Il circolo nautico Posillipo di Napoli

In Campania via libera alle uscite in barca. Porti pronti, ma i Circoli nautici restano chiusi

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

NAPOLI - Da quando è scattata la Fase 2 molte attività lavorative, ludiche, sportive, sono rimaste condizionate da disposizioni restrittive che hanno generato scontento tra commercianti, atleti, operatori del turismo, ristoratori. Malumori e proteste hanno provocato un perdurante clima di sfiducia che ha coinvolto anche il mondo della nautica e in particolare del diporto: possibile – ci si chiedeva – che in alcune regioni sia possibile salire a bordo della propria barca non solo per lavoretti di manutenzione (come consentivano le prime ordinanze) ma anche per uscire in mare, magari per una battuta di pesca o per un bagno, mentre in altre regioni rimane assolutamente vietato? Possibile che ci si possa ritrovare in famiglia, in casa dei genitori, dei nonni, dei cugini, degli zii, e non sia invece consentito, neanche a una coppia, uscire in navigazione a bordo della propria barca?

Ebbene, in Campania – una delle regioni in primissima linea per attività diportistica e turismo nautico - la situazione è finalmente cambiata. In data 9 marzo la Regione ha emanato infatti una nota esplicativa che fa chiarezza e autorizza finalmente il diportismo nelle acque del mare locale. Sul sito dell’ente di governo regionale è stata diffusa una comunicazione in base alla quale è consentito ai diportisti, e quindi agli armatori, di uscire per mare in navigazione a bordo delle proprie imbarcazioni, che siano yacht, gozzi, gommoni, derive o semplici canoe. La nota stessa specifica che è consentita a bordo la presenza del nucleo familiare convivente e fa chiarezza anche sul dettaglio, non trascurabile, relativo alla possibilità di eseguire lavori a bordo, sia che la barca sia a terra, in cantiere, sia che si trovi già in acqua, ormeggiata in porto.

Nella nota esplicativa della Regione si legge: “È consentita l’attività nautica su imbarcazioni private nel rispetto delle misure precauzionali, del distanziamento e dell’obbligo di dispositivi di protezione in forma individuale, ovvero limitatamente allo stretto nucleo familiare convivente”. E ancora: “Le vigenti ordinanze regionali consentono l’esercizio di attività conservative e di manutenzione sulle barche da diporto, anche in mare”.

La svolta è stata salutata con soddisfazione dalla Afina (Associazione Filiera Italiana della Nautica), che sulla questione aveva svolto autonomamente pressioni, distinguendosi dalle attività “diplomatiche” di Confindustria Nautica, che aveva invece avviato un’azione mirata a ottenere il riconoscimento del diportismo come attività sportiva, in modo da aggirare divieti e limitazioni.

“Ancora una volta devo esprimere al governatore De Luca tutta la mia stima per aver attivato i protocolli che consentono ai diportisti, e quindi alla nautica tutta, di riprendere la vita normale – ha affermato il presidente di Afina, Gennaro Amato, in una dichiarazione diffusa alla stampa -. La sicurezza della Fase 2 del difficile momento storico sanitario – ha aggiunto - ben interpreta per naturale vocazione il rispetto della distanza tra individui per chi va in barca. Un diportista esce per mare con la famiglia e cerca sempre un luogo dove poter fare un bagno in tranquillità e, se possibile, in assenza di altri. Perciò è l’identificazione del rispetto delle regole della Fase 2”.

Tutto ciò lascerebbe pensare ad una vera e propria corsa al varo delle barche rimaste forzatamente a secco finora e all’avvio della stagione diportistica in quel magnifico territorio marino compreso tra i golfi di Napoli e di Salerno, ovvero tra località che rispondono ai nomi di Ischia, Procida, Ischia, Sorrento, Positano, Amalfi, tanto per citare le più note. E invece le cose non stanno così. O almeno, non per tutti. I soci dei circoli nautici, infatti, non possono usufruire dei porticcioli dove abitualmente tengono ormeggiate le proprie barche. Perché? Perché, causa Coronavirus, in Campania è tuttora in vigore la chiusura forzata dei circoli nautici: nessuno vi può accedere, né per svolgere attività ludiche o sportive, né tantomeno per utilizzare la propria imbarcazione.

“Siamo in forte ritardo anche per organizzare la stagione balneare a beneficio dei nostri soci” dice Filippo Smaldone, dirigente del Circolo nautico Posillipo, dove abitualmente vengono ormeggiate circa 100 barche. “La stagione del diporto – aggiunge il rappresentante del club – di solito scatta dopo Pasqua e in genere ai primi di maggio il porto è già quasi del tutto pieno. Per ora, invece, nonostante la nota esplicativa della Regione, i nostri soci proprietari di barche devono pazientare ancora”.

Il discorso riguarda ovviamente anche altri circoli nautici, come Canottieri Napoli, Circolo del Remo e della Vela Italia, Reale Yacht Club Canottieri Savoia, tanto per citare i più noti, più volte assurti anche agli onori delle cronache sportive per l’attività velica, del canottaggio e della motonautica. Con altri circoli minori ospitano abitualmente, nella stagione primavera/estate, poco più di 500 barche. Una capienza limitata, dunque, che costringe molti soci/diportisti a ormeggiare le proprie imbarcazioni altrove, in strutture private, oppure al Borgo Marinari, nel porto di Mergellina, o a Nisida, dove cinque società titolari di concessioni demaniali temporanee allestiscono ogni anno poco meno di 2000 posti-barca, parte su banchine fisse e mobili, parte alle boe (riservate prevalentemente ai gommoni).

Nella zona di Nisida non sono in vigore divieti di accesso e già dal 9 maggio è possibile ormeggiare e uscire in mare, ma l’attività è scattata con 60 giorni di ritardo rispetto alla consuetudine e i dipendenti sono stati costretti a due mesi di cassa integrazione. “Soprattutto – osservano i titolari di Onda Azzurra e Sena, le due società concessionarie più attive sul territorio - sappiamo che non avremo il pienone degli anni scorsi, in quanto molti dei nostri clienti, professionisti e commercianti soprattutto, sono finiti in serie difficoltà economiche a causa del lockdown e difficilmente potranno affrontare le spese legate all’uso della barca”.

  • condividi l'articolo
Domenica 10 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 13-05-2020 12:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti