La nuova Volkswagen Tiguan

Restyling Tiguan, ora diventa anche ibrida plug-in. Volkswagen evolve il Suv più venduto

di Giampiero Bottino
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MILANO - Quando si è la prima della classe, soprattutto in una fetta di mercato sempre più affollata e competitiva, non ci si può permettere di dormire sugli allori. E che la Volkswagen Tiguan lo sia, lo dicono senza tema di smentite i numeri che la incoronano come il Suv più venduto a livello europeo, grazie agli oltre 6 milioni di unità immatricolate dal debutto commerciale, avvenuto poco dopo l'anteprima mondiale celebrata al Salone di Francoforte del 2007.

Una leadership che si riflette anche all'interno della marca Volkswagen, di cui la Tiguan è stata nel 2019 il modello più gettonato, in forza delle 911.000 unità (sui 6,3 milioni di vetture globalmente prodotte dal brand) uscite da quattro fabbriche di tre continenti che si suddividono l'onere e l'onore del suo assemblaggio al ritmo di un esemplare ogni 35 secondi. Si tratta di un livello produttivo che supera di otto volte quello registrato nel primo anno pieno di commercializzazione.

Sono risultati che testimoniano della qualità e dei contenuti di un'auto globale, ma che richiedono un impegno costante per essere mantenuti nel tempo. Impegno che in Volkswagen non è mai mancato, come dimostra l'evoluzione del Tiguan la cui seconda generazione – quella attuale – è stata protagonista nel 2015 di un cambiamento radicale che ne ha modificato ogni aspetto grazie all'impiego della rivoluzionaria piattaforma modulare trasversale Mqb, oggi la spina dorsale della produzione dell'intero gruppo di Wolfsburg come base per un ventaglio di modelli di ampiezza mai vista prima.

Un altro passaggio importante è costituito dalla versione con passo allungato di 110 mm (Lwb, acronimo di Long wheelbase per distinguerla dalla Nwb a passo normale) in configurazione a 5 o 7 posti lanciata nel 2017 con un occhio di riguardo al mercato cinese, ma commercializzata in tutto il mondo – su molti mercati, Italia compresa, con il nome di Tiguan Allspace – a cominciare dagli Usa, dove viene distribuita soltanto questa versione. 

Ora la «reginetta» del ricco catalogo a ruote alte della Volkswagen si presenta reduce da un restyling che ribadisce il suo «vizio» di stupire con un dovizioso carico di novità, tra cui primeggiano quelle riguardanti la configurazione della gamma stessa. Le motorizzazioni disponibili al lancio previsto in ottobre sono infatti destinate a non restare sole a lungo.

Ai turbo Tsi 1.5 a benzina da 130 e 150 cv (con tecnologia Act che riduce i consumi sia disattivando 2 cilindri quando il loro apporto non serve, sia con la funzione veleggiamento) e ai turbodiesel 2.0 da 122 e 150 cv si aggiungeranno successivamente al lancio l'inedita e muscolosa Tiguan R con il 2.0 Tsi da 320 cv e la versione eHybrid plug-in con sistema benzina-elettrico da 245 cv che introduce il Suv medio della Volkswagen nel mondo dell'elettrificazione, promettendo un'autonomia a batteria di 50 km, calcolati secondo il ciclo di omologazione Wltp, alla velocità massima di 130 km orari. 

Lo schema adottato per questa variante di propulsione garantisce che l'avviamento avvenga sempre affidandosi al solo motore elettrico che mette a disposizione accelerazioni immediate, brucianti, silenziose e prive di emissioni. Frank Welsh, membro del Consiglio di Amministrazione del marchio responsabile del settore Sviluppo, fa notare che questa soluzione «può permettere alla maggior parte dei nostri clienti di percorrere i propri tragitti giornalieri medi a emissioni locali zero, in condizioni di guida reale».

Qualora il guidatore selezioni invece la modalità Hybrid, il motore elettrico interviene a supporto di quello termico in fase di accelerazione, agendo da booster aggiuntivo per garantire spunti brucianti grazie al temporaneo surplus di potenza. Un comportamento dinamico particolare, infine, può essere ottenuto premendo il tasto Gte collocato di fianco alla leva del cambio Dsg a doppia frizione: in tal caso i due motori si «alleano» per fornire la massima potenza.

Potenza che certo non manca alla Tiguan R, alla quale la divisione che sviluppa le versioni ad alte prestazioni della casa di Wolfsburg ha dedicato cure particolari, sviluppando una nuova trazione integrale con «torque splitter» che non solo può suddividere la coppia tra i due assi, ma anche distribuirla nelle proporzioni più opportune tra le due ruote posteriori, convogliandola fino al 100% su quella all'esterno della curva per esaltare l'agilità sui tracciati più impegnativi e tortuosi. La distribuzione della coppia viene determinata in base a numerosi parametri, ma il guidatore ha la possibilità di influenzarla selezionando il profilo di guida tra le modalità Comfort, Sport, Race, Individual, Offroad, Snow e Offroad-Individual.

Tra motorizzazioni super sportive ed elettrificate, la voglia di stupire della Tiguan non trascura quelle più convenzionali. Emblemtica l'innovazione «Twin dosing» finalizzata a rendere più ecocompatibili i turbodiesel che proprio alla Volkswagen hanno causato problemi non da poco ma che sono molto apprezzati dagli acquirenti di questo modello. Questa tecnologia, grazie alla quale Volkswagen rivendica di avere messo su strada motori termici tra i più puliti al mondo, prevede l'impiego di due catalizzatori Scr (acronimo di Selective Catalyst Reduction) disposti in sequenza, dei quali almeno uno funziona sempre alla temperatura ottimale, rendendo più efficiente il post-trattamento dei gas di scarico e separando i dannosi e inquinanti ossidi di azoto in acqua e azoto, cioè due componenti assolutamente innocui.

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Mercoledì 16 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 17-09-2020 10:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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