PARIGI – Jean Eric Vergne, il due volte iridato di Formula E, è stato spodestato dal suo nuovo compagno di squadra, Antonio Felix Da Costa, che si è imposto nella sesta stagione dopo gli ePrix di Berlino. A chi gli domanda come siano cambiati i rapporti all'interno della scuderia risponde così: «Ormai qui alla DS fanno fatica a farci stare tutti e due in una stanza», mentre in sottofondo esplode una gran risata, inclusa quella dello stesso portoghese. «Sono stato io a dirgli che da noi ci sarebbe stato posto – aggiunge, questa volta serio – figurarsi se adesso me ne posso pentire. E se lui ha vinto vuol dire che io avevo ragione. Grazie a lui abbiamo anche vinto di nuovo il titolo costruttori». «Arrivando alla DS Techeetah – spiega Da Costa - sapevo che Jev aveva già piazzato l'asticella molto in alto, le aspettative erano elevate».
La scuderia franco cinese DS Techeetah è la sola a poter schierare due campioni del mondo. «Ma la Formula E è piena di talenti. Se facessi l'elenco dimenticherei qualcuno», sintetizza il portoghese, secondo il quale anche nella prossima stagione avrà 23 avversari. Ma se proprio gli si chiede di indicare i favoriti, un po' si sbilancia: «Naturalmente Jev, di Grassi e Buemi, i due piloti della Mercedes, ma anche quelli della Porsche, Lotterer e Wehrlein. Veramente, però: in questo campionato possono vincere tutti».
A proposito dell'evoluta DS E-Tense FE 20 con la quale ha vinto il titolo, il portoghese che è «un passo avanti, perché la conosciamo meglio e sappiamo quello che può fare in attesa del debutto di quella nuova, a Roma». Vergne parla della “battaglia” con il suo compagno di scuderia: «Sarà una sfida a distanza e vincerà chi andrà più forte. Siamo una squadra, ma con il casco siamo avversari. E io devo semplicemente migliorarmi perché l'anno scorso si è imposto lui».
Da Costa anticipa di «non vedere l'ora di affrontare la prima gara in notturna» della storia della Formula E. «Sappiate – precisa – che anche se non ci sono state competizioni al buio, noi è come se le avessimo già sperimentate perché certe volte giriamo in pista quando non c'è luce». Vergne, invece, ha già corso la sera, a Singapore, in Formula 1. «È meglio che correre in altre condizioni, come al tramonto, perché la luce è sempre uguale e non cambia».
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