Capoforte SQ240i, prima elettrica del cantiere calabrese motorizzata Yamaha

Dal profondo Sud al futuro: a Genova Capoforte SQ240i, prima elettrica del cantiere calabrese motorizzata Yamaha

di Sergio Troise
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BORGIA - Ci sono alcuni casi in cui si rivela profondamente sbagliato credere che il nostro Sud sia tutto arretrato, incapace di guardare all’innovazione e di conquistare spazio sui mercati stranieri. In campo nautico è il caso di Aschenez, l’azienda di Borgia (Catanzaro) guidata da Rosario Alcaro, in passato fornitore di Sessa, dal 2014 “messosi in proprio” con il marchio Invictus e, di recente, con il brand Capoforte, autentiche eccellenze di un made in Italy che esporta all’estero l’80/90% della propria produzione.

Dopo l’anteprima al recente Salone di Cannes, dove è stato presentato un modellino in scala, il cantiere calabrese presenterà dunque al Salone di Genova il Capoforte SQ240i, primo scafo elettrico della propria storia: un piccolo ma sofisticato natante di 7,38 metri realizzato con la collaborazione di Christian Grande per il design e di Yamaha per la motorizzazione fuoribordo a emissioni zero. In futuro arriverà poi anche una motorizzazione entrobordo Molabo Iscad V50 da 50 kW (verrà presentata al Boot di Düsseldorf 2023, in programma dal 21 al 29 gennaio).

La barca che il pubblico potrà vedere in anteprima mondiale a Genova, dal 22 al 27 settembre, si distingue per uno stile fortemente caratterizzato, eleganza, qualità costruttiva e, ovviamente, capacità di recitare un ruolo importante nel processo di transizione energetica in corso. L’innovazione è legata soprattutto al sistema di propulsione fuoribordo Yamaha HARMO 3,7 kW, un autentico gioiello tecnologico presentato giusto un anno fa dalla Casa giapponese fa proprio a Genova, in quel caso abbinato ad una barca chiamata Respiro, a sua volta frutto di ricerca avanzata sui materiali e sulla compatibilità ambientale, opera di un cantiere veneziano.

Dotato della tecnologia rim-drive per una propulsione elettrica particolarmente efficiente, l’Harmo di Yamaha è un sistema propulsivo che garantisce un’estrema facilità di manovra anche in poco spazio. Utilizza lo statore posizionato nel bordo esterno dell’elica, consentendo una maggiore spinta a velocità inferiori rispetto agli equivalenti motori termici. Quanto all’installazione è simile a quella dei fuoribordo tradizionali, ovvero tramite un bracket posizionato sullo specchio di poppa; è inoltre dotato della funzione di tilt per sollevarlo dall’acqua quando non viene utilizzato o se la barca deve essere tirata a terra.

Per ora non sono state fornite anticipazioni su prestazioni e autonomia, mentre il cantiere ha tenuto a sottolineare lo sforzo compiuto per realizzare una barca che trasmettesse subito, al primo sguardo, la capacità di fondere eleganza e tecnologia, comfort ed efficienza. “Le linee – ha spiegato Christian Grande - non devono esprimere velocità, ma devono essere armoniose, molto legate a un tipo di navigazione rilassata e rilassante”.

La prua è larga e stondata, e ciò ha consentito di realizzare un layout di coperta che fa del comfort la sua principale caratteristica. Quanto alla carena è realizzata con tecnologia a infusione e lo spirito del progetto viene esaltato anche da una combinazione di colori che evocano eleganza e leggerezza.

“Scelte cromatiche – dice Christian Grande - che con la chiarezza e brillantezza dei toni luminosi e delle sottolineature in blu elettrico vogliono richiamare l’energia dirompente dell’elettricità, oltre che suggerire una profonda integrazione con l’elemento acqua”. L’obiettivo dichiarato, insomma, è conquistare l’attenzione di diportisti che non cercano la velocità, ma puntano su altri valori.

A giudicare dai primi rendering e dal modellino in scala presentato in anteprima a Cannes s’intuisce che l’atmosfera distesa e conviviale in coperta sarà esaltata da un layout versatile, in cui un ampio tavolo pieghevole può lasciar posto a un cuscino supplementare. “In quest’ultima configurazione – viene spiegato - tutta la sezione prodiera dell’imbarcazione si trasforma in un grande prendisole a tutto baglio, per il massimo comfort”. Insomma, tutto sembra studiato per rendere lo stile coerente con la vocazione ambientalista del progetto e con l’intenzione di evitare forme ostentatamente vistose.

Il prezzo di questa prima barca a emissioni zero del cantiere calabrese non è stato ancora ufficializzato. Ma è certo che l’obiettivo primario sarà conquistare fette di mercato soprattutto sui mercati stranieri, lì dove sono diffuse le navigazioni nei laghi, nelle lagune e nei canali. Nel mirino del cantiere calabrese ci sono soprattutto Germania, Austria e Svizzera, dove già da tempo sono in vigore restrizioni notevoli legate al rischio inquinamento. Lì, in alcuni casi, è vietato utilizzare motori termici con potenze superiori a 100 cavalli, mentre si diffondono sempre di più le imbarcazioni elettriche ed è in costante espansione la rete di colonnine per la ricarica.

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Martedì 20 Settembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 20-10-2022 20:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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