Il varo di EVO V8, l'ammiraglia di Blu Emme Yachts

Varata la prima unità di EVO V8, ammiraglia di Blu Emme Yachts che segna il punto d’incontro tra vela e motore

di Sergio Troise
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NAPOLI - E’ stata varata nel porto di Torre Annunziata (Napoli) la prima unità dell’EVO V8, nuova ammiraglia di Evo Yachts, il marchio del cantiere Blu Emme dei fratelli Mercuri (nella foto in alto sulla prua della barca appena varata). Alla cerimonia del varo ha partecipato anche il fortunato primo acquirente della barca, un armatore francese conquistato dal contenuto innovativo di questa imbarcazione progettata dal designer napoletano Valerio Rivellini, coraggioso “rivoluzionario” al quale si deve riconoscere il merito di aver segnato una svolta nella nautica da diporto, con uno yacht di 24 metri in vtr che rappresenta un punto d’incontro tra vela e motore.

Il progetto della nuova ammiraglia di EVO Yacht è partito infatti dal desiderio di trovare il punto d’incontro tra le suggestioni provenienti dai due mondi, proponendosi di cogliere il meglio di entrambi i settori, in modo da cambiare il modo di percepire l’esperienza della navigazione. Salendo a bordo, la prima sorpresa arriva dunque dalle postazioni di comando, che sono ben quattro: a quella sul ponte principale, a prua del salone, e alla seconda sulla parte superiore, attrezzata con una console di guida a scomparsa, si aggiungono infatti due timoni a ruota su lato destro e sinistro della barca. Con un chiaro riferimento al mondo della vela, questi due timoni sono un invito a godersi una crociera a stretto contatto con il mare, ma è facile immaginare che si riveleranno molto pratici in manovra, rendendo possibile governare la barca da un lato o dall’altro. Tra le due postazioni lo spazio è completamente libero, ma le sedute laterali e i divanetti che le circondano invitano a momenti di condivisione tra chi è al comando e i suoi ospiti, possibilità che difficilmente viene concessa a bordo degli yacht a motore.

Altro aspetto particolarmente innovativo del layout è la beach area di 40 metri quadri che può essere collegata direttamente con la cabina dell’armatore. E’ infatti costituita da un ambiente aperto verso il mare, a 70 cm dalla linea di galleggiamento, così voluto per godere appieno del contatto con la natura e di una vista panoramica ininterrotta a 180 gradi. Ciò grazie anche alle murate laterali apribili (un classico delle imbarcazioni EVO) che eliminano ogni impedimento visivo e regalano la sensazione di divenire tutt’uno con l’ambiente circostante.

Tre gradini verso prua collegano la beach area con una zona lounge ribassata che precede la cabina armatoriale e, grazie a grandi porte-finestra scorrevoli, svolge una duplice funzione: patio all’aperto per l’uso diurno, quando, separata dagli spazi interni, offre riparo dal vento e dal sole, e salotto privato per l’armatore durante la notte, quando la porta sull’esterno è chiusa e si trasforma in una esclusiva suite open space lunga 12 metri. Inutile dire che il layout è totalmente customizzabile. Altro “valore aggiunto” sta nella collocazione del tender e della gru per movimentarlo: sono entrambi a scomparsa, in modo da assicurare sempre lo spazio libero sulla poppa.

La prima unità appena varata prevede tre cabine per sette persone e una cabina per due membri d’equipaggio. Il ponte inferiore accoglie la cabina armatoriale, due cabine ospiti, la cambusa e la cabina per l’equipaggio; sul ponte principale il grande salone con area dining è circondato da ampie vetrate che si abbassano quasi completamente per enfatizzare il contatto con l’esterno e per limitare l’uso dell’aria condizionata. Grazie alle due diverse scale che dal ponte principale portano direttamente al ponte inferiore è possibile gestire due flussi separati per equipaggio e ospiti.

Quanto alla carena, nasce planante, ma la barca non è predisposta per sostenere velocità eccessive. “Il mio obiettivo di fondo – ha spiegato Rivellini – è stato evitare che salendo a bordo un ospite domandi “quando arriviamo?” Navigare a motore deve essere un piacere, così come lo è per le barche a vela. E dunque abbiamo lavorato alla ricerca del compromesso ideale tra velocità e comfort. L’obiettivo era stare bene a bordo, non solo da fermi, in rada o in porto, ma anche in navigazione”. In questa ottica, è stata dedicata particolare attenzione all’ottimizzazione del comfort, dotando l’imbarcazione di pinne stabilizzatrici e facendo in modo da attutire al massimo rumorosità e vibrazioni.

La motorizzazione è affidata a due Volvo Penta IPS 1350 da 1000 cv ciascuno. Secondo i calcoli del cantiere la barca dovrebbe planare attorno ai 14/15 nodi, attestarsi su velocità di crociera di 19/20 nodi e, in caso di necessità, raggiungere una velocità massima di 24 nodi.

In occasione del varo della prima unità i fratelli Mercurio hanno espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto dalle maestranze, sottolineando che “è stato celebrato il frutto di mesi di attenta progettazione e realizzazione che ha visto coinvolti i tecnici e gli operai, i quali hanno avuto modo di dimostrare una volta di più la capacità costruttiva, l’attenzione ai dettagli e la spinta all’innovazione che caratterizzano da sempre la storia di Blu Emme Yachts”.

Il direttore della produzione, Paolo D’Orazio, da parte sua ha tenuto a ricordare che la realizzazione di Evo V8 ha rappresentato un momento di svolta per il cantiere. “Sono stati mesi di lavoro intenso – ha detto - nei quali il team del cantiere si è dedicato a questo ambizioso progetto con dedizione, passione e impegno. La realizzazione di Evo V8 è il risultato di un importante momento di crescita per il cantiere, di cui siamo davvero orgogliosi. Al tempo stesso per noi questo varo è anche il punto di partenza verso nuovi progetti, sempre più ambiziosi e innovativi”.

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Mercoledì 26 Maggio 2021 - Ultimo aggiornamento: 27-05-2021 17:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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