Dazi: è allarme nel mondo della nautica da diporto. Le associazioni internazionali scrivono a Trump e Ue

Dazi: è allarme nel mondo della nautica da diporto. Le associazioni internazionali scrivono a Trump e Ue

di Sergio Troise
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ROMA - Scongiurare la guerra dei dazi provocata da Trump e salvaguardare le aziende della filiera nautica che operano sull’asse Usa-Europa. E’ l’imperativo che si sono dati gli organismi internazionali del settore, ovvero l’EBI (European Boating Industry) presieduto dall’italiano Piero Formenti, e la NMMA (National Maritime Manufactures Association) presieduta dall’americano Thomas J. Dammrich, con il supporto dell’International Council of Marine Industry Associations (ICOMIA) guidata dal giapponese Jouko Huju.

La minaccia dell’UE di imporre dazi ritorsivi a propria tutela ha fatto scattare il timore che la situazione possa degenerare, con gravi danni sia all’economia europea, sia a quella degli Stati Uniti. E’ forte, infatti, il rischio che si vada incontro a ritorsioni, con dazi e contro-dazi nelle due direzioni, a tutto svantaggio degli scambi commerciali (import/export) riguardanti barche, motori e accessori.

L’allarme è scattato anche in Italia, e infatti il 16 marzo Ucina/ Confindustria nautica ha diffuso un comunicato per dichiararsi “al fianco delle associazioni di categoria internazionali per scongiurare la guerra dei dazi tra USA e UE”.

In un documento congiunto sottoscritto dai presidenti delle tre associazioni e inviato alla Casa Bianca e a Bruxelles, si legge che “non c’è vincitore in una guerra commerciale” e si auspica che ci si adoperi per una soluzione costruttiva. “Siamo preoccupati – scrivono i vertici della nautica mondiale – per esserci trovati nel mezzo di una guerra politica, con conseguenze estremamente serie per il settore su entrambi i lati dell’Atlantico. Il recente annuncio del presidente Trump di imporre dazi di importazione a livello mondiale su alluminio (10%) e acciaio (25%) ha ricevuto numerose critiche, inclusa una proposta dell’Unione Europea di imporre dazi ritorsivi su una serie di beni prodotti negli Stati Uniti, fra cui le unità da diporto”.

Per spiegare il motivo delle forti preoccupazioni, nella lettera congiunta dei tre leader viene ricordato che “l’Unione Europea è il secondo partner commerciale per i produttori di imbarcazioni statunitensi” e che “nel 2016 sono state esportate dagli Usa verso il mercato europeo imbarcazioni per un valore di 217,4 milioni di dollari e motori per un valore di 148,3 milioni di dollari, rappresentando il 18,4% delle esportazioni totali di settore degli Stati Uniti”.

Ad allarmare gli operatori è anche il ricordo di ciò che accadde nel 2002, quando fu l’amministrazione Bush a imporre i dazi. E infatti nella dichiarazione congiunta si legge: “La storia sembra ripetersi. L’Unione Europea aveva notificato all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) che si sarebbe riservata i diritti di riequilibrare gli effetti negativi delle tutele sull’acciaio imposte dagli Stati Uniti su alcuni prodotti, pubblicandone poi un elenco, che includeva le unità da diporto a motore. Il risultato fu una perdita di 200.000 posti negli Stati Uniti nell’industria dell’acciaio e nelle filiere connesse”.

“In passato - concludono Formenti, Huju e Dammrich - abbiamo già sottoscritto l’idea che una crescita economica vantaggiosa per entrambe le parti si possa ottenere attraverso l’eliminazione dei dazi, procedure di certificazione semplificate e standard armonizzati a livello internazionale. Rinnoviamo la nostra convinzione che una collaborazione ragionevole e bilanciata tra gli USA e l’Unione Europea, che non minacci la crescita, il lavoro e l’innovazione, sia l’unica soluzione sostenibile per il futuro”.

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Lunedì 19 Marzo 2018 - Ultimo aggiornamento: 19:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2018-03-19 14:42:48
Non vedo perche' gli U.S. debbano importare imbarcazioni prodotte all'estero quando l'industria nautica U.S. e' di prima categoria. Se un cittadino U.S. vuole proprio rubare il pane ai lavoratori U.S. comprando imbarcazioni estere, che paghi pure il dazio e lo paghi anche salato. Tanto se puo' comprare un'imbarcazione estera di soldi ne ha, eccome!