La scorsa edizione di Seafuture

Propulsioni navali sempre più sofisticate ed ecologiche. Il “Seafuture Awards 2020” nel segno della Blue Economy

di Antonino Pane
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LA SPEZIA - Il gas naturale liquefatto, i pannelli solari, l’idrogeno, l’energia eolica: gli armatori vanno avanti ma solo questo non basta. Le nuove propulsioni navali sempre più sofisticate e mirate al rispetto per l’ambiente porteranno benefici straordinari ma per sfruttare appieno la risorsa mare si può fare ancora di più. La ricerca applicata alla blue economy, dunque, per individuare e sviluppare progetti innovativi. È questo il filo conduttore di Seafuture 2020, la rassegna internazionale dedicata all’economia del mare e alle innovazioni in ambito marittimo-navale civile e militare. 

Per preparare l’appuntamento, che si terrà a La Spezia dal 23 al 27 giugno, è stato avviata la nuova edizione del premio “Seafuture Awards 2020” rivolto a laureati, dottorandi e dottori di ricerca provenienti dal mondo accademico italiano, sia civile che militare, che hanno sviluppato tesi sperimentali, magistrali o di dottorato, legate allo sviluppo di processi e prodotti nell’ambito delle tecnologie del mare.

“Il mare è l’oro blu del nostro secolo e senza dubbio la Blue Economy può e deve diventare una delle leve trainanti dell’economia italiana – ha commentato Cristiana Pagni, Presidente di IBG, società organizzatrice di Seafuture 2020 –. Un comparto industriale - ha aggiunto - così articolato e peculiare come quello legato al mare ha però bisogno di competenze specifiche e all’avanguardia e di investimenti in ricerca e tecnologie avanzate che non possono che essere generate da un lavoro di sinergia tra industria, università, centri specializzati e mondo della ricerca, e che deve certamente avere come base conoscenze e saperi che devono essere sviluppati a partire dalla scuola. Per questo abbiamo voluto dedicare anche in questa edizione di Seafuture un’attenzione particolare al mondo della formazione e della ricerca con i premi Seafuture Awards. Siamo infatti convinti che l’industria del mare rappresenti un fiore all’occhiello del nostro Paese in termini di ricerca tecnologica, eccellenze e propensione all’innovazione e che per questo sia necessario, valorizzare tutti quei percorsi formativi che consentono di studiare e sperimentare il mare nelle sue diverse declinazioni: ambientali, produttive, tecnologiche e industriali, nella certezza che la Blue Economy possa sempre di più diventare un vantaggio competitivo per tutto il sistema paese”. 

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Martedì 16 Giugno 2020 - Ultimo aggiornamento: 20-06-2020 11:37 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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