Convegno turismo nautico a Genova

Dal tour mondiale dell’Amerigo Vespucci al diportismo: “Il turismo nautico leva di sviluppo per il nostro paese”

di Sergio Troise
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L’industria della nautica italiana è un comparto in salute e il turismo nautico può rappresentare una leva strategica di sviluppo per il nostro paese. Lo sappiamo da tempo, ma in occasione del rientro in Italia, dopo quasi due anni in giro per il mondo, dell’Amerigo Vespucci, se ne è parlato in un convegno a Genova, al quale hanno partecipato, tra gli altri, il neo presidente di Confindustria Nautica Piero Formenti, la ministra del Turismo Daniele Santanchè e il presidente della regione Liguria Marco Bucci.

Intitolato “Turismo nautico come risorsa per la crescita e lo sviluppo della Nazione”, il convegno si è rivelato occasione propizia per fare il punto sui rapporti tra industria nautica e apparati dello Stato, ovvero sulla necessità, se non di sostenere, almeno di non ostacolare la crescita di un settore che può contribuire allo sviluppo economico del Paese.

Lo ha detto chiaramente Formenti sottolineando come la premessa di qualsiasi politica industriale sia la conoscenza dei dati: “Cassa Depositi e Prestiti – ha ricordato il numero uno dell’associazione confindustriale - evidenzia che dei 9,1 miliardi di esportazioni annuali della cantieristica navale italiana, il 47% è costituito da unità da diporto. Quindi, il fatto che la cantieristica da diporto rappresenti una massa critica pari a Fincantieri e tutto il suo universo è un elemento che deve diventare patrimonio comune e condiviso. E’ necessario essere consapevoli del valore dell’industria nautica” ha tenuto a sottolineare Formenti, anticipando che “tutto ciò rappresenta la pietra miliare del Piano per la nautica che stiamo preparando per il Governo”.

Il presidente ha poi ricordato che la nautica genera un importante indotto turistico. “Gli 8,3 miliardi di fatturato del nostro settore – ha detto - diventano 22 con l’indotto, che porta gli occupati dell’intera filiera a oltre 220.000 unità lavorative”.

Tra i dati di maggiore interesse ricordati nel corso del convegno spiccano quelli sulla spesa, e quindi sugli introiti generati dal turismo nautico, forniti dall’Osservatorio nautico nazionale. “Le unità maggiori – è stato ricordato - ogni anno spendono sul territorio mediamente il 10% del loro valore, mentre quelli minori generano una spesa di prossimità egualmente molto interessante, sia pure inferiore, considerando che mediamente un diportista spende sul territorio il doppio di un turista di terra”.

Secondo Formenti “la barca è uno strumento che si inserisce perfettamente nelle politiche del ministero del Turismo per sviluppare i flussi nelle aree del Paese meno sottoposte a fenomeni di pressione, deflazionando alcune specifiche zone caratterizzate da overtourism, ma è necessario provvedere a snellimenti normativi e burocratici”. Per questo, dal convegno di Genova è emerso che i vertici di Confindustria nautica si aspettano la disponibilità del Comando Generale delle Capitanerie di Porto per un incontro a breve con l’ammiraglio Nicola Carlone.

La ministra Santanché, da parte sua, dopo aver sottolineato come il tour dell’Amerigo Vespucci dovrebbe insegnare ad essere orgogliosi di essere italiani, ha ricordato la sua vicinanza alla nautica e ai problemi del turismo ad essa collegato, auspicando che “la sfida sia diventare una nazione di qualità e non di quantità. Per farlo – ha aggiunto - bisogna attuare un lavoro di squadra. Nel mio ruolo di ministro ho da subito attivato una collaborazione fattiva con Confindustria Nautica per sostenere il turismo nautico e per promuovere una rete di porti turistici da mettere a sistema. Le stime per il 2025 – ha aggiunto - indicano per il turismo nautico un’ulteriore crescita del settore, attorno al 2,9%”.

In sintonia il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, il quale ha tenuto a ricordare di essere un diportista grande appassionato di vela, e ha sottolineato come il mare rappresenti una grande opportunità sia dal punto di vista economico sia occupazionale. “L’Italia – ha detto - può diventare il cuore del Mediterraneo per tutto il diporto nautico”.

Già. Può diventare. Ma cosa si deve fare perché ciò avvenga realmente? Nel corso del convegno è emersa anche la necessità di incrementare i campi boe necessari per avvicinarsi alle coste delimitate dai confini delle aree marine protette, di sviluppare e regolamentare al meglio il sistema del bollino blu e migliorare la gestione dei rifiuti prodotti a bordo.

“E’ necessario dedicare più attenzione ai diportisti” ha detto Bucci, ricordando che “negli ultimi anni l’Italia ha scavalcato paesi tradizionalmente in competizione con noi come Francia e Croazia, che hanno fatto passi indietro, e anche la Grecia, che ha messo una tassa sui diportisti. Ora – ha aggiunto - sono necessari ulteriori interventi”.

La ministra Santanchè si è detta sostanzialmente d’accordo definendo “di buon senso” le proposte di Bucci mirate alla regolamentazione dei campi boe e alla necessità di migliorare il servizio della raccolta dei rifiuti in mare. “Sulla questione delle boe – ha detto la responsabile del Turismo - la competenza è del ministro Salvini, ma mi riprometto di sollevare il problema. Sulla gestione dei rifiuti di bordo credo che sia necessario pensare a una raccolta in mare gestita da società specializzate che, operando con battelli di piccole dimensioni, li recuperino direttamente dalle barche, facendosi pagare un prezzo equo. Oggi troppo spesso le cifre richieste dai marina per lo smaltimento a terra sono molto elevate e la gestione per gli armatori diventa difficile”.

Santanchè ha poi citato il caso di un diportista a cui è stato negato, in piena estate, l’accesso a un porto ligure dopo le 19 in quanto la struttura “era chiusa”. “Servirebbe maggiore flessibilità per gli orari di accesso ai porti” ha detto la ministra, aprendo un altro fronte di approfondimento. Ovvero, quanto perde il territorio costiero, dal porto all’entroterra, quando si nega l’approdo a una barca? In proposito Formenti ha ricordato come il diportista spenda mediamente il doppio rispetto al turista “terrestre” medio. E ha colto l’occasione, il presidente di Confindustria Nautica, per spezzare anche una lancia in favore del charter, che spesso – ha osservato – rappresenta il modo con cui ci si avvicina per la prima volta al turismo nautico.

“Il settore del charter – ha detto Formenti - soffre la problematica della carenza di ufficiali di navigazione del diporto di seconda classe: oggi solo cinque capitanerie di porto in tutta Italia, fra cui Genova, fanno esami per il rilascio di questo titolo. Speriamo di sbloccare la situazione presto, prima dell’avvio della stagione, con la collaborazione dell’ammiraglio Carlone”. Nell’occasione, il numero uno delle aziende nautiche ha auspicato anche un’ottimizzazione della gestione del bollino blu, che non viene applicato in modo costante in tutta Italia.

Nell’ambito del convegno si è parlato anche dell’effetto generato dall’assegnazione dell’America’s Cup a Napoli. Ed è stato ricordato che uno studio della Luiss Business School prevede che l’impatto di questo evento nel medio-lungo periodo possa essere di 1,2 miliardi di euro, nel breve di 690 milioni. L’organizzazione costerà circa 100 milioni, di cui il 70% speso in loco, con la creazione di 2000 posti di lavoro. “Sappiamo bene come questi grandi eventi siano degli acceleratori per la realizzazione di infrastrutture importanti, che poi restano alle città”, ha osservato Santanchè.

E sicuramente Santanchè non dice nulla di sbagliato. Il problema – ci permettiamo di osservare – è che tutto ciò avverrà a Napoli, città sulla cresta dell’onda (è proprio il caso di dirlo…) che tuttavia – incredibile ma vero – è priva di un vero porto turistico, soffre ogni estate per il dilagare di ormeggi abusivi, insicuri e illegali, con inevitabili e deleterie conseguenze per la sicurezza e per l’immagine della città.

E’ noto da tempo (come pubblicato su questo sito) che sono pronti progetti per l’ampliamento del porto di Mergellina e per la realizzazione di una struttura finanziata da privati nell’area di Nisida-Coroglio, davanti all’impianto ex Italsider di Bagnoli, proprio lì dove saranno attraccate, su strutture tutte da scoprire, le barche della Coppa America. Ma di autorizzazioni e di via libera ai lavori, per ora, non c’è traccia alcuna. E parliamo della città nel cuore del Mediterraneo al centro di un golfo che raccoglie in poche miglia la Costiera Sorrentina (confinante con l’Amalfitana), le isole di Capri, Ischia e Procida, con un entroterra che può vantare un centro storico patrimonio dell’Unesco e bellezze artistiche e architettoniche di straordinario valore.

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mercoledì 11 giugno 2025 - Ultimo aggiornamento: 14:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA