La Nissan DeltaWing con gli pneumatici Michelin ibridi impegnata sul circuito di Le Mans

Michelin, anche le gomme sono ibride
test a Le Mans sulla Nissan di Batman

di Sergio Troise
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Tenuta sull’asciutto e sul bagnato, scorrevolezza, durata. Sono queste le caratteristiche fondamentali di un pneumatico di serie. Per ottenerle, i produttori investono molto in ricerca e sviluppo, ma la sperimentazione “sul campo” è alla base di tutti i progressi fatti di anno in anno. Per questo motivo il colosso Michelin ha scelto da tempo, anzi da sempre, la 24 Ore di Le Mans, la corsa endurance per antonomasia, per sperimentare le gomme più innovative ed evolute del suo reparto corse. Se quelle coperture ottengono risultati in gara, la tecnologia vincente con cui vengono realizzate viene trasferita alla produzione di serie, cioè alle auto che utilizziamo tutti i giorni.
Dopo il trionfo a Le Mans 2012, dobbiamo aspettarci dunque che il “pneumatico ibrido” sperimentato nella corsa più dura e impegnativa del mondo diventi prima o poi un prodotto alla portata di tutti: l’obiettivo è una gomma che duri di più, senza compromettere la sicurezza nelle condizioni più diverse.

Michelin ha puntato sulla 24 di le Mans dal 1923, anno della prima edizione. Da allora ha ottenuto 21 vittorie, è imbattuta dal 1998 ed ha appena conquistato, domenica 17 giugno, il 15mo successo consecutivo. Un successo particolarmente significativo, in quanto ottenuto come fornitore dell’Audi, che a Le Mans ha conquistato primo e secondo posto con la rivoluzionaria R18 e-tron quattro ibrida, ovvero con motorizzazione diesel-elettrica, e il terzo gradino del podio con la R18 TDI Ultra. Se non bastasse, Michelin ha fornito anche la Toyota, però costretta al ritiro con le due TS030 Hybrid (benzina-elettrico) schierate, e la sperimentale Nissan DeltaWing (pure ritirata per incidente).

La gomma vista per la prima volta a Le Mans viene definita da Michelin “pneumatico ibrido slick intermedio”. Il suo merito principale è la capacità di tenere allo stesso modo su pista bagnata, umida o asciutta. Una dote particolarmente utile a Le Mans, dove possono verificarsi cambiamenti meteo durante la gara, tra il giorno e la notte (esattamente come in un viaggio a bordo di un’auto di serie), ma anche nello stesso giro, in quanto la pista misura oltre 13 chilometri. Tra i grandi vantaggio del pneumatico ibrido, la possibilità di risparmiare soste ai box per un cambio gomme: si può tranquillamente continuare a correre, fidando su un rendimento ottimale in tutte le condizioni.
«Con le gomme Endurance 2012 – spiegano alla Michelin – siamo andati oltre la nozione classica di pneumatico morbido, medio e duro. I nuovi pneumatici ibridi possono affrontare le temperature e le situazioni più diverse assicurando una durata anche quadruplicata rispetto alle gomme tradizionali”.
A quando la svolta anche per le auto che utilizziamo tutti i giorni? La casa francese non si sbilancia, ma tiene a ricordare che “Le Mans è l’occasione sia per dimostrare durata, costanza, prestazioni e sicurezza dei nostri prodotti, sia per innovare e progettare le gomme turismo di domani».

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Lunedì 18 Giugno 2012 - Ultimo aggiornamento: 21-02-2016 13:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA