Uno dei pochi superyacht a motore di Perini Navi

L’asta per l’aggiudicazione di Perini Navi. Sanlorenzo e Ferretti Group si tirano indietro: “Prezzo troppo alto”

di Sergio Troise
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La storia infinita del crac di Perini Navi si arricchisce di un nuovo, sconcertante capitolo che getta ombre cupe sulle residue possibilità di salvataggio dell’azienda affermatasi nel mondo per le straordinarie imbarcazioni a vela, ma anche per alcune escursioni nel mondo degli yacht a motore. Dopo il fallimento decretato dal Tribunale di Lucca a gennaio 2021, infatti, si erano fatti avanti, tra gli altri, due grandi nomi della nautica di lusso italiana come Ferretti Group e Sanlorenzo, dichiaratisi interessati a rilevare e rilanciare l’azienda fallita. Ma nelle ultime ore, di fronte alla base d’asta fissata dal curatore fallimentare in 62,5 milioni di euro, hanno fatto un passo indietro.

In un comunicato congiunto delle due società, datato Forlì e La Spezia, si legge che “pur estremamente interessati all’acquisizione di Perini Navi e alla realizzazione di un importante piano di rilancio, in considerazione della base d’asta fissata, Ferretti Group e Sanlorenzo si riservano la scelta, seppur sofferta, di non partecipare all’asta indetta dal curatore per il 30 luglio 2021”.

“L’operazione – si legge ancora nella nota diffusa dai due aspiranti acquirenti – richiede un piano industriale per il rilancio dell’azienda e del marchio e, soprattutto, deve garantire l’immediata continuità occupazionale per i lavoratori dei due cantieri. Tutto ciò richiede importanti investimenti che probabilmente non sono stati considerati nel fissare la base d’asta”.

Ferretti Group e Sanlorenzo – vale la pena ricordarlo - sono leader mondiali nella produzione di yacht di lusso ed espressione del miglior made in Italy. Hanno entrambi straordinarie capacità industriali e proprio per questo si erano detti disponibili ad investire risorse ingenti per realizzare un piano di rilancio di lungo periodo. La concretezza delle loro intenzioni è stata dimostrata, tra l’altro, dalla costituzione di una NewCo in joint venture paritetica (Restart) nata proprio allo scopo di rilevare Perini Navi.

“Ma ora – dicono i vertici delle due aziende - riteniamo non giustificato dal valore reale degli asset il costo dell’operazione. E pertanto, pur estremamente interessati alla acquisizione di Perini Navi e alla realizzazione di un importante piano di rilancio, ci riserviamo la scelta, seppur sofferta, di non partecipare all’asta”.

Il raffreddamento dei due colossi della cantieristica italiana getta nello sconforto i dipendenti di Perini, che sono in cassa integrazione ma vengono ora privati di una prospettiva per il futuro. Nulla si sa, invece, della posizione di altri pretendenti all’acquisizione dell’azienda fallita, tra i quali spiccano i nomi di Palumbo Superyacht (holding di origine napoletana che comprende i marchi ISA Yachts, Columbus, Mondomarine, Extra Yachts e Palumbo SY Refit) e The Italian Sea Group (azienda di Massa Carrara che controlla i marchi Tecnomar e Admiral), il cui titolare Giovanni Costantino aveva manifestato il proprio interesse dichiarando che “mantenere in Italia uno storico brand come Perini Navi rappresenta un interesse strategico per il nostro Paese”.

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Giovedì 15 Luglio 2021 - Ultimo aggiornamento: 16-07-2021 10:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA