Harmo viene definito dagli ingegneri Yamaha come una piattaforma di nuova generazione composta da un unità di propulsione alimentata da un motore elettrico, un box di controllo remoto e un joystick

Yamaha, parte dall’Italia il piano per l’ambiente: fuoribordo full electric ma non solo. Anche formazione e fondi per il no profit

di Sergio Troise
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GENOVA - I motori fuoribordo hanno recitato un ruolo di primissimo piano al Salone di Genova. E non solo per le potenze sempre più elevate e la capacità di spingere imbarcazioni sempre più grandi, ma anche per l’apprezzabile impegno manifestato sul fronte dell’eco-compatibilità ambientale. Un tema, questo, affrontato a 360 gradi da Yamaha, che ha colto l’occasione del salone italiano per presentare in anteprima mondiale il suo primo propulsore elettrico.

Si chiama Harmo ed è un capolavoro d’ingegneria montato sulla poppa di una barca chiamata Respiro, a sua volta frutto di ricerca avanzata sui materiali e sulla compatibilità ambientale. Sotto i riflettori di Genova l’accoppiata ha suscitato autentico scalpore tra addetti ai lavori e pubblico. E non sono mancati gli interessati all’acquisto del pacchetto barca-motore, proposto al prezzo di 73.000 euro.

Harmo viene definito dagli ingegneri Yamaha come “una piattaforma di nuova generazione composta da un’unità di propulsione alimentata da un motore elettrico, un box di controllo remoto e un joystick”. E’ stato adottato un originale metodo di trasmissione: invece di utilizzare un’elica convenzionale con un mozzo centrale, le pale sono installate direttamente sul rotore esterno. “E’ una soluzione a più elevata efficienza che permette di generare una notevole spinta a basse velocità, riducendo al minimo le vibrazioni” dicono in casa Yamaha, consapevoli di aver compiuto un importante passo avanti verso la navigabilità a emissioni zero.

L’installazione è simile a quella dei fuoribordo tradizionali, ovvero tramite un bracket posizionato sullo specchio di poppa, e non manca la funzione di tilt per sollevarlo dall’acqua quando non viene utilizzato. Ciò detto, vale la pena sottolineare, comunque, che Harmo non assicura potenze elevate né grandi autonomie. Parliamo di un piccolo propulsore da 3,7 kW montato, in questa fase iniziale, sulla poppa di una barca di 7 metri (per la precisione 6,93) adatta alle brevi navigazioni lacustri o in lagune e canali, come quelli di Venezia e Amsterdam

Particolare interessante, questa piccola barca dalle linee eleganti è frutto della progettazione dello studio italiano Cossutti Yacht Design ed è stata costruita nel cantiere veneziano Venmar, azienda specializzata nella progettazione e produzione sia di taxi boat sia di imbarcazioni da diporto fino ai 12 metri. Nello storico cantiere veneziano si lavora ancora oggi a mano con tecniche tradizionali, i materiali utilizzati per Respiro sono però avanzatissimi: oltre al mogano, che regala una classe impareggiabile, la struttura è stata forgiata infatti utilizzando lega di lino e fibra di carbonio. “In tal modo – viene spiegato – si è ottenuto uno scafo monolitico incredibilmente rigido e leggero, il cui peso è di 210 kg, 706 con le batterie”.

Nelle prove in acqua la velocità massima rilevata è stata di 12,7 kmh. Ma non sono certo le prestazioni velocistiche l’obiettivo della casa giapponese. L’obiettivo è invece dare prova concreta della credibilità dell’Environmental Plan, il piano per l’ambiente di Yamaha proiettato al 2050, all’interno del quale c’è di certo la produzione di propulsori full electric, ma non solo.

I piani del colosso giapponese sono stati illustrati con chiarezza da Andrea Colombi, country manager per l’Europa della Casa dei tre diapason, nel corso di un convegno intitolato proprio “The mark of sustainability”: un talk show svoltosi durante il Salone di Genova, che ha affrontato il tema della sostenibilità partendo dal mare e arrivando ad affrontare la questione ad ampio raggio, coinvolgendo diverse personalità legate all’imprenditoria e impegnate attivamente, con le loro imprese, nella tutela del pianeta.

Plastica, combustione, riciclo, smaltimento, energia verde: tanti gli argomenti trattati. Nel corso dell’evento è stato presentato anche il viaggio di Simone Zignoli, rider che ha affrontato in solitaria la circumnavigazione della Sardegna in sella a una moto d’acqua WaveRunner, con grande attenzione alle tematiche ambientali.

“Non solo lavoriamo a una drastica riduzione delle emissioni, ma nei piani ci sono anche lo sviluppo del riciclaggio, attività di educazione e formazione e stanziamento di fondi a favore di enti e associazioni che s’impegnano a favore dell’ambiente” ha spiegato Andrea Colombi, ricordando che è stata organizzata anche una traversata in moto d’acqua dalla Sardegna a Genova con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sul tema della sostenibilità. “Soprattutto – ha sottolinea il manager di Yamaha Europa – miriamo a raccogliere fondi per One Ocean Foundation, l’associazione no profit che si occupa della salvaguardia degli oceani, un tema che dovrebbe riguardare noi tutti”.

Intanto, però, crescono a dismisura le potenze dei motori termici: Yamaha è arrivata a 425 cavalli, gli americani di Mercury addirittura a 600 con un 12 cilindri. Come si concilia tutto ciò con la transizione ecologica? “Il problema – dice Colombi - non è la ricerca delle potenze più elevate, che anche noi potremmo raggiungere, ma migliorare l’efficienza. E in questo ci conforta l’esperienza accumulata con moto e scooter, che oggi riescono a percorrere fino a 60 km/litro”.

Esperienze utili sono state già fatte anche sul fronte del riciclaggio, ma l’aspetto forse più interessante del piano per l’ambiente è quello mirato alla formazione. Al Salone di Genova, infatti, il manager dell’azienda dei tre diapason ha spiegato che è già stato raggiunto un accordo con i salesiani per preparare professori e studenti di istituti tecnici: “Selezioneremo i migliori e li inseriremo nel mondo del lavoro dopo uno stage nella nostra azienda a Gerno di Lesmo”.

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Sabato 25 Settembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 26-09-2021 10:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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