Bonus auto, il governo studia gli eco-incentivi 2021: ecco tutte le opzioni in campo

Bonus auto, governo studia eco-incentivi 2021: ecco tutte le opzioni in campo

di Sergio Troise
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Il Piano Nazionale Energie e Clima si prefigge di raggiungere i 6 milioni di veicoli elettrici nel 2030. Ma il processo di trasformazione in atto in Italia è ancora troppo lento, con grave danno per l’ambiente, per l’economia, e pure per la sicurezza, in quanto nel nostro Paese, e soprattutto nel Sud, a causa del ritardo nel rinnovo del parco auto circolano ancora troppi veicoli con più di 10 anni di età, inadeguati sia per le emissioni sia per l’affidabilità. Da più parti (Anfia, Unrae, aziende produttrici, reti di vendita, associazioni di categoria, consumatori) viene sollecitato il Governo a varare nuovi incentivi, sulla scorta di quanto fatto con gli ecobonus varati nel 2019 e nel 2020, ovvero con i contributi statali a sostegno dell’acquisto di veicoli a ridotte emissioni. Una misura – vale la pena sottolinearlo – che non va interpetrata soltanto come provvedimento a sostegno delle aziende duramente colpite dalla pandemia, ma anche come incentivo all’acquisto di veicoli di ultima generazione, e dunque più rispettosi dell’ambiente e più sicuri.

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Ecobonus auto, Governo prepara rinnovo incentivi statali

 

IL PIANO

In esaurimento i fondi per l’anno 2020, è allo studio ora il piano per il 2021, da inserire nella legge di bilancio. La discussione è aperta, il problema è all’ordine del giorno, ma al momento si fanno soltanto ipotesi su ciò che verrà deliberato nei Palazzi della politica. Dove, purtroppo, non sempre si opera tenendo ben presenti le reali esigenze della comunità e, soprattutto, degli esperti del settore, frettolosamente definiti “di parte”. E’ capitato in passato, con gli appelli rimasti inascoltati di Anfia e Unrae, i cui presidenti, Paolo Scudieri e Michele Crisci, concordano ora nel ritenere che «il 2021 sarà di sofferenza se la domanda non sarà stimolata adeguatamente» e che «l’automotive è un settore strategico dal quale non si può prescindere».

Appelli e raccomandazioni arrivano anche dai responsabili delle flotte, da autorevoli centri studi e forum di esperti, nonché da singoli esponenti di importanti gruppi automobilistici, come dimostra l’appello di Gaetano Thorel (amministratore delegato di PSA Italia) che di recente ha rammentato «la necessità di incentivare non solo le auto elettriche o ibride, ma tutte le soluzioni efficaci, anche quelle già note». Secondo l’esperto manager «servono piani di 3-5 anni per svecchiare il parco circolante, seguendo un piano governativo strategico». E ancora: viene rammentato che «l’Iva generata è più alta rispetto al costo degli incentivi, e il 2021 può risultare dunque molto positivo, purché vengano eliminate al più presto le auto più datate, non necessariamente con modelli nuovi, ma anche usati».

LE OPZIONI

E’ opinione diffusa, tra gli esperti del settore, che gli incentivi 2021 non debbano riguardare esclusivamente auto ibride o elettriche, ma debbano favorire anche il ricambio di auto benzina o diesel, purché rispondenti ai più recenti requisiti in materia di emissioni inquinanti. E non solo: i nuovi provvedimenti a sostegno dell’auto dovrebbero favorire – secondo gli operatori - la rottamazione di auto vecchie, inquinanti e insicure, agevolando non solo l’acquisto di costose ibride o elettriche, ma anche di veicoli appartenenti alle fasce più basse del mercato, quelle più accessibili per tutti, citycar comprese. Il concetto da più parti espresso è semplice: se davvero si vuole svecchiare un parco auto ancora “infestato” da veicoli Euro 1-2-3 non si può sperare di farlo puntando esclusivamente su elettriche o plug-in da 40.000/50.000 euro e più.

IL SOSTEGNO ALL'ACQUISTO

Tutto ciò premesso, il Governo sta mettendo a punto le misure per rilanciare l’economia italiana nel 2021. E, tra i provvedimenti allo studio, non mancano le misure di sostegno all’acquisto di nuove auto. Il confronto in sede parlamentare è ancora in una fase iniziale, ma sembra scontato che vengano destinati nuovi fondi per l’acquisto dei veicoli in due fasce di emissioni: fra 61 e 90 gr/km di CO2 e tra 91 e 110 gr/km. In questa fascia rientrano sia auto con motore tradizionale (benzina, diesel o bifuel con gas), in prevalenza di piccole dimensioni, sia le più avanzate ibride, con sistemi mild-hybrid o full-hybrid. Ovviamente il progetto incentivi 2021 riguarda anche, anzi soprattutto, le ibride plug-in (ricaricabili a una presa di corrente) e le full electric: vetture in genere più costose e ancora poco diffuse da noi, ma in rapida crescita. Al momento sono ancora disponibili, per questi veicoli hi-tech capaci di contenere le emissioni fra zero e 70 gr/km, i fondi dell’ecobonus approvato nel 2019: un vantaggio che consente di guadagnare bonus compresi tra un minimo di 1500 e un massimo di 6000 euro (dipende dal livello di emissioni nocive, oscillante tra 0-20 gr/km e 21-70 gr/km).

LA FRENATA

Intanto, però, la campagna mirata a rinnovare il parco auto e a rilanciare l’economia e le politiche green ha subito una doppia frenata, tra settembre e ottobre scorsi: al nono mese, infatti, sono andati esauriti i fondi destinati alle auto con emissioni di CO2 tra 90 e 110 g/km di CO, successivamente quelli per le auto da 61 a 90 g/km. Secondo le ultime stime, sono agli sgoccioli anche i 50 milioni di euro stanziati in agosto per incentivare l’acquisto di auto con emissioni di anidride carbonica fino a 60 gr/km e prezzo di listino fino a 50.000 euro (compresi gli accessori ma al netto dell’Iva, escluse Ipt e messa su strada). Sarebbero rimasti nelle casse dello Stato (in verità non proprio, visto che l’ecobonus viene anticipato dalle concessionarie, poi rimborsate con la formula del credito d’imposta) poco più di 4 milioni di euro.

Vale la pena ricordare, comunque, che dal primo gennaio 2021 tornerà il vecchio ecobonus: a prescindere da un eventuale rilancio dell’iniziativa in discussione in questi giorni alla Camera, con l’inizio del nuovo anno saranno disponibili gli ultimi 70 milioni di euro previsti dal “vecchio” ecobonus 2019-2021, a cui si aggiungono i 70 milioni di euro residui dei 100 introdotti con il rifinanziamento di questa iniziativa varata con il cosiddetto decreto agosto.

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Martedì 15 Dicembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 18-12-2020 13:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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