Ford torna a sfidare la Ferrari a Le Mans a 50 anni esatti dalla sua prima vittoria e lo fa con la GT, una supersportiva tutta in fibra di carbonio nata all’interno del reparto Ford Performance (lo stesso dove è stata sviluppata la Focus RS), dall’ae

Tutti contro la Ferrari per il WEC e la 24 Ore di Le Mans, ora anche la Ford

di Nicola Desiderio
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LE CASTELLET - Il campionato World Endurance Championship prenderà il via il 17 aprile prossimo a Silverstone, in Inghilterra, per la prima delle 9 gare che vedranno il confronto più avvincente e serrato nella categoria GTE dove si assisterà, dopo mezzo secolo, al duello tra Ford e Ferrari che tenne banco nella seconda metà degli anni ’60 e vide gli scontri più aspri alla 24 Ore di Le Mans, la gara che vale non solo un campionato, ma l’intera carriera per un pilota e per la casa costruttrice il salvacondotto per l’olimpo del motorismo.

Il gran rifiuto di Enzo Ferrari. La guerra tra Ford e Ferrari era nata prima e fuori dai campi di gara. Agli inizi degli anni ’60 Henri Ford II era intenzionato a far correre le sue auto ai massimi livelli, ma si rendeva conto che ci sarebbero voluti anni per riuscirvi. L’occasione di fare il salto si presentò a metà del decennio: Enzo Ferrari era intenzionato a vendere. La trattativa per conto di Dearborn fu portata avanti da Lee Iacocca, personaggio storico dell’industria americana dell’automobile – sua, ad esempio, era stata l’idea della Mustang – ma il Drake avrebbe voluto avere ancora il timone proprio del ramo sportivo e, di fronte alla determinazione della controparte americana di prendersi tutto ed estrometterlo irrimediabilmente, interruppe bruscamente le trattative concludendo poco dopo, nel 1965, lo storico accordo con Fiat.

La sfida di Henri Ford II. La cosa mandò su tutte le furie Henri Ford II che prese dunque una decisione: le Ford avrebbero battuto le Ferrari in quella che, già da allora vista come la gara di durata più dura e difficile del mondo e che la Casa di Maranello aveva vinto per 6 volte di fila dal 1960 al 1965 con i suoi formidabili bolidi a 12 cilindri. Così nacque la GT40 che avrebbe annichilito le Rosse dal 1966 al 1969 alla 24 Ore di Le Mans prima dell’avvento dell’era Porsche, padrona assoluta della corsa francese per due decenni prima del ritorno nel 2014 con la vittoria nel 2015, la 17ma in totale. Senza contare che la casa di Dearborn ha comunque vinto a Le Mans anche nel 1975 e nel 1980 con due vetture motorizzate Ford Cosworth, un’accoppiata che in quegli anni iniziava i primi passi e con i suoi V8 avrebbe dominato in Formula 1 per almeno un ventennio.

Il meglio del motorismo americano. La GT40 era comunque un’auto formidabile. Doveva il suo nome all’altezza – 40 pollici, pari ad 1 metro e 2 cm –, era spinta da grossi motori V8 fino a 7 litri e fu portata alla vittoria da piloti del calibro di Bruce McLaren (il fondatore dell’omonima factory inglese), A.J. Foyt (quattro 500 Miglia di Indianapolis, 6 campionati Indy e due 24 Ore di Daytona) e Jacky Ickx (6 volte vincitore a Le Mans) oltre che da Dan Gurney, pilota-ingegnere ricordato per alcune soluzioni aerodinamiche ancor oggi utilizzate, come il famoso “labbro di Gurney”, e per essere stato il primo a festeggiare una vittoria spruzzando lo champagne sulla folla. Gurney inoltre partecipò allo sviluppo tecnico della GT40, in particolare sulla testata del motore, insieme ad un altro mostro sacro del motorismo americano: Carrol Shelby, vincitore a Le Mans nel 1953 con Roy Salvadori al volante di un’Aston Martin DBR1 e poi artefice della trasformazione della Mustang in muscle car e mago di altre celebri sportive americane come le Cobra, le Dodge Charger e la Viper.

La GT nata per correre. Ford torna a sfidare la Ferrari a Le Mans a 50 anni esatti dalla sua prima vittoria e lo fa con la GT, una supersportiva tutta in fibra di carbonio nata all’interno del reparto Ford Performance (lo stesso dove è stata sviluppata la Focus RS), dall’aerodinamica avanzatissima e spinta da un V6 3.5 biturbo da oltre 600 cv già vittorioso lo scorso anno alla 24 Ore di Daytona. Darà battaglia alla nuova 488, passata anche lei al motore sovralimentato, con due vetture del team Chip Ganassi per tutto il campionato e ben quattro alla 24 Ore francese. Dal canto loro, le due rosse ufficiali saranno ancora affidate alla AF Corse con il duo Bruni/Calado e Rigon/Bird che saranno rinforzati rispettivamente da un terzo pilota a Le Sarthe. La Porsche avrà come punta di diamante la 911 RSR affidata al team Dempsey Proton Racing, ma stavolta al volante non ci sarà lo stesso attore Patrick Dempsey, che ha deciso di dedicarsi alla famiglia e al cinema dopo aver centrato lo scorso anno un secondo posto a Le Mans e la vittoria di classe al Fuji nella categoria GTE AM. Ugualmente temibili sono le Aston Martin Vantage V8 e le Chevrolet Corvette C7.R, vincitrice lo scorso anno per l’ottava volta sul circuito della Loira.

Si gioca a nascondino con il BOP. Il prologo al Paul Ricard ha già confermato che la Ferrari è l’auto da battere è che la Ford è l’avversaria più temibile, più veloce delle Aston Martin. I tempi tuttavia non sono attendibili poiché le case giocano a nascondino temendo il famigerato BOP, meglio conosciuto come balance of performance. Se infatti una vettura si mostra nettamente superiore alle altre, l’autorità sportiva può decidere di penalizzarla limitandone il consumo di carburante o mettendogli una zavorra con effetti tali da rovesciare completamente i valori in campo. Dunque meglio stare ben coperti e aspettare la gara per giocarsela senza stravincerla. Una cosa è sicura: la Ford GT è un’auto da corsa adattata alla strada e il suo obiettivo è uno ed uno solo: vedere a Le Mans la bandiera scacchi prima delle Ferrari.
 

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Lunedì 4 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 15-04-2016 05:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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