Ayrton Senna sulla Williams nel 1994

Storia della F1, da Senna a Schumacher. L'emozionante triennio 1994-97 del Circus

di Franco Carmignani
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Esistono nella storia della F1 delle annate segnate. Il 1994 è stato una delle più terribili. Tutto era cominciato durante la pausa invernale. Alain Prost dopo aver vinto il suo quarto titolo mondiale con la Williams ha deciso di ritirarsi. Ayrton Senna rimane così l’unico campione del mondo in circolazione. Il matrimonio con la Williams pare naturale, il miglior pilota, la miglior macchina, con la McLaren che punta sul motore Peugeot, di cui al momento non si conoscono le potenzialità. Le prime due gare a Interlagos e Aida in Giappone che ospita il Gran Premio del Pacifico, si risolvono con altrettante beffe. Senna arriva così a Imola teso. Il feeling con la FW 16 non è ancora perfetto e Michael Schumacher è un osso duro, e ha già diciotto punti mentre Ayrton è ancora a zero. Si va in pista per le prove libere del venerdì ed è subito paura. Rubens Barrichello, che a Interlagos è salito sul podio con la sua Jordan motorizzata Hart, vola fuori alla variante bassa. Sembra un incidente molto grave, ma per fortuna il brasiliano se la cava con poco.

Va decisamente peggio sabato quando muore Roland Ratzinger che con la sua Symtek Ford, una delle tante piccole scuderie che tentano il passaggio in F1 con budget ridotti, si schianta contro il muro esterno della curva dedicata a Gilles Villeneuve. L’incidente è causato dal distacco dell’ala anteriore. Il nome del poco conosciuto pilota di Salisburgo verrà associato, a quello che succede nel pomeriggio del giorno dopo… Con Senna se va non solo uno dei più grandi piloti, il più amato con Villeneuve, ma un intero ordine. Il “nuovo” riparte con Michael Schumacher primo anche a Monaco con la sua Benetton Ford, dove c’è l’ennesimo incidente all’altro austriaco Karl Wendlinger, che però dopo giorni di angoscia ce la farà a recuperare. In Spagna, Damon Hill con la rinfrancata Williams stoppa la marcia del “kaiser”, ma c’è ancora un botto per la Simtek con Andrea Montermini che vola via dall’ultima curva finendo contro le barriere. Il pilota italiano se la cava pur se con parecchi traumi alle gambe, al pari di Jos Verstappen, il padre dell’attuale challenger della F1, che sfugge al rogo innestatosi sulla sua Benetton mentre faceva rifornimento ai box durante il Gran Premio di Germania a Hockenheim dove torna al successo la Ferrari con il figliol prodigo Gerhard Berger. Anche per il “Cavallino” guidato da Luca Montezemolo e da Jean Todt si è ripartiti, ma l’anno zero dovrà aspettare ancora un po’.

Il titolo mondiale, il primo della sua immensa carriera lo vince “Schumy” sia pure all’ultimo Gran Premio e per solo un punto su Damon Hill! Per fortuna l’anno horribilis è finito. Cambiano molte cose, la lezione è servita. Si interviene sulle monoposto con più rigide regole per la protezione del pilota e la riduzione dei dispositivi aerodinamici, la cilindrata dei motori da 3,5 ritorna agli originari 3 litri per diminuire la potenza. Si lavora sui circuiti per migliorare gli spazi di sicurezza. In effetti per vent’anni non si dovrà più parlare di morti in F1… Intanto per il 1995 Flavio Briatore team principal della Benetton piazza un colpo decisivo ottenendo la fornitura dei motori Renault, gli stessi della Williams. Anche la McLaren, dopo la stagione con i V10 Peugeot, si associa a Mercedes. Da registrare anche l’addio della Lotus con le casse ormai vuote. Ferrari invece conferma la coppia di piloti, Berger e Alesi. E’in questo contesto che Schumacher si conferma come il nuovo padrone della F1 anche nel 1995 vincendo nettamente il suo secondo titolo. La Benetton numero uno taglia il traguardo per prima in nove dei diciassette Gran Premi della stagione, per due volte imitata dalla numero due di Johnny Herbert, che vince tra l’altro il Gran Premio d’Italia. Damon Hill si consola con quattro successi e un nuovo secondo posto nella classifica iridata. Anche David Coulthard promosso seconda guida della Williams a tempo pieno vince il suo primo Gran Premio in Portogallo.

E la Ferrari? La 412T2 pesca il suo jolly al Gran Premio del Canada sul circuito di Montreal intitolato a Gilles Villeneuve. E’ Jean Alesi a onorare il grande canadese del quale porta in gara il mitico numero 27. Per l’oriundo di Avignone, che sul casco ha i colori di Elio De Angelis, rimarrà però l’unico successo in F1 della carriera. A proposito di italiani con il ritiro di Michele Alboreto e Riccardo Patrese l’anno prima si riduce di molto il numero dei piloti italiani, che non raggiungerà più la consistenza dei primi anni ottanta. Nel 1996 arriva però il turno del giovane romano Giancarlo Fisichella, scelto da un vero talent scout come Minardi. Ma quell’anno segna soprattutto una nuova svolta importante per la Ferrari e per la storia della F1, Schumacher, campione del mondo in carica da due anni, passa alla Ferrari, unitamente a Eddie Irvine e al progettista Ross Brawn. Alesi e Berger, invece passano in tandem alla Benetton. L’inizio è favorevole a Damon Hill che con la Williams vince le prime tre gare, Australia, Brasile e Argentina, distanziando il suo nuovo compagno di squadra Jacques Villeneuve. L’erede di Gilles rompe il ghiaccio in occasione del Gran Premio d’Europa sul nuovo (e…banale!) Nurburgring. E’ il primo acuto della carriera F1 del figlio di Gilles, che arriva, fortemente voluto da Bernie Ecclestone, dai trionfi USA a partire dalla 500 Miglia di Indianapolis.

Hill jr coglie la quarta vittoria in cinque gare a Imola nel Gran Premio di San Marino. Poi si apre una parentesi con Olivier Panis a Montecarlo con la Ligier, ora di proprietà di Flavio Briatore, equipaggiata con il motore Mugen Honda, realizzato da Hirotoshi il figlio di Soichiro Honda. Al Gran Premio di Spagna arriva finalmente il turno della Ferrari. Sotto la pioggia battente, Michael Schumacher al volante della F310 piazza il primo dei suoi 72 successi iridati con le “rosse”. Ma la Williams Renault FW18 è davvero in stato di grazia. Hill e Villeneuve vincono i successivi quattro Gran Premi e lasciano a Schumy solo le gare di Spa e di Monza, dove i tifosi Ferrari festeggiano calorosamente il nuovo idolo. Si chiude ancora con Hill e Villeneuve al vertice nel Gran Premio del Portogallo e quello del Giappone e al primo e secondo posto nella graduatoria finale. E’ la prima volta che il figlio di un campione del mondo, in questo caso Graham Hill, riesce a diventare a sua volta iridato. Il migliore degli altri è Jean Alesi, quarto con la Benetton Renault. Alla sua seconda stagione con la Ferrari Schumacher parte deciso per aggiudicarsi il titolo. In realtà la stagione 1997 è quanto di più combattuto si possa immaginare.

A sfidarsi sulle piste di tutto il mondo sono non solo Ferrari e Williams, ma anche Benetton e McLaren che vince la gara inaugurale in Australia con David Coulthard regalando a Mercedes il primo successo da quando è rientrata con i suoi motori in F1. Il pilota scozzese vincerà ancora il Gran Premio d’Italia a Monza, mentre il suo compagno di squadra Mika Hakkinen entra a fa parte del club dei vincitori nell’ultima corsa a Jerez, il Gran Premio di Jerez che sarà lo snodo della stagione. Quando alla Benetton è prima nel Gran Premio di Germania con Gerhard Berger. E’ l’ultimo exploit sia per il pilota austriaco che si ritira al termine della stagione, sia per il brand trevigiano che per 27 volte ha tagliato per primo il traguardo di un Grand Prix. Ma il focus del mondiale 1997 è tutto concentrato sul duello tra Jacques Villeneuve, diventato numero uno della Williams, dopo il passaggio di Damon Hill alla Arrows motorizzata Yamaha rilanciata dall’ex pilota Tom Walkinshaw, e Michael Schumacher. Confronto durissimo, a volte anche cattivo. Villeneuve si avvantaggia nella prima parte della stagione, ben spalleggiato dal suo nuovo compagno di squadra Heinz Harald Frentzen e dalla Williams. Schumy rompe il ghiaccio a Montecarlo sul bagnato, e si ripete poi in Canada e in Francia. Il campionato diventa ora più equilibrato. Si arriva così all’ultima gara, a Jerez.

Un vero spareggio. Schumacher va in testa, sembra fatta, ma Jacques fa la gara della vita. Quando mancano una ventina di giri alla bandiera a scacchi è in grado di sorpassare il tedesco, che ha una reazione imprevista ed esagera buttandolo fuori strada, ma al contrario del rivale sfascia la sua macchina. Villeneuve è in grado di ripartire. Finisce quarto ed è campione del mondo, anche se non riuscirà mai ad offuscare il mito di Gilles, che purtroppo non ha avuto la possibilità di vincere quel titolo… Su Schumacher si abbatte invece l’ira della FIA. Il “Kaiser” viene cancellato dalla classifica finale del campionato, Frentzen e Coulthard salgono al secondo e terzo posto. Da segnalare la crescita di Fisichella, due volte a podio con la Jordan Peugeot, e il debutto della Stewart, team creato dal tre volte campione del mondo scozzese e dal figlio Paul, con Barrichello che è secondo a Montecarlo. A punti va anche un altro pilota italiano, Jarno Trulli. Promesse per il futuro… 

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Lunedì 10 Maggio 2021 - Ultimo aggiornamento: 12-05-2021 09:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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