Il percorso del raid di Davì

Mediterraneo infuriato, partito in ritardo il raid di Davì. Palermo-Los Angeles su Aretusa motorizzato Suzuki

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

PALERMO - Da Palermo a Los Angeles in gommone, percorrendo oltre 10.000 miglia nautiche in tre mesi. Sia pure in ritardo di quasi un mese (26 giorni) è partita il 15 dicembre l’avventura di Sergio Davì, il comandante palermitano specializzato in raid avventurosi in giro per il mondo. Le proibitive condizioni meteorologiche nel Mediterraneo hanno imposto il rinvio della partenza, ma non appena la situazione si è stabilizzata, l’Aretusa Explorer, il maxi-RIB Prince 38 CC Nuova Jolly motorizzato Suzuki, ha mollato gli ormeggi e ha fatto rotta verso Maiorca, primo approdo di un raid che prevede 23 tappe in Mediterraneo, oceano Atlantico e oceano Pacifico, con arrivo a Los Angeles verso la metà di marzo.

Denominata Ocean to Ocean Rib Adventure, l’impresa di Sergio Davì è supportata da Suzuki Marine, che già in passato ha affiancato il navigatore palermitano in precedenti avventure, come la traversata da Palermo a New York del 2019. Il battello di 11 metri su cui naviga Davì è motorizzato infatti con due fuoribordo DF350B. Derivati dai top-model della gamma Suzuki DF350A, da cui ereditano l’architettura V6, la cilindrata di 4,4 litri e, soprattutto, il rivoluzionario piede dotato di propulsione a doppia elica controrotante (Dual Prop), i due motori giapponesi assicurano valori di coppia particolarmente elevati, in grado di assicurare rendimenti ottimali anche in condizioni di navigazione particolarmente impegnative.

L’Aretusa Explorer, infatti, non è un gommone come gli altri, o meglio non naviga in condizioni “normali”: tutto lo spazio disponibile a bordo è occupato da scorte di benzina supplementari, necessarie per assicurare l’autonomia necessaria nei tratti più lunghi senza possibilità di scalo. Tutto ciò vuol dire aggravamento di peso, con relativi contraccolpi sulle capacità di spinta dei propulsori, soprattutto con mare agitato e onde alte. “Un problema risolto brillantemente – dicono in casa Suzuki – grazie alla tecnologia della doppia elica controrotante, alla cilindrata di 4,4 litri e a valori di coppia sconosciuti ad altri propulsori”.

Altro valore aggiunto dei fuoribordo DF350B è la capacità di adattarsi a benzine di ogni tipo. Il sistema di iniezione elettronica è infatti in grado di riconoscere il tipo di carburante utilizzato e, a seconda del suo numero di ottani, autoregola tutti i parametri della combustione per garantire totale efficienza con benzina da 91 RON (benzina normale), da 95 RON (benzina super) e da 98 RON (benzina super plus): una qualità decisiva, questa, per chi è costretto a fare rifornimento in Paesi diversi, dove sono in commercio carburanti con qualità mai uguali.

Oltre Suzuki, supportano l’impresa di Sergio Davì anche altre aziende, in testa Simrad, che ha messo a disposizione del navigatore siciliano il display NSSevo3S, collegato in rete per avere tutte le informazioni disponibili in qualsiasi momento. Fondamentali per la sicurezza sono inoltre il radar HALO24 e la tecnologia AIS, un sistema che identifica le imbarcazioni nelle vicinanze del gommone e, allo stesso tempo, consente la sua identificazione da parte di altri naviganti tramite il segnale VHF. L’autopilota Simrad AP48 interfacciato direttamente con il sistema di guida Optimus di SeaStar consente inoltre al comandante di avere le mani libere, come necessario durante la navigazione in solitario.

Davì, comunque, non sarà sempre solo ai comandi. Per alcuni tratti sarà affiancato da “partner coraggiosi”, che hanno deciso di partecipare al raid alternandosi a bordo. Tra questi Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia, Carlos Santaella Martinez (importatore Suzuki per la Spagna) e Ruben Rabadan Gallardo (Suzuki Messico). Con loro navigherà per un tratto al fianco di Davì anche Stefano Germani, manager di I-Tronik, l’azienda che ha fornito le provette per la campionatura dell’acqua.

Vale la pena ricordare, infatti, che l’impresa del navigatore palermitano prevede anche importanti collaborazioni scientifiche per la conduzione di ricerche sulla relazione tra impatto antropico e salute dell’ecosistema marino. In particolare, nel corso della sua avventura Davì effettuerà campionamenti di acque marine che saranno analizzate dai ricercatori dell’Izs Sicilia e dell’ATeN Center dell’Università degli Studi di Palermo per rilevare la presenza di microplastiche e metalli pesanti. Inoltre, lo stesso Davì documenterà, attraverso materiale video-fotografico, il comportamento e lo stato di benessere della fauna marina e terrestre avvistata per apposite ricerche condotte dall’Izs di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

  • condividi l'articolo
Sabato 18 Dicembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 11:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti