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Piccola nautica, con il Salone di Bologna nascono AFINA e Saloni Internazionali d’Italia. “Nautica Italiana” verso lo scioglimento

di Sergio Troise
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BOLOGNA - Nuove società costituite, nuove rappresentanze, nuove iniziative, nuovi eventi fieristici. Confermate le anticipazioni pubblicate su questo sito: nella nautica italiana è in atto un terremoto provocato dalle aziende della piccola e media impresa, quella che concentra le proprie attività su natanti, gommoni e imbarcazioni fino a 18 metri. Un settore molto vivace, che da tempo dava segni d’inquietudine, mostrandosi insoddisfatto per la mancanza di una esposizione di riferimento che andasse oltre gli spazi e la considerazione abitualmente dedicati da Genova e da altri eventi espositivi.

Su queste basi, com’è noto, è stato presentato, il 10 ottobre scorso, il primo Salone nautico di Bologna, in programma nell’area fieristica del capoluogo emiliano dal 17 al 25 ottobre 2020. Un evento indipendente da Ucina, definito dai promotori dell’iniziativa “indispensabile per soddisfare una esigenza primaria, quella di dare visibilità e sviluppo commerciale ad una segmento produttivo che rappresenta la vera spina dorsale della nautica in Italia”. L’incondizionata fiducia di Bologna Fiere e delle istituzioni locali ha dato dunque forza ai promotori dell’iniziativa, incoraggiandoli, nelle ultime ore, a venire definitivamente allo scoperto, con passi decisivi mirati non solo all’organizzazione di un salone indipendente.

In una comunicazione diffusa dall’Ufficio Stampa del nuovo Salone bolognese si legge infatti che è stata costituita una società denominata “Saloni Nautici Internazionali d’Italia” (denominazione appena diversa dalla società “I Saloni Nautici” controllata da Ucina, che organizza Genova). Della società fanno parte, con quote paritarie, PNI (Polo Nautico Italiano) e la neonata AFINA (Associazione Filiera Italiana della Nautica), ovvero nuove realtà rappresentative che hanno intrapreso iniziative del tutto indipendenti da Ucina.

Presidente è Gennaro Amato, imprenditore napoletano (è titolare di Nauticamato e del marchio Italiamarine, produttore di gommoni) che finora si era limitato ad organizzare (in collaborazione con l’ente Mostra d’Oltremare) il Nauticsud di Napoli e Navigare (piccola esposizione locale dedicata alle prove in mare).

“Il nostro programma – ha dichiarato Amato - parte da una necessità primaria, quella di dare visibilità e sviluppo commerciale ad un segmento produttivo che rappresenta la vera spina dorsale della nautica in Italia. Purtroppo, tolto il Nauticsud di Napoli, non abbiamo piattaforme espositive che ci offrono una vetrina adatta alle nostre esigenze. Per questo motivo nasce il Salone Nautico Internazionale di Bologna. Siamo certi che l’evento fieristico emiliano risponda alle esigenze e necessità degli oltre 400 cantieri italiani che realizzano imbarcazioni in un range compreso tra 4 e 18 metri, ma anche di molte altre aziende della filiera nautica tra le quali spiccano produttori e rivenditori di motori fuoribordo”.

Nella nota diffusa dall’Ufficio stampa viene precisato che del consiglio di amministrazione della società organizzatrice di Bologna fanno parte, con Amato, Barbara Berardi e Nunzio Dolce (per PNI) e Antonio Schiano, Domenico Senese, Stanislao Esposito, Corrado Rizzardi, Ugo Lanzetta e Cataldo Aprea (in quota AFINA). La maggioranza – vale la pena sottolinearlo – proviene dalla sciolta ANRC (Associazione Nautica Regionale Campana), che non aveva titolo per organizzare eventi fieristici e tutelare interessi commerciali.

La definitiva ufficializzazione delle nuove realtà societarie e dei piani strategici mirati a sostenere la piccola e media nautica lascia immaginare che non manchi disappunto all’interno di Ucina, considerando che tutti o quasi i promotori di questi progetti indipendenti sono associati alla storica rappresentanza confindustriale, tra l’altro impegnatissima a valorizzare, sin da ora, quella che nel 2020 sarà la 60ma edizione del Salone. Possibile che non ci siano stati tentativi d’intesa e che non si siano cercate convergenze su questi piani alternativi?

Lo abbiamo chiesto a Gennaro Amato, che di questa rivoluzione è il leader indiscusso. “Noi – ha spiegato - ci siamo dati da fare per valorizzare una parte del comparto nautica che riteniamo non sufficientemente rappresentato all’interno di Ucina. Abbiamo tentato in tutti i modi di dialogare, invitando anche il vice presidente Formenti a Bologna, in occasione della presentazione del salone del 2020. Non ha accettato l’invito e successivamente, alle nostre richieste d’incontro, ha più volte rinviato l’appuntamento, fino a proporre di vederci dopo Natale. Di fronte a tale atteggiamento abbiamo avanzato richiesta scritta per un incontro con il presidente Cecchi, ma neanche in questo caso abbiamo ricevuto risposta, almeno finora. Il nostro augurio è che vengano comprese le nostre motivazioni e che non veniamo considerati nemici. Ciò che facciamo è nell’interesse del settore, che è ampio e articolato, e non può essere concentrato sempre e soltanto su Genova, sulle barche più grandi e sulla vela”.

Una dichiarazione soft, molto diplomatica, com’è nello stile di questo self made man napoletano da sempre in prima linea quando c’è da difendere gli interessi della piccola nautica. Ciò detto, l’impressione è che tra gli associati che stanno portando avanti il progetto Bologna e tutto ciò che ne deriva si stia facendo strada il proposito di uscire da Ucina, ovvero di dimettersi. E non sarebbe un colpo di poco conto, visto che gli associati ad AFINA sono oggi 130, ma diventeranno 400 dopo Bologna. Pare infatti che tutti coloro che esporranno negli stand del capoluogo emiliano saranno automaticamente inglobati nella nuova associazione.

Il timore è che si profili un secondo caso Nautica Italiana, in questo caso in conseguenza di una ribellione dal basso e non dall’alto. E tutto ciò ha davvero il sapore della beffa, visto che i produttori di grandi yacht, a suo tempo usciti da Ucina, hanno deciso di deporre le armi e di sciogliere la propria struttura. Secondo indiscrezioni trapelate, e ben note a Genova, Nautica Italiana verrà dichiarata ufficialmente sciolta il 18 dicembre e tutti i soci saranno liberi di scegliere autonomamente se rientrare in Ucina o rimanere indipendenti.


 

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Venerdì 29 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 20:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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