
WEC, Peugeot: il risultato finale della 6 Ore di Spa non rende merito al potenziale della 9X8

Peugeot, due propulsori con la trazione integrale. La E-3008 e la E-5008 hanno la stessa anima ma vocazioni diverse

24 Ore Le Mans, Ruggero Apriletti (Peugeot): «Non è più una semplice gara Endurance, oggi bisogna essere sempre veloci»

24 Ore Le Mans, Ruggero Apriletti (Peugeot): «Non è più una semplice gara Endurance, oggi bisogna essere sempre veloci»
SPA-FRANCORCHAMPS – La terza tappa stagionale del FIA WEC, andata in scena sul circuito delle Ardenne, ha visto le due Peugeot 9X8 LMH stabilmente nella top-10. Purtroppo, per la squadra francese, la 6 Ore di Spa si è chiusa con un bilancio agrodolce. L’undicesimo posto per il terzetto composto da Paul Di Resta, Mikkel Jensen e Jean-Eric Vergne, e il ritiro della vettura divisa da Loïc Duval, Malthe Jakobsen e Stoffel Vandoorne non rende merito alle prestazioni della Hypercar del Leone e, più in generale, al fine settimana del team. Tuttavia quanto espresso sul circuito belga è sicuramente di buon auspicio in vista del prossimo atto del WEC, ovvero la 24 Ore di Le Mans.
Le qualifiche avevano già lasciato intravedere un passo competitivo con entrambe le Peugeot 9X8 LMH si sono piazzate nella top-10. Le Hypercar del Leone hanno poi mostrato la capacità di lottare nelle prime fasi della corsa con le vetture di vertice. Durante la prima ora, sia Di Resta, al volante della vettura numero 93, che Duval, sulla Peugeot numero 94, hanno dato vita a una sequenza di duelli serrati. Tra bei sorpassi e una gestione accorta del traffico, hanno guadagnato rispettivamente la terza e la quarta posizione approfittando di una fase di Virtual Safety Car.
Di Resta a fine gara ha dichiarato: «Ho fatto un doppio stint abbastanza solido, guadagnando alcune posizioni. Dopo la Safety Car, le Hypercar avevano strategie di gomme diverse. Con i nostri due nuovi pneumatici, penso che sia stata la scelta giusta: siamo riusciti a trarre vantaggio e a risparmiare le gomme per le fasi successive. È stato fantastico lottare con i leader».
Il cambio pilota ha visto entrare in scena Vergne, sulla numero 93, mentre Jakobsen ha sfruttato una nuova neutralizzazione per rientrare ai box in un momento favorevole. Vergne, invece, è rimasto in pista e ha condotto la gara per dieci giri, mostrando nuovamente lo spessore del ritmo di gara. Tuttavia, questa differenza strategica ha avuto conseguenze nel lungo periodo, limitando le possibilità di rimonta della Peugeot numero 93 nelle fasi successive.
Olivier Jansonnie, Direttore Tecnico di Peugeot Sport, ha spiegato la gestione tattica che ha cercato di coprire più scenari possibili, senza però trovare il colpo vincente: «È un risultato molto deludente, perché avevamo il passo per fare molto meglio, come abbiamo dimostrato in qualifica e all'inizio della gara. Abbiamo deciso di separare le strategie delle due vetture a metà gara per coprire tutte le opzioni, ma non siamo stati in grado di capitalizzare l'opportunità della Safety Car con l’equipaggio della vettura 93. L’altra Peugeot era meglio posizionata, ma è stata coinvolta in un incidente di gara».
Già perché la corsa della numero 94 si è conclusa prematuramente quando Jakobsen, impegnato nella difesa della quinta posizione con la BMW M Hybrid V8 LMDh di Robin Frijns, ha subito un contatto alla curva di Les Combes. La toccata ha causato la rottura della sospensione posteriore sinistra e il conseguente amaro ritiro.
Sconsolato, Jakobsen ha così raccontato la sua gara: «Purtroppo siamo stati costretti al ritiro durante una buona gara. Alla ripartenza della Safety Car, stavo difendendo il quinto posto dalla BMW di Frijns. Alla curva 5 abbiamo avuto un leggero contatto e un componente della mia sospensione posteriore sinistra si è rotto. Sono tornato zoppicando ai box, ma non c'era più nulla che potessimo fare. Mi dispiace molto per la squadra, che meritava un podio questo fine settimana».
Anche Duval, nonostante qualche frustrazione iniziale nel traffico, ha confermato le sensazioni positive emerse nelle prove: «Ho fatto una buona partenza, ma il mio primo stint è stato frustrante perché continuavo a trovare le vetture LMGT3 nei punti peggiori per i doppiaggi. Nel mio secondo stint, più breve, ho sentito le gomme degradarsi. Finalmente, nel mio ultimo turno, abbiamo avuto un buon passo con le gomme nuove. Penso che sia stata la strategia giusta. È un peccato per il risultato finale ma, in ogni caso, è stato bello lottare per le prime posizioni».
Al di là della delusione per il risultato finale, l'impressione è che Peugeot sia ormai stabilmente nel gruppo delle squadre in grado di competere ad alti livelli. Il passo mostrato in qualifica e in gara, unito alla capacità dei piloti di inserirsi nelle battaglie al vertice, rappresenta una solida base su cui costruire l’assalto a Le Mans. In Belgio si è visto un team aggressivo, reattivo nelle strategie e in grado di rispondere alle variazioni di scenario in tempo reale, pur con margini di miglioramento nella gestione degli episodi chiave della corsa.
Ora l’attenzione si sposta verso la 93ª edizione della 24 Ore di Le Mans, in programma dal 14 al 15 giugno. Un appuntamento che Peugeot attende con grande trepidazione e che potrà rappresentare il banco di prova definitivo per la 9X8 di nuova generazione. Se Spa ha mostrato qualche fragilità, ha anche confermato che la competitività c’è. Resta solo da tradurla in un risultato all’altezza delle aspettative.