Carla Demaria, presidente di Ucina

Demaria (Ucina): «Conferme da Miami, le nostre barche piacciono sempre di più agli americani»

di Sergio Troise
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MIAMI - Il Miami Boat Show 2018 ha confermato che la grande nautica italiana naviga senza intralci sulle rotte privilegiate del lusso, con una flotta di assoluta eccellenza che continua a recitare un ruolo da protagonista sul mercato americano e sulla scena mondiale. Lo dimostrano i dati diffusi da Ucina, la cui presidente Carla Demaria è rientrata dalla Florida con la consapevolezza che il trend non subisce pause e che il Made in Italy del mare può guardare al futuro con fiducia.

«Il Salone di Miami si è concluso confermando gli eccellenti risultati ottenuti dall’industria italiana nel panorama mondiale» ha dichiarato la presidente degli operatori italiani, necessariamente costretta a concentrare l’attenzione sulle aziende aderenti all’associazione da lei guidata. E dunque Austin Parker, Cantiere del Pardo, MTU, Overmarine Mangusta, San Lorenzo, Monte Carlo Yachts (di cui Demaria è Ceo), nonché i produttori di battelli pneumatici Nuova Jolly e Zar Formenti, e gli accessoristi di Yacht Controller LLC, tutti in prima linea nella prestigiosa vetrina americana. Nessun accenno, per ovvii motivi, ai big di Azimut-Benetti e Ferretti Group, che fanno “corsa a sé” essendo usciti da Ucina e confluiti in Nautica Italiana.

Ciò detto, i dati relativi al mercato nautico, elaborati dall’Ufficio Studi di Ucina, risultano nel complesso estremamente positivi. Le previsioni vedono una crescita del fatturato interno, importante incentivo per convincere le aziende a investire ancora in un settore che ci vede tra i primi esportatori a livello globale, in particolare negli Stati Uniti. Che rappresentano, infatti, il primo mercato di esportazione delle aziende italiane e il principale mercato mondiale per numero di diportisti, di imbarcazioni prodotte, e per giro di affari generato dal settore.

Nel 2016 le esportazioni italiane negli Usa di imbarcazioni da diporto e sportive hanno raggiunto i 401.600.000 euro, pari ad un aumento del 17,7% rispetto al 2015. Non sono stati ancora ufficializzati i dati 2017, ma il trend è confermato, e per questo Ucina ha sostenuto la partecipazione a Miami. Un salone atipico, diviso in due parti distinte, con le banchine di Collins Avenue che ospitano super yacht e mega yacht, e il Marine Stadium (a 45 minuti di distanza in auto) dedicato a imbarcazioni a motore di medie e piccole dimensioni, compresi gommoni, fuoribordo e accessori.

«Rispetto allo scorso anno l’affluenza è stata certamente maggiore, sempre molto significativa quella di provenienza dal Centro e Sud America, con il gradito ritorno dei clienti brasiliani, ma anche da tutti gli Stati Uniti, Canada compreso. L’impressione generale è che ci sia stata anche una maggiore propensione alla conclusione di contratti» ha dichiarato al rientro in Italia la Demaria.

Soddisfazione ha espresso anche Fabio Planamente, direttore commerciale di Cantiere del Pardo. “Abbiamo partecipato per la prima volta al Salone di Miami con il nostro brand del motore e con il Pardo 43. A nostro parere la divisione degli spazi espositivi in due zone diverse e piuttosto distanti tra loro disperde un po’ la clientela, ciò nonostante l’affluenza nei due weekend è stata buona. Soprattutto abbiamo notato che moltissima gente è arrivata dal Sud America. Il nostro dealer locale ha avviato molte trattative e ci riteniamo soddisfatti di questa nostra prima partecipazione a Miami”.

Piero Formenti, patron di Zar, azienda da lui stesso fondata e specializzata nella costruzione di unità pneumatiche, conferma le impressioni positive. «Il mercato locale è decisamente in ripresa ed è evidente la fiducia degli americani nella propria economia. Per noi sono andate bene le vendite di tender nonostante le difficoltà di collegamento con la Collins Avenue, dove si espongono le imbarcazioni più grandi».

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Mercoledì 28 Febbraio 2018 - Ultimo aggiornamento: 22:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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