Benetti si è imposto nella categoria riservata agli yacht dislocanti tra 1.000 e 1.499 GT con il Metis

World Superyachts Award 2020: Made in Italy protagonista. Benetti, Custom Line, Mangusta e Tankoa tra i big premiati

di Sergio Troise
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ROMA - Se c’è un settore in cui noi italiani non abbiamo nulla da imparare è quello della nautica. Siamo anzi maestri e, per fortuna, queste nostre capacità ci vengono riconosciute dal mercato e non solo: siamo ai vertici mondiali, infatti, anche in quella “classifica virtuale” stilata in base allo World Superyachts Award, prestigioso riconoscimento assegnato una volta l’anno da un colosso del settore qual è il gruppo editoriale Boat International. Non un premio come gli altri, in quanto la giuria è composta da armatori, comandanti di grande esperienza e i più famosi designer internazionali.

L’edizione 2020 dell’ambitissimo premio si è svolta – causa pandemia – con una cerimonia virtuale presentata da Natasha Kaplinsky, celebre anchor-woman inglese, volto noto di BBC, Sky News e non solo. Molto gratificante il successo ottenuto dagli italiani, grazie soprattutto a Benetti, Custom Line, Mangusta, Tankoa, impostisi nelle rispettive categorie, ma non solo: molti designers, ingegneri e architetti di nazionalità italiana hanno recitato infatti ruoli significativi nel successo di aziende straniere. Ma andiamo con ordine.

Benetti si è imposto nella categoria riservata agli yacht dislocanti tra 1.000 e 1.499 GT (Gross Tonnage, Stazza Lorda) con il “Metis” (foto in alto), mega yacht custom di 63 metri frutto di un lavoro d’equipe che ha messo insieme le migliori competenze italiane e inglesi. I giudici di Boat International sono stati colpiti, infatti, sia dagli esterni innovativi firmati da Giorgio M. Cassetta, sia dall’architettura degli interni sviluppata dallo studio britannico Bannenberg & Rowell. Lo scafo in acciaio e la sovrastruttura in alluminio si sviluppano su 6 ponti per un baglio massimo di 11 metri; quanto agli interni rappresentano la quintessenza del lusso e dell’eleganza, distribuiti in spazi degni quasi di una nave da crociera: basti dire, in proposito, che l’appartamento armatoriale misura oltre 160 metri quadri e sfrutta un’esclusiva terrazza esterna.

Giovanna Vitelli, vice-presidente di Azimut-Benetti, ha commentato: “Condivido il premio con tutti coloro che hanno preso parte alla realizzazione di questo importante progetto. Metis esprime al meglio la capacità progettuale e costruttiva di Benetti ed è un emblema del miglior Made in Italy industriale e manifatturiero. Oltre a questo riconoscimento, la prova di quanto il risultato finale sia vicino all’eccellenza è la vendita di altri quattro yacht basati sul progetto di Metis, che andranno ad armatori provenienti da quattro diversi continenti”.

Il Mangusta Gransport 45 ha trionfato invece nella categoria degli yacht semidislocanti sotto i 500 GT. Lungo 45,3 metri, ha convinto i giudici per la capacità di offrire eccellente comfort in navigazione ed un’autonomia di 4200 miglia, ma non solo: è stata apprezzata anche la capacità di sfruttare al meglio ogni metro quadrato delle aree esterne e il beach club di poppa, che offre tre aperture sul mare. Progettato dagli studi tecnici di Overmarine Group in collaborazione con l’ingegnere navale Pierluigi Ausonio e lo yacht designer Alberto Mancini, il Mangusta è uno dei tre modelli che, con il 33 e il 54 metri, costituiscono la serie Mangusta Gransport.

Nella categoria riservata agli yacht a motore semidislocanti o plananti sotto i 500 GT, da 30 e 34,9 metri, si è imposto il Custom Line “IV Dreams”, yacht di 32,8 metri costruito dal cantiere del Gruppo Ferretti sulla base di un progetto tutto italiano, frutto della collaborazione tra il Comitato strategico di prodotto, la Direzione Engineering della holding guidata da Alberto Galassi e gli architetti Francesco Paszkowski per gli esterni e Margherita Casprini per gli interni. Il “IV Dreams”, primo yacht di una nuova serie di Custom Line, ha colpito i giudici “per la capacità di offrire una miscela ben bilanciata di buon design, costruzione di qualità e strutture desiderabili”. Tra i pregi della barca costruita ad Ancona, vale la pena ricordare il beach club che funge anche da garage per tender (un sistema unico, brevettato dal cantiere) e l’originalità delle ampie finestrature a tutt’altezza nel ponte principale, che amplificano l’effetto di continuità e vicinanza al mare. Di rilievo, ai fini dell’assegnazione del premio, anche la capacità di assicurare autonomie fino a 1050 miglia navigando in dislocamento a 12 nodi, abbattendo i consumi, oppure di spingersi fino a una velocità di punta di 26 nodi.

Tra le imbarcazioni a motore di dislocamento sotto 499 GT, di 40 metri e oltre, è stato premiato “Bintador”, yacht di 49,9 metri costruito a Genova da Tankoa. Anche in questo caso un ruolo decisivo l’ha avuto lo studio di design di Francesco Paszkowski (occupatosi degli esterni) e Margherita Casprini (responsabile degli interni). Con loro, si è meritato il prestigioso riconoscimento Francesco Rogantin, responsabile della parte navale del progetto.

Nella lista dei cantieri italiani premiati spicca l’assenza di San Lorenzo, altro indiscusso big del made in Italy nautico, che appena due mesi fa, dopo l’assegnazione del “Compasso d’Oro” è stato gratificato anche con altri due premi molto importanti, in occasione degli World Yacht Trophy 2020: uno per l’innovativo yacht SL 96 Asymmetric, nella categoria “Best Layout”, e un altro per il nuovo superyacht 44 Alloy nella categoria “Best Exterior Design”.

Sono stati assegnati premi anche ad altre categorie di barche, di misure diverse, includendo la vela, il refitting, il ricostruito, le imbarcazioni di supporto. Si sono imposti, ovviamente, cantieri di varie nazionalità, ma – come detto in apertura – in molti casi c’è la mano di tecnici, progettisti, ingegneri e architetti italiani.

E’ il caso di “Canova”, yacht a vela di 43,3 metri premiato come “Barca a vela dell’anno”: costruita in Finlandia da Baltic Yachts su progetto di Farr Yacht Design, ha visto in prima linea, per gli esterni e gli interni, l’italianissimo studio milanese di Lucio Micheletti e il project manager Mattia Belleri. Una collaborazione di grande prestigio, in quanto “Canova” rappresenta – come sottolineato dai giudici del World Superyachts Award 2020 – il meglio della tecnologia green più avanzata, in grado di influenzare il futuro dei superyacht a vela. Vale la pena ricordare, infatti, che oltre a un sistema di stabilità dinamica incentrato sull’uso di foil per ottimizzare il rendimento nella navigazione a vela, a bordo di questa barca c’è anche un Azipod elettrico utile per far funzionare a emissioni zero i sistemi domestici e di navigazione.

Il premio per il miglior refit è andato a “Oasis”, barca di 59,4 metri costruita nel 2006 a Brema da Lürssen, ma sottoposta a un lavoro di aggiornamento che ha visto in prima linea l’azienda anconetana FM Archiettura d’Interni. Un ruolo non trascurabile l’ha avuto inoltre l’architetto genovese Claudio Cicconetti nella definizione dell’interior design del “Najiba”, yacht a motore di 58 metri premiato nella categoria riservata a imbarcazioni tra 599 e 999 GT.

Tra i premi che non hanno coinvolto tecnici italiani, ma che ci piace ricordare, spicca sicuramente quello assegnato a “Hodor”, originale catamarano “suplly yacht” costruito in Spagna da Astilleros Armon. Lungo 66,2 metri, è stato definito dai giudici “la più grande scatola galleggiante di giocattoli del mondo”. Come imbarcazione di supporto a mega yacht e giga yacht è delegato infatti a fare da base per un elicottero, oltre a trasportare motoscafi (monocarena e catamarano), gommoni, moto d’acqua, scivoli, attrezzature subacquee e quant’altro possa risultare utile a rendere piacevole la vita agli armatori e agli ospiti dello yacht madre. Rispetto al quale – è stato sottolineato dai giudici – può arrivare a destinazione sempre in anticipo, potendo viaggiare, con il suo carico di toys, alla velocità di 22,5 nodi.

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Martedì 24 Novembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 26-11-2020 11:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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