Toto Wolff, team principale della Mercedes F1

Mercedes, Wolff a gamba tesa: «Hamilton derubato sportivamente, professionalmente e umanamente»

di Massimo Costa
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Toto Wolff si è preso quattro giorni per riflettere, per cercare di capire in ogni sua sfaccettatura quanto accaduto domenica in quel convulso finale del GP di Abu Dhabi, per tentare di ragionare a mente fredda. Quello che è accaduto nel box Mercedes ha qualcosa di inimmaginabile a livello di tensione ed emozioni. Una gara dominata da un Lewis Hamilton semplicemente perfetto, il campionato del mondo che era ormai in tasca avendo il pilota inglese 11" di vantaggio su Max Verstappen. Poi, a una manciata di chilometri dall'arrivo, uno tsunami ha travolto tutto... Wolff, team principal Mercedes, non le ha mai mandate a dire a Michael Masi, direttore di gara della F1, o al rivale Christian Horner, team principal Red Bull, ma di certo non pensava di trovarsi di fronte a una serie di eventi come quelli verificatisi nel finale del GP di Yas Marina. Il mal di pancia che attanaglia Wolff è ancora forte e oggi, nella prima conferenza stampa online tenuta dopo quattro giorni di silenzio, ha raccontato tutte le emozioni vissute con estrema sincerità, senza peli sulla lingua.

"Dalla FIA mi aspetto azioni concrete, non parole. Azioni su questioni tecniche e regole, perché sia chiaro in futuro cosa si può e cosa non si può fare. Abbiamo deciso di non fare appello, pur essendo consapevoli delle nostre ragioni. Ma siamo anche consci delle conseguenze di un eventuale appello. Sono certo che avremmo vinto in qualsiasi aula di tribunale, ne sono certo, alla luce degli elementi a nostra disposizione. Ma non è nel nostro stile, e qui non discutiamo come è strutturata la FIA o la direzione gara, però necessario chiarire come andremo avanti, serve la certezza di regole precise, chiare, equidistanti e che siano applicate in modo continuativo e univoco. Quattordici mesi fa, nel GP Eifel 2020, è stata fatta una decisione opposta a quella del GP Abu Dhabi 2021, scelta cambiata di 180 gradi", ricordando come in una situazione di safety-car, a tutti i doppiati fu consentito di sdoppiarsi.

Wolff prosegue come un fiume in piena: “Le regole sono chiare. Se c’è una macchina ferma per incidente in pista e serve tempo per rimuoverla, bisogna esporre le bandiere rosse. Inoltre avrebbero dovuto far sdoppiare tutti i piloti, non solo quelli tra Hamilton, primo, e Verstappen, secondo. Perché per esempio non far sdoppiare anche quelli davanti a Sainz, perché privare la Ferrari della possibilità di vincere? Ecco perché insisto sulla necessità di regole applicate in modo uniforme”. Poi, parla del direttore di gara: "Masi il problema? Direi che è ben più grande di Masi. Non è questione di singoli, ma di come vengono prese le decisioni. Serve un metro equo e continuo su come vengono applicate le regole. Non ho parlato con Masi, perché dovrei? Semplicemente è stata presa una decisione, negli ultimi 4 minuti del GP, che ha annientato Hamilton. Gli ha tolto il titolo. Lewis ha dominato la gara dal via, non avrebbe mai perso in quella situazione di gara, invece, è fuor di dubbio che Hamilton sia stato derubato della vittoria. Da ogni punto di vista: sportivo, professionale, umano, è stato derubato. Per cui credo che il ruolo di Masi sia incompatibile con il tipo di decisioni da prendere, ma ripeto, non è questione di cambiare il direttore di gara, semmai bisogna modificare il sistema decisionale, sono fondamentali chiarezza, continuità di applicazione delle regole ed equità".

Il sospetto che sia voluto creare volutamente uno spettacolo all'ultimo giro per aumentare l'audience tv non sfiora Wolff: "Non ritengo che decisione finale sia stata presa a beneficio dell’audience televisiva. Mai pensato una cosa del genere, è fuori dalla logica di ogni team di F1. Noi ci basiamo sui principi dello sport, non su quello che li circonda. Stefano Domenicali è un geniale manager dal punto di vista della commercializzazione del prodotto F1, ma non ha mai interferito con le vicende di pista. Qui è in ballo la credibilità di uno sport come la F1. E ho avuto da Domenicali piene rassicurazioni che nelle prossime settimane avremo diverse riunioni, che coinvolgeranno team e piloti, per evitare che si ripetano situazioni simili”.

“Per Ross Brawn un team principal non dovrebbe poter parlare con il direttore di gaara? Se lo facciamo credo sia a vantaggio della trasparenza, per informare gli spettatori di tutto quello che succede. Io devo avere l’opportunità di parlare, per difendere il lavoro e l’integrità del mio team. Anche perché, è dimostrato, in alcune occasioni, sotto la pressione dei team principal, la direzione gara ha preso le decisioni giuste come accaduto a Jeddah con Horner. Ma il problema non è la Red Bull, Verstappen e il suo team hanno vinto, non ho problemi con loro, hanno fatto un lavoro eccezionale e avremo sempre grande rispetto per quello che hanno fatto. Ma la FIA deve decidere qual è il modo migliore di andare avanti, coinvolgendo team e piloti”.

Wolff si è poi dilungato su Hamilton e la grande delusione umana e sportiva che sta vivendo: “Abbiamo condiviso con lui tutte le nostre decisioni, come facciamo sempre all’interno del team Mercedes. Abbiamo condiviso la scelta di fare appello ad Abu Dhabi così come la decisione di ritirare i nostri ricorsi. È stato molto faticoso, direi terribile, prendere decisioni simili, nessuno di noi vorrebbe mai vincere in un’aula di tribunale. Però ad Abu Dhabi si è fatto del freestyle sulle regole, questo è inaccettabile per noi. Poi, un conto è avere ragione e un conto è avere giustizia. Lewis è disilluso. Noi tutti crediamo nello sport, nei valori della F1, nel nostro lavoro. Ma se viene meno l’autenticità della tua disciplina, vuole dire che in qualche maniera il tuo sport sta fallendo la sua missione".

"A tutti noi servirà molto tempo per farci una ragione di quello che è successo ad Abu Dhabi, ancora oggi sono incredulo, abbiamo vissuto una situazione surreale. Prima hanno detto che nessuno poteva sdoppiarsi, dopo 4’ hanno detto che potevano farlo solo quelli tra Hamilton e Verstappen. Lo definirei un incubo. Umanamente siamo in difficoltà, tutti. Siamo consapevoli di vivere un microcosmo rispetto ai veri problemi, ma in questo microcosmo ognuno di noi mette tutti i propri valori. Ad Abu Dhabi, tutti quei valori sono stati presi a calci. Lui è il più grande pilota della storia, parlo con lui ogni giorno, ma adesso avrei poco da dirgli. Cerchiamo di fare i conti con i nostri sentimenti, la sconfitta è la prima sensazione che proviamo, ma dobbiamo fare i conti con il futuro. Ora più che mai vale la pena giocarsi il prossimo Mondiale. Come uomo Lewis è ferito, ha difficoltà a capire cosa sia successo, ma Lewis è ancora al massimo del suo rendimento in F1”.

Poi, la stoccata finale alla FIA: “Sono impossibilitato ad andare al Gala di fine anno. Ma non ci sarei comunque andato per lealtà verso Lewis Hamilton. Ci sarà un nostro rappresentante a ritirare il premio per l’ottavo Mondiale Costruttori, un traguardo mai raggiunto da nessuno nella storia della F1. Quindi dobbiamo anche isolare la rabbia e la delusione dal diritto di festeggiare con chi lavora nel team per questo grande risultato. Come hanno preso gli sponsor la nostra decisione? Sono con noi sempre, abbiamo ricevuto molti messaggi di sostegno da partner e tifosi, gli sponsor hanno grande fiducia in noi e nel nostro lavoro”.

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Giovedì 16 Dicembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 17-12-2021 21:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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