Il Falcone Maltese

Fallimento Perini Navi: dopo Ferretti Group e Sanlorenzo fa retromarcia anche TISG. Resta in corsa Palumbo

di Sergio Troise
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MASSA CARRARA - Sul futuro di Perini Navi si addensano nubi sempre più minacciose: rischia di finire deserta l’asta per l’aggiudicazione dello storico marchio della grande nautica da diporto. E’ tuttora in alto mare, infatti, la possibilità di salvare e rilanciare il cantiere dichiarato fallito il 28 gennaio 2021. Il curatore fallimentare Franco Della Santa, com’è noto, aveva fissato a 62,5 milioni di euro la base d’asta per l’aggiudicazione dell’intero lotto, comprendente il marchio, il logo, i cantieri di Viareggio e di La Spezia, la filiazione americana e, ovviamente, i 75 rapporti di lavori con i dipendenti.

Ma dopo la retromarcia di Ferretti Group e Sanlorenzo, che pure avevano costituito una joint venture proprio con l’obiettivo di rilevare il cantiere, ha annunciato le proprie perplessità anche The Italian Sea Group, altro gigante italiano della nautica di lusso dichiaratosi dapprima interessato a partecipare all’asta, ma poi raffreddatosi di fronte alle cifre fissate dal curatore fallimentare.

Il numero uno di TISG, Giovanni Costantino (di recente entrato in Borsa con un azionista del calibro di Giorgio Armani) aveva dato mandato alla società Deloitte di svolgere una approfondita analisi sui documenti messi a disposizione dal curatore fallimentare per la vendita degli asset. Ma in una nota diramata dalla sede di Massa Carrara l’azienda ha comunicato ufficialmente l’intenzione di rinunciare a sua volta alla competizione fissata per il 30 luglio.

“Il nostro gruppo nautico – si legge nel comunicato - conferma il proprio interesse per Perini Navi solo a valori sostenibili, in un’ottica di creazione di valore per la società e i propri azionisti. La società – si legge ancora nel testo - prosegue nei propri progetti di sviluppo e valuterà eventuali ulteriori opzioni di crescita, così come dichiarato in fase di quotazione».

Oltre a TISG, Sanlorenzo e Ferretti, come è noto, anche Palumbo Superyachts aveva manifestato interesse per Perini Navi, con l’obiettivo di rafforzare la holding di matrice napoletana di cui fanno parte anche i marchi ISA Yachts, Columbus Yachts, Mondomarine, Extra Yachts e Palumbo SY Refit, con stabilimenti ad Ancona, Messina, Savona e Malta, e varie sedi operative in giro per il mondo. Dopo la manifestazione d’interesse a partecipare all’asta, Palumbo è l’unico tra i colossi della grande nautica che finora non ha comunicato l’intenzione di tirarsi indietro.

Ovemai dovesse proseguire nel piano di acquisizione, Palumbo (o chiunque altro voglia lanciarsi nell’avventura) dovrà versare un deposito cauzionale di 10 milioni di euro entro il 28 luglio ed entro il 29 dovrà far pervenire alla cancelleria del tribunale di Lucca l’offerta in busta chiusa. L’apertura è fissata per il 30 luglio nella sede legale del cantiere, in presenza di un notaio e del curatore fallimentare Franco Della Santa. Il quale non ha finora mostrato alcuna intenzione di modificare la base d’asta fissata a 62,5 milioni di euro, ritenendo evidentemente giuste le proprie valutazioni.

Vale la pena ricordare, in proposito, che oltre ai cantieri della Spezia e di Viareggio, valutati rispettivamente 21 e 23 milioni, e ai 13 milioni del valore attribuito al marchio (più una differenza per il logo) ai compratori verrebbero assegnati anche un immobile stimato 75.000 euro e uno yacht in costruzione del valore di 2,1 milioni di euro, per il quale era circolata una indiscrezione sull’identità dell’armatore che l’avrebbe ordinato: il miliardario Larry Ellison, cofondatore e presidente di Oracle Corporation, classificato da Bloomberg come la nona persona più ricca degli Stati Uniti e la decima più ricca del mondo. Un cliente niente male, per ripartire…

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Lunedì 19 Luglio 2021 - Ultimo aggiornamento: 18:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA