloti, tecnici, budget) e di certo l’investimento economico richiesto dalle competizioni non è che una briciola considerando il fatturato del gruppo Mahindra, nato nel 1945, che è di 21 miliardi di dollari operando non solo nel settore dell’auto, ma anche in quelli aeronautico, nautico, agricolo, immobiliare, tecnologie avanzate per un totale di 200mila dipendenti sparsi su sei continenti, tra cui l’Europa. Nel vecchio continente, Mahindra è presente con i suoi modelli Suv in dieci Paesi, Italia compresa. E a proposito di Italia, è curioso notare che proprio un anno fa Gill aveva intavolato un discorso con un giovane pilota tricolore, Alessio Lorandi (già in Formula 2 e Formula 3), per coprire il ruolo di tester al simulatore, ma per via del Covid, le difficoltà nei viaggi tra Italia e Gran Bretagna, la cosa è tramontata. E a proposito di Coronavirus, Gill ne è stato colpito alla vigilia delle gare recuperate lo scorso agosto a Berlino. Per fortuna, in forma leggera e Gill se l’è cavata con la classica quarantena rinchiuso in una camera di hotel della capitale tedesca.

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Giovedì 11 Marzo 2021 - Ultimo aggiornamento: 12-03-2021 09:33 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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