Lo Sherpa XL di Arcadia

Arcadia ha varato l’esemplare numero 2 dello Sherpa XL: più spazio, più comfort e c’è il garage laterale per il tender

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

NAPOLI - Da quando è nato, nel 2008, il cantiere Arcadia si è prefisso un obiettivo ben chiaro: mettere in acqua esclusivamente yacht hi-tech, capaci di esaltare valori fondamentali come l’ecocompatibilità e la ricerca esasperata dello spazio e della qualità della vita a bordo, anche a costo di sacrificare qualcosa in termini di appeal stilistico. I progetti sono stati portati avanti con costanza e sviluppati secondo una apprezzabile linea di coerenza. In questa ottica va inquadrato, ora, l’arrivo del secondo esemplare dello Sherpa XL, versione aggiornata del modello maxi dell’entry level del cantiere: uno yacht di 24 metri in grado di offrire persino qualcosa in più, in termini di spazio, comfort, ergonomia e qualità dei materiali, rispetto a concorrenti di dimensioni anche maggiori.

Il face-lift è stato realizzato con la collaborazione dello studio milanese Hot-Lab, concentratosi sull’ottimizzazione dell’ergonomia di bordo e, in particolare, sul miglioramento dei servizi dedicati alla cucina e alla zona equipaggio. Ma non solo: un’accurata selezione di nuovi materiali come il rovere in essenza coloniale e il light grey Alpi ha ulteriormente valorizzato gli ambienti, mentre un garage laterale capace di ospitare un tender di oltre 4 metri ha liberato la zona di poppa, rendendola un’autentica terrazza sul mare, totalmente godibile nelle soste in rada. Quanto al layout interno, viene esaltata una volta di più la disponibilità di spazio e di luce, mettendo a disposizione dell’armatore tre o anche quattro cabine. I posti letto disponibili risultano dunque essere sei o otto, più l’alloggio marinai e, eventualmente, una hostess o uno steward.

Una nota dell’azienda di Torre Annunziata (Napoli) sottolinea che questo secondo esemplare dello Sherpa XL “presenta elementi caratteristici della produzione del cantiere, ovvero la presenza di volumi chiusi a prua che permettono all’armatore e ai suoi ospiti di godere di spazi convertibili a poppa. Arcadia – viene ricordato - riesce così a ottenere, a differenza di molti yacht dal layout tradizionale che optano per tante piccole aree separate, un unico ambiente dove le diverse funzionalità sono sempre collegate tra loro per garantire la massima convivialità tra gli ospiti”.

“Il successo del primo Sherpa XL non ci ha fatto sedere sugli allori – tiene a dire Ugo Pellegrino, amministratore unico del cantiere -. Abbiamo ascoltato i suggerimenti dei nostri armatori e deciso di lavorare su diversi dettagli per rendere questa nuova unità un perfetto esempio della nostra capacità di guardare sempre avanti. Da questo lavoro è nato uno yacht perfetto non solo per quell’armatore che desidera utilizzarlo per uscite giornaliere con tutti gli ospiti che desidera avere a bordo, ma anche per chi vuole vivere lunghe crociere con un altissimo livello di servizi o seguendo quella filosofia slow yachting che proprio noi di Arcadia abbiamo introdotto dieci anni fa”.

Più in dettaglio, al di là dello spazio e del comfort che esaltano il piacere di stare a bordo, il nuovo Sherpa XL rimane uno yacht dislocante capace sia di lunghe autonomie sia di assicurare buone prestazioni: nella versione con due motori IPS 1350 è in grado di superare i 23 nodi di velocità massima. Ma il meglio il nuovo yacht di Arcadia lo dà navigando a 12 nodi: i consumi vengono contenuti in 6,5 litri/miglio (quasi il 30% inferiori rispetto ad altre imbarcazioni del segmento 85-90 piedi) e l’autonomia stimata supera le 1.000 miglia, addirittura oltre 1.400 mantenendo una velocità di 10 nodi.

Prestazioni a parte, gran parte del lavoro dedicato dal cantiere e dagli specialisti milanesi di Hot Lab al face lift dello Sherpa XL è stato concentrato, come detto, sull’ottimizzazione della “qualità della vita” a bordo. I ponti di prua risultano sfalsati, così da sviluppare un blocco scale centrale caratterizzato da dislivelli ridotti. Un gioco di incastri particolare che, oltre a ottenere grandi spazi pur con un’altezza totale contenuta, ha permesso di avere una linea molto più filante, coerente con le performance. Gli ampi spazi aperti sono dunque esaltati su questa imbarcazione di 24 metri, dove le grandi finestrature a tutta altezza, gli elementi “aperti” e di design inseriti nelle murate laterali e le innovative vetrate che si alzano e si abbassano come i vetri di un’automobile, generano degli spazi in cui il confine tra esterno ed interno diventa impercettibile, gli spazi chiusi si dissolvono e vengono assimilati dalla natura circostante.

La struttura stessa dello scafo, con il suo baglio di circa 7 metri, ha consentito di operare sul layout per andare incontro alle esigenze dei differenti armatori. Su questa seconda unità il cantiere ha optato per una cucina chiusa, riuscendo comunque a non influire sulle comodità del “giardino d’inverno”. L’ingresso della cucina è stato posizionato lateralmente, così da enfatizzare la discrezione della cambusa all’interno della sky-lounge e al tempo stesso servire sia il ponte di poppa sia il solarium con semplicità e rapidità.

Anche la disposizione delle aree interne alla cucina è stata modificata, portandola a circa 5 metri quadri complessivi, al cui interno trovano spazio un frigorifero a doppia anta di circa un metro di larghezza, un piano cottura con cappa integrata, un forno tradizionale e ampi spazi di storage su due livelli. Un portellone apribile a soffitto garantisce poi il corretto e rapido riciclo dell’aria.

Il “trait d’union” tra esterni e interni, che enfatizza il rapporto con il mare e l’ambiente circostante, è sicuramente sempre rappresentato dalla skyl-ounge, dove grazie alle finestrature laterali è sufficiente il tocco di un pulsante per godere direttamente della brezza marina, quella che in casa Arcadia definiscono “la migliore aria condizionata che si possa desiderare”.

“L’utilizzo dell’elemento vetro non si concentra solo nelle finestrature, ma diventa parte integrante anche degli spazi interni”, spiega Enrico Lumini, responsabile del design di Hot Lab. “L’idea – aggiunge - è stata infatti quella di accentuare le differenti funzioni della skylounge con l’inserimento di materiali che però non occludessero la vista. Ecco allora per esempio l’utilizzo di pareti vetrate, come quella che separa il giardino d’inverno dalla timoneria, che permette di mantenere costantemente una profondità di campo visivo, pur mantenendo una separazione, quando necessario, tra i movimenti dell’equipaggio e quelli degli ospiti”.

La nuova sky-lounge dello Sherpa XL è ora ulteriormente valorizzata dalla selezione di nuovi materiali: il rovere in essenza coloniale per il parquet e il light grey Alpi scelto per il mobilio risultano ideali per aumentare la percezione di spazio a bordo già garantita dalla luce naturale, che filtra in questo tecnologico giardino d’inverno, la cui soffittatura accoglie i pannelli solari che caratterizzano tutti i modelli Arcadia. La loro presenza permette di ridurre l’uso dei generatori esaltando i suoni della natura quando in rada. L’ampio utilizzo di soluzioni vetrate ad altissimo isolamento termico è, poi, l’ulteriore testimonianza della volontà del cantiere di rimanere fedele ai propri valori ecologici.

“Anche nella scelta delle paratie e del mobilio - continua Lumini - si è optato per materiali riflettenti, dove i contrasti tra lucido e opaco non fanno percepire le paratie come chiusura, ma le rendono quasi dei portali trasparenti. Ne è un perfetto esempio la parete tra la zona lounge e il corpo scale che collega tutti i ponti: l’abbiamo trattata come fosse una parete parasole esterna, con nichelatura lucida a specchio di base, sormontata da una serie di stecche verticali in essenza, che aumentano ulteriormente la spaziosità nel salone”.

Sul ponte inferiore, inoltre, la suite armatoriale si sviluppa senza soluzione di continuità nella stanza da bagno, priva di paratie di divisione, consentendo quindi all’armatore di vivere uno spazio dal respiro quasi domestico: ampio, aperto, luminoso anche grazie alla presenza di grandi finestre panoramiche a pelo d’acqua. Anche la cabina Vip di prua segue lo stesso principio e grazie ad esso riesce ad ampliare la percezione spaziale quasi teatralmente. A queste si aggiungono due cabine ospiti con letti gemelli, entrambe dotate di bagno privato.

Per quanto riguarda la zona equipaggio, ha a disposizione un box doccia separato, mentre lo spazio di stivaggio è composto da armadiature e vani sotto i letti e sotto la scala sollevabile. Un accesso diretto alla timoneria e alle postazioni di manovra rende molto più agevole il servizio, assicurando la totale privacy all’armatore e ai suoi ospiti. Il cantiere ha inoltre realizzato una terza cabina (in optional) studiata per la possibile presenza di una hostess o uno steward.

Il rapporto diretto con il mare e l’ambiente circostante, da sempre uno dei tratti distintivi della filosofia Aracadia, è parte integrante di questo secondo Sherpa XL ed è esaltato nel pozzetto, direttamente collegato alla plancetta di poppa con una breve e scenografica sequenza di scalini che crea un gioco di incastri tra le murate sottili e il basso volume che sorregge il prendisole. Protetto dal sun-lounge e da porte vetrate scorrevoli, questo vero e proprio patio sul mare accoglie la zona pranzo per dieci ospiti, due wine cooler e un ampio storage: tutto il necessario per trascorrere momenti in totale relax.

Altro tratto distintivo del progetto Sherpa XL è la presenza, a proravia della sala macchine, del succitato garage laterale, che può ospitare un tender di circa 4 metri, lasciando così la plancetta immediatamente utilizzabile dagli ospiti appena gettata l’ancora in rada: un vantaggio in termini di eleganza e comfort unico, rispetto ai prodotti presenti oggi anche nel segmento 85-90 piedi. Se non bastasse, il cantiere tiene e far notare che “il garage trasverso funziona anche da isolante acustico tra la sala motori e la master cabin”.

Il ponte superiore accoglie invece l’ampia sun-lounge, dotata di un’area bar che esalta la filosofia open air dello yacht: tutta questa zona, infatti, a differenza dei tradizionali fly-deck con timoneria, è totalmente dedicata agli ospiti e alla loro privacy. La regolarità dello spazio – vale la pena sottolinearlo - permette di accontentare le possibili richieste di personalizzazione del cliente anche attraverso forniture specifiche, non rare tra gli armatori di imbarcazioni di questo livello: gente disposta anche a sfondare il tetto del listino, fissato inizialmente a 4.950.000 euro (più IVA).

  • condividi l'articolo
Mercoledì 16 Dicembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 17-12-2020 17:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA