
Arcadia A80 New: ecco come sarà lo yacht progettato per esaltare lo spazio e il rispetto per la natura
Sarà esposta in prima mondiale allo Yachting Festival di Cannes, in programma a settembre, ma è stata ormai definita in tutti i dettagli e presentata in anteprima alla stampa, sia pure in videoconferenza, la novità 2025 di Arcadia, il cantiere boutique di Torre Annunziata (alle porte di Napoli) che dal 2010 costruisce originali imbarcazioni di lusso dimostrando un impegno costante nella ricerca dell’ecocompatibilità e del migliore rapporto con l’ambiente marino.
Parliamo dell’A80New, yacht di 23,98 metri definito dal fondatore e presidente di Arcadia, Ugo Pellegrino, “una barca innovativa ma fedele allo spirito del cantiere che mira da sempre a valorizzare il rapporto con il mare, rispettando la sostenibilità e l’evoluzione delle politiche green”.
“Per il nuovo A80 – tiene a sottolineare il manager napoletano – abbiamo raccolto tutte le esperienze fatte in quindici anni di attività, concentrandoci sul profilo tecnico e ambientale, fino ad approdare alla produzione di un’imbarcazione con una carena particolarmente efficiente, capace di ridurre i consumi e le emissioni, per non dire del ricorso all’impiego di pannelli solari di nuova generazione, più efficienti, in grado di raddoppiare la resa per metro quadro rispetto agli esordi del 2010”.
Sull’A80New, i moduli fotovoltaici garantiscono ora fino a 4,5 kW di potenza, riducendo la necessità di generazione termica e migliorando l’efficienza globale. “Un’ulteriore prova – dice ancora Pellegrino - della vocazione ambientalista del nostro cantiere, da sempre alla ricerca di soluzioni idonee a favorire il miglior rapporto con tutto ciò che circonda l’imbarcazione, ovvero il mare, il sole e l’aria”.
Sul piano stilistico, per la prima volta è stata scelta la formula RPH (Raised Pilot House) ma la silhouette esterna è immediatamente riconoscibile: linee tese, superfici vetrate dominanti e un equilibrio tra architettura e natura che rimane fedele ai principi ispiratori del brand. Una certezza: il layout RPH consente di ottenere vantaggi operativi cruciali, ovvero separazione netta tra aree tecniche e spazi armatoriali, maggiore privacy e libertà di movimento per l’equipaggio, oltre a una migliorata visibilità dalla timoneria rialzata.
Ma questa volta in casa Arcadia hanno concentrato l’attenzione anche su ciò che sta “sotto” la barca, ovvero i fondali ricoperti di posidonia. “Un valore da salvaguardare, sia per rispettare la natura, sia per il valore economico che può avere la protezione dei fondali marini” ha tenuto a dire Francesco Ansalone, che di Arcadia è il responsabile del marketing e della comunicazione, e su questo versante delle politiche green ha svelato di aver concentrato, con i tecnici del cantiere, buona parte del lavoro basandosi su dati della Commissione europea, e non solo.
A livello internazionale è stato calcolato infatti che la posidonia oceanica ha impatti forti su tutto ciò che accade anche in superficie e, secondo dati ufficiali, alla distruzione di posidonia corrispondono perdite economiche tra 30.000 e 40.000 euro l’anno. “Al momento – è stato spiegato dalla sede di Arcadia - non c’è ancora una direttiva specifica, gli esperti ci stanno lavorando, ma in molti tratti di mare del Mediterraneo sono già in vigore regole rigide sugli ormeggi sotto costa di imbarcazioni di misura superiore a 23,99 metri, che potrebbero arrecare danni alla flora e alla fauna marina. I divieti sono già in vigore in ampi tratti della Costa Azzurra e della Corsica, in 35 aree regolamentate delle Baleari e, dall’anno scorso, in alcuni tratti di mare attorno all’isola di Capri”.
Per gli armatori tutto ciò vuol dire perdere la possibilità di godersi soste in cale protette dal vento e da eventuali mareggiate. Ma al momento – è stato ricordato - al netto delle regole imposte dal codice della navigazione, i divieti non riguardano le imbarcazioni con LOA inferiore a 24 metri. Ovvero la misura del nuovo Arcadia A80, che nasce, come tradizione del marchio, con l’obiettivo di privilegiare il rapporto con la natura.
A giudicare dai rendering e dalla scheda tecnica mostrati in anteprima, nel cantiere affacciato sul golfo di Napoli è stato fatto un gran bel lavoro, esaltando il rapporto tra tradizione e innovazione e, soprattutto, riuscendo a fare in modo che a bordo figurino plus non necessariamente esclusivi, ma per la prima volta proposti tutti assieme su una imbarcazione di queste dimensioni.
Il riferimento è agli spazi all’aperto e al chiuso (oltre 250 metri quadrati di superficie vivibile distribuita su tre ponti), alla disponibilità di spazio per 10 ospiti (+2 con letti pullman) in 5 cabine, con 6 bagni, 4 posti letto per l’equipaggio e 2 bagni ancora. A prua del ponte principale si trova la suite armatoriale full-beam, una zona di assoluto relax concepita con colori tenui, materiali soft-touch e forme avvolgenti. Grande attenzione è stata riservata allo stivaggio, con doppia armadiatura d’ingresso, vani nascosti e una configurazione funzionale che rispecchia l’utilizzo intensivo delle imbarcazioni anche per periodi prolungati.
Come da tradizione Arcadia, la zona poppiera del main deck funziona da patio ombreggiato e fresco, in continuità con la beach area trasformabile. Le murate abbattibili amplificano la superficie utile, mentre la scala reale consente un accesso immediato e sicuro al mare, anche per gli ospiti più piccoli o anziani. È il concetto di “lusso funzionale” che da sempre guida le scelte stilistiche del cantiere. Interessante anche lo spazio all’aperto allestito a prua, trasformabile da area prendisole a comodo salottino all’aperto, ombreggiato da tendalini.
Quanto all’interior design, è stato sviluppato internamente dal team tecnico Arcadia, con un approccio sartoriale e filologico che rispecchia il concept dei precedenti modelli A96 e Sherpa 80. Il main saloon, immerso dalla luce naturale grazie a vetrate a tutt’altezza, viene ulteriormente amplificato visivamente da un gioco calibrato di specchi e superfici riflettenti. “L’aria naturale – viene assicurato - circola liberamente, portando all’interno il profumo del mare, i “suoni” della rada e la sensazione di essere all’aperto”.
Sottocoperta, il lower deck ospita quattro cabine: due VIP e due guest, tutte con bagno privato e docce ampie, coerentemente con la tendenza residenziale che questo tipo di unità devono oggi garantire. Gli ambienti sono progettati per il massimo comfort, con grande cura nei dettagli e con materiali eco-compatibili.
Interessante notare che il passaggio dall’aperto al chiuso non comporta il minimo problema. Una volta dentro, la luminosità è assicurata da vetrate molto ampie e da un gioco di specchi studiato ad hoc. Le ampie finestrature sono comunque apribili e i vetri doppi termoisolanti garantiscono un isolamento ottimale. E se proprio si vuole star dentro, separati dall’area balneare, non sarà un problema sentirsi comunque al fresco. Non necessariamente con l’aria condizionata. “Noi di Arcadia – sottolinea Pellegrino – da sempre ci siamo dati da fare per fare in modo che l’aria condizionata sia… l’aria pura, veicolata da noi nel miglior modo possibile”.
Dalle prime immagini diffuse dal cantiere le aree interne sembrano tutte spaziose e confortevoli, come tradizione di Arcadia, che a differenza di altri cantieri non si affida a designer esterni per gli allestimenti e realizza tutto in proprio, premurandosi di ricordare che “vengono utilizzati materiali di qualità apprezzabili anche al tatto, scelti colori tenui, e viene dedicata particolare attenzione alla ricerca dello spazio per armadi e ripostigli, sempre utili a bordo”.
Come sempre, anche l’A80 adotta una carena dislocante che favorisce comode e tranquille navigazioni. La motorizzazione standard è affidata ai Volvo Penta IPS 1.200 in grado di assicurare velocità massima di 21 nodi, con una crociera confortevole tra i 16 e i 17 nodi. L’autonomia è interessante: oltre 500 miglia a 15 nodi e più di 850 a 10 nodi. Ottime performance in termini di navigazione e consumi che risultano inferiori alla media del mercato per valori compresi tra il 12% (a 12 nodi) e il 27% (a 15 nodi), considerando andature di slow yachting, tipiche del concetto di navigazione caro al cantiere sin dal suo esordio. Ciò detto è possibile richiedere i più potenti IPS 1.350, con relativo aumento di consumi e riduzione dell’autonomia.
Come è noto, gli IPS sono motori che tra i vantaggi collaterali offrono la possibilità di sfruttare meglio lo spazio a bordo, riducono la rumorosità e le vibrazioni, e rendono possibile affrontare anche tratti di mare con fondali piuttosto bassi. Se a ciò s’aggiunge la disponibilità di utilizzare un avanzato sistema di stabilizzazione a pinne fornito da CMC, si avrà chiaro il quadro di un’attenzione al comfort ottimale, come tradizione per Arcadia.
Per una volta è stato comunicato anche il prezzo. Il nuovo A80 viene proposto a 6,2 milioni di euro più IVA, e in cantiere prevedono di costruirne da 3 a 4 unità all’anno guardando prevalentemente al mercato del Mediterraneo, ma non solo. “Nei nostri piani – dicono in cantiere - c’è anche un occhio attento al Medio Oriente e all’America, dove il mercato può mostrarsi interessato alle semplificazioni della nostra sala macchine, che non necessita di impianti di scarico catalitici”.