il neonato Grande Trideck, primo yacht a tre ponti + One di Azimut grande assente al Salone di Venezia

Azimut schiera 6 yacht a Venezia, ma non c’è il Grande Trideck, nuova ammiraglia di 38 metri con “tre ponti + One”

di Sergio Troise
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VENEZIA - Non c’è il neonato Grande Trideck, primo yacht a “tre ponti + One” di Azimut ed espressione del DNA del cantiere che da sempre fa della capacità d’innovazione progettuale, stilistica e costruttiva un cavallo di battaglia. In compenso l’azienda fondata da Polo Vitelli partecipa al Salone di Venezia con 6 modelli, tra i quali spicca il Magellano 25 Metri, per la prima volta proposto in Europa nella nuova versione Timeless (totalmente personalizzabile), che si distingue per l’abbinamento tra il design degli esterni di Ken Freivokh, caratterizzato da una sovrastruttura interamente vetrata, e gli interni personalizzati dall’ufficio stile del cantiere, sulla base del progetto dell’architetto Vincenzo De Cotiis. A fianco del Magellano 25 Metri Timeless, altre protagoniste dell’area fieristica occupata da Azimut sono il 78 Fly, ammiraglia della collezione Flybridge, i noti S6 e S8 della collezione sportiva, e gli Atlantis 45 e 51 della Collezione Sport Cruiser. Un bel vedere, insomma, per i visitatori attesi alla Darsena Grande-Riviera Levante dell’Arsenale.

“L’appuntamento di Venezia è per noi soprattutto un’occasione propizia per incontrare i clienti dell’area adriatica, dopo il lungo stop delle principali manifestazioni fieristiche – ha dichiarato Marco Valle, CEO del Gruppo Azimut-Benetti, nell’immediata vigilia della manifestazione -. In questo momento in cui il Paese lentamente riparte – ha aggiunto il manager - ci auguriamo che l’industria nautica possa rappresentare un volano per l’economia e una bandiera per il Made in Italy d’eccellenza”.

Al di là delle imbarcazioni esposte a Venezia, vale la pena sottolineare la straordinaria verve progettuale del cantiere, testimoniata dalla recentissima anteprima in video conferenza del succitato Azimut Grande Trideck, nuova ammiraglia della flotta lunga 38,2 metri (baglio massimo 7,9) e primo yacht a “tre ponti + One”, ovvero dotata di ponte extra, a poppa, in aggiunta ai tre tradizionali, che completa un effetto ottico di terrazze a cascata che dall’alto del Sundeck scendono fino a toccare il mare. Lo yacht ridefinisce anche il concetto tradizionale di suddivisione degli spazi, proponendo nei suoi 38 metri un layout innovativo e moderno, facendo fare un ulteriore passo avanti allo spirito del brand. Interessante notare che sono previste due possibili configurazioni, a cinque o a sei cabine ospiti.

Nel presentare la nuova ammiraglia il Ceo del gruppo Azimut-Benetti Marco Valle ha tenuto a sottolineare l’importanza di questo nuovo investimento sul fronte dell’innovazione, ricordando come in passato il cantiere abbia coraggiosamente introdotto novità come i Coupé-Sporty-yacht, i moderni Long-Range, i recentissimi Sport Weekender (anche fuoribordo) e ora sia pronto a esplorare, con il Grande Trideck, soluzioni di stile inedite, sfruttando per l’architettura navale il know-how di Benetti e portando avanti un programma di green efficiency che prevede un gran lavoro di ricerca e sviluppo in materia di motorizzazioni, carene, scelta di materiali.

In concreto, è stato ricordato che nonostante sia 3 metri più lunga, 30 GT più grande e 35 tonnellate più pesante del Grande 35 Metri, il Trideck può vantare, a tutte le velocità superiori ai 19 nodi, un consumo di carburante pari alla sorella minore e alla velocità di crociera di 15 nodi risulta più efficiente del 15%. Se non bastasse offre la possibilità di funzionare, in determinate circostanze, anche a emissioni zero, e sfrutta un “power management system” particolarmente avanzato (progettato da SeaEnergy), che consente l’ottimizzazione in automatico dei consumi elettrici di bordo attraverso una gestione perfettamente bilanciata tra potenza di banchina e generatori (o solo tra generatori quando in navigazione) a seconda delle richieste di assorbimento energetico delle utenze.

Sempre in tema di energia, gli armatori possono adottare anche sul Trideck il sistema Hotel Mode. Questo significa poter sostare in rada a zero emissioni e nel totale silenzio. Attraverso un “energy store”, consistente in un pacco di batterie al litio da circa 130 kWh, la barca può utilizzare le principali utenze di bordo tenendo i generatori spenti. In modalità diurna l’hotel mode ha un’autonomia fino a 4 ore mentre in modalità notturna si può arrivare fino a 8 ore.

“Il Grande Trideck è un’imbarcazione dall’architettura navale avanzata, ben concepita, ben costruita, ben collaudata” ha tenuto a sottolineare il Ceo del cantiere, ricordando il ruolo fondamentale svolto da Alberto Mancini (per il design degli esterni), da Achille Salvagni (interior design), e dallo studio P.l.a.n.a di Pierluigi Ausonio per le linee d’acqua. “Lo sforzo di tutti – è stato spiegato - è stato concentrato sulla realizzazione di qualcosa di originale, dedicata a un armatore contemporaneo che cerca un contatto costante con l’ambiente esterno e pensa alla barca come a un luogo di convivialità”.

Il nuovo yacht – vale la pena ricordarlo - è l’ultimo modello a entrare nel club dei carbontech di Azimut: tutta la sovrastruttura è laminata in carbonio con una riduzione del 30% del suo peso. In questo modo, nonostante gli accresciuti volumi di bordo, si preserva l’altezza corretta del centro di gravità garantendo eccellenti livelli di stabilità statica e dinamica dell’imbarcazione. “La combinazione tra la carena semidislocante D2P e la sovrastruttura in carbonio – tengono a sottolineare in cantiere - produce un sensibile miglioramento delle performance: consumi contenuti, maggiore velocità e autonomia”. Se non bastasse, è stato calcolato anche che la nuova barca assicura un comfort superiore grazie a un contenimento del rollio quantificabile nel 10%.

A proposito della carena, vale la pena ricordare che la D2P si basa sulla combinazione di tre elementi principali: il doppio spigolo che dà stabilità a velocità dislocanti ma riesce anche a ridurre la resistenza alle velocità più sostenute; il wavepiercer di prua che aumenta la lunghezza al galleggiamento riducendo i consumi in dislocamento e attenua il beccheggio in caso di mare formato, e infine lo skeg centrale che garantisce un’ottimale stabilità di rotta specialmente nelle andature con mare di poppa.

Due le possibilità di motorizzazione previste: con una coppia di MTU da 2400 o da 2600 cv l’uno. Il primo esemplare in prova, con motorizzazione da 2600 cv, ha registrato una velocità massima di 24 nodi con un range a 19 nodi di 700 miglia e a velocità economica di 12 nodi un’autonomia di oltre 1700 miglia.

Alberto Mancini ha illustrato il progetto spiegando di aver impostato il design partendo dall’inserimento del ponte intermedio sfalsato a poppa, soluzione che permette all’imbarcazione di sfruttare nuovi e più ampi spazi all’aperto, capaci di differenziarsi dagli standard usuali per la loro funzione peculiare. E ancora: l’idea centrale da cui sembra svilupparsi il progetto sta nell’accoglienza a bordo attraverso la passerella centrale collegata al mezzo ponte leggermente rialzato a poppa rispetto al ponte principale. Ed è proprio questo ponte rialzato che, a cascata, consente la creazione di tre nuove aree specifiche, denominate sea view terrace, beach club e private patio.

La Sea View Terrace è un palco aperto sul mare, un’area a sbalzo che precede il pozzetto tradizionale, rialzata rispetto alla superficie dell’acqua e concepita come un vero salotto sul mare senza chiusure laterali. Con un po’ di enfasi i progettisti sostengono che “grazie ad un gioco di pieni e vuoti sembra staccarsi dalle murate laterali e galleggiare sospeso sull’acqua”. Il ponte rialzato a poppa, inoltre, permette di avere un enorme beach club a tutta altezza, che sul Trideck si configura come una vera lounge a livello del mare (anche perché tender e toys trovano posto in un garage separato a proravia).

Durante le soste in rada lo specchio di poppa basculante si aprirà e aumenterà la superficie a disposizione: con un’ampiezza di oltre 30 metri quadri affacciati a pelo d’acqua, il beach club si rivelerà dunque un’area attrezzata e personalizzabile negli arredi. La poppa, tra l’altro, è protesa verso il mare così come le fiancate, grazie a un gioco di pieni e vuoti che consente di percepire tutto lo spazio come aperto.

Il progetto di Mancini comporta inoltre la disponibilità di una terza inedita area esterna, protetta e riservata, perfetta per pranzare o rilassarsi godendo della massima privacy quando si è ancorati di poppa. È un’area ibrida, posta all’esterno ma al coperto, e diventa la naturale estensione del salone ma “en plein air” grazie anche alla soglia di accesso flush-deck che non crea separazioni nette tra interno ed esterno.

Sul ponte superiore, a tutto baglio, c’è un’altra grande zona flessibile nell’arredo e separata da una vetrata dalla zona dining esterna che, quando aperta, crea un’unica immensa area dining/lounge. Il sun deck, infine, offre un bar a prua, una vasca idromassaggio custom circondata da prendisole e un arredo freestanding.

Un altro aspetto non trascurabile va colto nella sportività, che pure sul Trideck emerge, come in altri lavori di Mancini per Azimut, anche se in questo caso l’insieme è più vicino alle linee dinamiche di un’ammiraglia moderna ed elegante. È evidente la pulizia dei tratti, dalle grandi vetrate che creano una superficie continua fino a poppa al parabrezza inclinato che si conclude con un frangivento verticale a testa nuda sul sundeck.

Con orgoglio in cantiere viene sottolineata anche l’attenzione ai dettagli che contribuisce a dare una sensazione di dinamismo non facile su uno yacht di tali dimensioni: tra le chicche – vale la pena sottolinearlo – spicca una nervatura che parte da poppa all’altezza degli scarichi e continua fino a prua, movimenta e dà tensione alla murata, mentre scarichi e passacavi diventano elementi di design.

E veniamo agli interni. Achille Salvagni ha sposato in pieno la causa del cantiere: offrire una proposta che ridefinisse il ruolo dello spazio, dando nuove ragioni funzionali alle varie aree della barca. In questa ottica il Grande Trideck presenta interni ampliati in altezza e in larghezza e perfettamente integrati con le aree all’esterno, per diventare un’estensione gli uni delle altre. Se non bastasse, gli ambienti sono stati impreziositi da un lavoro mirato sul décor, con alternanze dei materiali, ricercatezza dei loro accostamenti e scelte di colori e finiture in grado di assicurare una qualità di alto livello.

In linea con il trend in voga ormai da tempo sugli yacht di nuova generazione sono stati utilizzati materiali nobili, che si rifanno alla tradizione della marineria, in modo da sottolineare al meglio la capacità di un avanzamento concettuale che non rinneghi il linguaggio storico della nautica ma lo esalti in chiave contemporanea. Insomma, il classico mix di classico e moderno, con un occhio all’innovazione e uno all’heritage.

Tutto ciò premesso, gli interni sorprendono anche dal punto di vista del layout: sul ponte principale, dal patio privato si accede al salone interno, dove scompare la tradizionale zona pranzo formale, trasformando questo ponte in un luogo di convivialità e informalità. A tal proposito in casa Azimut tengono a far notare che “l’ardita scansione degli spazi in questa configurazione è uno degli elementi che collocano di diritto il Trideck nel mondo dei megayacht”.

L’area dining formale è sul ponte superiore, disegnata come un unico grande ambiente votato alla socialità. La cucina principale è invece sul ponte principale, mentre sul ponte superiore c’è quella di servizio. Un secondo layout alternativo vede la cucina di servizio sostituita da una sesta cabina VIP, a cui si aggiungono le quattro cabine ospiti a centro barca sul ponte inferiore e l’armatoriale sul principale. Ovviamente si tratta di ambienti spaziosi, confortevoli e lussuosi, in linea con il resto dello yacht.

L’ottimizzazione dei volumi interni – questo è certo - è in qualche modo legata anche alla struttura della barca: la prua – vale la pena notarlo – è tagliata a doppia inclinazione, soluzione che consente di ottimizzare i volumi interni. La carena disegnata da Pierluigi Ausonio con il centro Ricerche e Sviluppo di Azimut è, come detto, la D2P (Displacement to Planing) e, secondo le informazioni fornite dal cantiere, grazie al doppio spigolo dello scafo è possibile ottenere una minore resistenza ai regimi di crociera e una maggiore stabilità in dislocamento.

La flessibilità del layout si definisce anche dalle possibili alternative proposte agli armatori. Le prime unità ordinate sono tutte con sei cabine ospiti, con la sesta cabina posizionata sull’upper deck, quindi con una bellissima vista mare grazie all’ampia finestratura, mente la cabina comandante è posizionata nel lower deck. Esiste poi un secondo layout, più tradizionale, che colloca sull’Upper Deck una pantry chiusa e la cabina del comandante, alle spalle della plancia, e una zona dining formale sul maindeck.

La zona comando è un insieme di eleganza e tecnologia, caratterizzata da una consolle dal design futuristico che integra il sistema di navigazione integrato Simrad Command. Più a prua si trova un’ampia zona lounge variamente articolata con cuscineria prendisole che circonda la vasca idromassaggio circolare, un’area con divani contrapposti e poi un’ulteriore area dove trovano spazio altri prendisole, dotati di un piccolo parabrezza che ripara dal vento.

Sul Lower Deck si trovano le 4 cabine ospiti en suite: due VIP a poppavia e due a proravia riservate agli ospiti. Sul Main Deck, a prua, si trova invece la suite armatoriale a tutto baglio con grandi vetrate, e divisa concettualmente in più zone partendo dall’ingresso con un’area lobby/dressing. Il materiale principale è legno tay, molto chiaro e pulito, contrastato da un mogano lucido. Il pavimento è realizzato in pietra di Cardoso, usata con differenti lavorazioni. Anche in quest’area le luci, così come gli arredi, sono pezzi speciali disegnati da Salvagni. Tutto da scoprire il bagno, naturale estensione della cabina armatoriale trasformata in una vera e propria area wellness, che si sviluppa intorno a una grande vasca che diventa elemento stesso di arredo.

Come (pessima) consuetudine il cantiere non ha fornito informazioni sul prezzo della nuova ammiraglia. Ma è chiaro che si tratti di un prodotto di assoluta élite, che andrà a collocarsi al vertice della gamma, con costi che difficilmente potranno collocarsi al di sotto dei 15 milioni di euro.

Per potenziali acquirenti, ma anche semplici ammiratori e sognatori, vale la pena ricordare che il lancio della nuova ammiraglia consente ad Azimut Yachts di anticipare la nascita di A-LIVE, un’esperienza digitale immersiva multisensoriale all’avanguardia che permette di muoversi virtualmente sullo yacht e, soprattutto, ne restituisce il grande senso di apertura e di contatto con il mare. Dal 29 maggio A-LIVE è disponibile sul sito del cantiere, per regalare una visione a 360° completa di sound-design e di inattesi giochi di luce e riflessi che ripropongono le immagini e i suoni delle onde, della scia e del vento.

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Domenica 30 Maggio 2021 - Ultimo aggiornamento: 31-05-2021 19:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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