I partecipanti al Satec 2021, convegno annuale di Confindustria Nautica svoltosi quest anno a Sanremo

Export, turismo, ricerca e sviluppo: dal SATEC 2021 le nuove rotte per la nautica da diporto italiana

di Sergio Troise
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SANREMO - La nautica ha superato senza difficoltà l’emergenza Covid e il settore è più vivo che mai, grazie alla leadership mondiale nel settore degli yacht superiori a 24 metri, ma anche alla crescita delle aziende che producono gommoni e natanti di misura inferiore. Il 96% degli operatori della cantieristica si aspetta un incremento del fatturato, in presenza di un mercato nazionale stazionario. E ancora: il turismo nautico ha un enorme potenziale di sviluppo e le imprese del settore possono ancora scalare posizioni all’estero grazie anche all’ICE, l’agenzia governativa che si è impegnata a sostenere con ingenti finanziamenti l’export e la partecipazione delle aziende del settore agli eventi fieristici più importanti del mondo, Salone di Genova compreso. E’ questo il quadro emerso al termine del Satec 2021, convegno annuale di Confindustria Nautica svoltosi quest’anno a Sanremo: in pratica un’assemblea pubblica intitolata “Nuove rotte per la nautica”.

Ospiti del presidente dell’associazione confindustriale Saverio Cecchi, hanno partecipato (alcuni in presenza, altri da remoto) il presidente di ICE Agenzia Carlo Maria Ferro, la presidente di Federturismo Marina Lalli; Barbara Amerio, numero 1 di Confindustria Imperia (nonché titolare di Amer Yacht); il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Da moderatore ha fatto l’esperto giornalista Roberto Neglia, che è anche responsabile dei rapporti istituzionali di Confindustria Nautica.

Importante essere qui oggi a trattare i temi che servono al Paese e alla nautica per guardare il futuro - ha detto il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi -. Lo facciamo – ha aggiunto - da diversi e qualificati punti di osservazione sul nostro settore che ha sempre mostrato grande capacità di reazione e si candida a trainare la ripartenza del nostro Paese. Nell’ultimo anno l’attività dell’Associazione si è moltiplicata, aggregando e sostenendo il settore con risultati importanti. Ora andiamo avanti, come sempre, su nuove rotte".

“L’export ha subìto meno ammaccature di altri settori” ha detto da parte sua il numero 1 dell’ICE Ferro, sottolineando i meriti dell’intero comparto e ricordando come l’Italia, in periodo di pandemia, nelle esportazioni è stata seconda soltanto alla Germania. Soffermandosi sulla possibile accelerazione post-Covid, Ferri ha osservato che l’export può dare un contributo veloce alla ripresa come avvenne dopo il 2007/2008 a seguito della crisi economica. “L’Italia – ha detto - sta ripartendo bene, ci sono buone prospettive di crescita, anche i consumi migliorano, mentre si fanno apprezzare le accelerazioni su sostenibilità e digitale”.

“Nuove sfide richiedono nuove iniziative e noi di ICE ci siamo” ha detto ancora il presidente dell’agenzia governativa, ricordando che “il PNRR prevede lo stanziamento di 220 miliardi di euro per le aziende che esportano, e noi vogliamo rafforzare la capacità competitiva del sistema Paese sostenendo chi esporta qualità e prodotti d’eccellenza come quelli dell’industria nautica. Per questo continueremo a sostenere eventi fieristici internazionali come il Salone di Genova, che ha avuto il merito di sfidare la pandemia già nel 2020, prima che iniziasse la campagna vaccinale. Oggi siamo pronti a supportare 53 fiere in Italia e confermiamo l’impegno a sostenere anche le partecipazioni all’estero, sostenendo la presenza italiana a eventi come il Mets Trade di Amsterdam o il Boot di Dusseldorf”.

Al di là della promozione dei prodotti del Made in Italy attraverso la partecipazione alle fiere più importanti del mondo, nel convegno si è parlato molto anche di turismo nautico, ovvero di una delle voci più importanti della filiera, vista l’incidenza che può avere sull’economia costiera e su tutte le attività collegate al diporto. La presidente di Federturismo, Marina Lalli, ha tenuto ad osservare che “in Italia ci sono tanti turismi” e si è soffermata sulla specificità di quello nautico, spiegando che “non è certo paragonabile a quello alberghiero. Ciò detto ha ricordato Lalli - il movimento nel suo complesso merita massima attenzione da parte del governo, in quanto rappresenta il 14% del Pil, come ha notato di recente lo stesso presidente Draghi”.

Secondo la numero 1 di Federturismo va dunque “riqualificata la nostra offerta, i flussi vanno gestiti in modo diverso, vanno potenziati trasporti e infrastrutture”. Come fare? Lalli invita a riflettere su quanto avvenuto a Milano. “Se ben sfruttato - ha osservato – il turismo nautico può rappresentare una chance importante come lo è stato la moda per Milano, che non era una città turistica ma lo è diventata, fino a richiamare visitatori un tempo sconosciuti come russi, cinesi, giapponesi, tutti innamorati delle nostre eccellenze nel campo della moda. Questo può essere un esempio per la nautica, visto che siamo numero 1 al mondo”.

Secondo Barbara Amerio “vanno sottolineati anche i progressi fatti sul fronte della sostenibilità, con attività di ricerca e sviluppo sempre più intense e produzione di barche sempre più innovative, con motorizzazioni elettriche/ibride in attesa dell’idrogeno”. Ma non solo. La manager ligure ha tenuto a ricordare che la produzione sta spingendo, e non solo nel comparto del lusso e degli yacht oltre i 24 metri, dove siamo leader nel mondo da circa 20 anni, ma anche in quello degli accessori, dei gommoni e delle piccole e medie imprese, per non dire della ripresa del mercato dell’usato.

“Il Covid ha fatto riscoprire la nautica ad armatori e appassionati che l’avevano lasciata – ha aggiunto Amerio -. Sono tornati clienti che avevano venduto la barca per dedicarsi ad altri interessi, oggi riscoprono il piacere delle vacanze in famiglia e con gli amici in piena libertà. L’anno scorso hanno subìto la crisi il charter e il noleggio per mancanza di regole certe, ma quest’anno ci sono tutti i presupposti per un autentico rilancio: i viaggi Covid-free hanno già riaperto il Paese agli americani e a buona parte della clientela europea, al punto che molti operatori hanno problemi a formare equipaggi adeguati, per mancanza di personale specializzato”.

Il sindaco di Genova Marco Bucci ha concentrato il massimo dell’attenzione sulla città da lui amministrata e sul ruolo sempre maggiore che può avere il Salone che lì si svolge da 61 anni. “Noi genovesi - ha detto – abbiamo il sangue salato, amiamo il mare e le barche, io stesso sono un appassionato diportista e mi batto per fare di Genova la capitale della nautica italiana, europea e mondiale”. Un’aspirazione legata agli investimenti fatti sul waterfront di Levante, alle demolizioni di vecchi edifici, ai nuovi canali con 400 posti barca che daranno ulteriori spazi agli espositori del Salone.

“Avremo gli spazi per cantieri navali e aziende di accessori, metteremo in quest’area tutto il meglio che c’è sul mercato, si farà business tutto l’anno” ha tenuto a sottolineare il sindaco. “Ciò detto – ha aggiunto - è giusto ricordare che noi italiani viviamo in un Paese con oltre 7000 km di coste e perciò il diporto e il turismo nautico meritano maggiore attenzione in tutto il Paese, da parte di chi ci governa”.

In sintonia si è espresso anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il quale ha allargato ulteriormente il discorso al contesto nazionale. “La nautica – ha detto - è un settore effervescente, che merita attenzione per il ruolo che può avere sull’occupazione, sull’export, sullo sviluppo del turismo e sullo sfruttamento anche di altri valori peculiari del nostro Paese, come i beni artistici, la cultura, l’agro-alimentare. Ma per sostenere il settore si deve cambiare la mentalità, per troppi anni siamo stati condizionati da chi ha voluto individuare le imbarcazioni di lusso come giocattoli per ricchi da tartassare tramite il fisco”.

“Ricordo ancora con amarezza – ha aggiunto Toti – certe campagne del PCI, che faceva propaganda con slogan come “anche i ricchi piangono” puntualmente sistemati accanto a immagini di yacht e super yacht. Che non sono mostri, ma prodotti d’eccellenza del nostro made in Italy, realizzati da grandi imprenditori, da maestri del design e da migliaia di operai che trovano lavoro in un settore che sa resistere a tutte le crisi, rappresentando una filiera che abbraccia vari campi e contribuisce in misura significativa a spingere su il Pil. Semmai – ha detto ancora il presidente della Liguria - dovremmo costruire un nuovo sistema fiscale per sostenere queste imprese e incrementarne lo sviluppo. Dopo il Covid servono strumenti per spingere la ripresa, invece siamo ancora indietro su porti, infrastrutture, autostrade, turismo”.

Per recuperare terreno su questi fronti Toti ha dichiarato senza tanti giri di parole di essere “schierato al fianco di Bucci”. Ma a differenza del sindaco, che ovviamente ha una visione genovacentrica delle cose, ha puntualizzato che al di là del rilancio del Salone di Genova va perseguita la strada dello sviluppo nazionale. “Draghi dà all’Italia una chance gigantesca, e questo governo di unità nazionale, sperimentato con successo per 15 anni in Germania, dimostra che il buon senso non ha colore politico. Il Paese dunque ripartirà, puntando su utili sinergie e promuovendo non solo Genova, ma anche altre iniziative e altre città di grande richiamo come Venezia, dove si è appena svolto un salone nautico che potrebbe addirittura proporsi come alleato di Genova nella promozione dei nostri prodotti e delle bellezze dei nostri territori. Vedere alleate Genova e Venezia è una suggestione che mi affascina” ha concluso Toti, sottolineando che “in Italia ci sono mille località utilizzabili per la promozione dei nostri prodotti e del nostro territorio”.

Ancora più ampia la prospettiva delineata dall’intervento conclusivo di Barbara Amerio, la quale ha parlato di un piano mirato a creare il Distretto nautico del Mediterraneo. “I Caraibi – ha detto l’imprenditrice ligure – si vendono così, in blocco. Noi potremmo fare altrettanto, potendo contare su 46.000 chilometri di coste e su 24 Paesi affacciati sul mare. Il problema è che le normative fiscali, e non solo quelle, sono differenti anche all’interno dell’Unione europea, e dunque non è facile trovare l’intesa. Se riuscissimo ad armonizzare i sistemi sarebbe tutto più facile” ha concluso Amerio, ricordando che entro il 2025 verrà aperto un tavolo di discussione. Occorrono tempo e capacità di mediazione non comuni. Ma la rotta da seguire è questa.

Al termine dell’assemblea pubblica si è svolta quella privata riservata ai soci di Confindustria Nautica. L’Ufficio Studi dell’Associazione ha presentato i dati di tendenza del mercato relativi all’anno nautico in corso alla vigilia dell’estate, elaborati con una rilevazione campionaria sulle aziende del comparto. La produzione cantieristica conferma un trend molto positivo, con un portafoglio ordini che vede percentuali di crescita superiori al 20% per 4 aziende su 10. Complessivamente, come detto in apertura, il 96% degli intervistati si aspetta un incremento del fatturato, grazie anche alla continua spinta dell’export.

Per quanto riguarda il mercato nazionale, le reti di vendita consolidano i risultati del 2020 e prevedono un mercato fondamentalmente stabile per il 66% degli intervistati. Ancora numeri importanti con il segno positivo per il segmento della componentistica (accessori e motori). I dati di consuntivo del settore per l’anno 2020 saranno presentati il 16 settembre prossimo al 61° Salone Nautico di Genova nell’ambito della Boating Economic Forecast.

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Giovedì 1 Luglio 2021 - Ultimo aggiornamento: 02-07-2021 12:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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