La nuova Mini Countryman

Countryman dà la “scossa”, più brillante ed ecologica. La Mini a ruote alte si rinnova, si distingue sempre da tutte le altre crossover

di Sergio Troise
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ROMA - Suv e crossover compatti, attorno ai quattro metri, sono da tempo i dominatori della scena. Ma hanno un limite: si assomigliano tutti, maledettamente. In questo scenario appiattito spiccano dunque quei pochi modelli capaci di distinguersi, puntando molto su stile e personalità non assimilabili ad altri marchi e altri modelli. E’ il caso di MINI, il marchio inglese di proprietà BMW, che sin dal 1994, l’anno dell’acquisizione, ha ostinatamente puntato sulla salvaguardia di un’identità di marca che rappresenta un valore imprescindibile. S’è arrivati così alla nuova generazione della MINI Countryman, ultima erede di quella che fu, negli anni settanta del secolo scorso, la prima, unica, inimitabile, piccola auto dedicata all’”uomo di campagna” (countryman) derivata dalla mitica city car di Alec Issigonis, la progenitrice delle MINI moderne.

Seguendo diligentemente questo percorso virtuoso s’è arrivati dunque alla Countryman di ultima generazione: un’auto di classe premium, con quattro porte, cinque posti, portellone, ampio vano bagagli, capace di distinguersi dalla massa per indiscutibili doti di originalità, eleganza, versatilità (soprattutto nella versione ALL4 a trazione integrale) e in grado, come poche altre, di destreggiarsi al meglio nella guida in città, su strada e in fuoristrada.

Sottoposta ad un restyling importante, ma senza eccessi, l’auto si presenta ora nelle medesime dimensioni del modello appena uscito di produzione (4,30 metri di lunghezza, 1,82 di larghezza, 1,56 di altezza) ma con il frontale leggermente ritoccato (nuovo disegno per la griglia anteriore, ora impreziosita da una sottile cornice cromata), paraurti più massicci in tinta carrozzeria; prese d’aria modificate, gruppi ottici a Led, nuovi cerchi in lega, nuovi colori, interni rivisitati, dotazioni più ricche e una gamma che prevede ben 11 varianti tra allestimenti e motorizzazioni. Tra queste spicca sicuramente l’ibrida plug-in, che consente di percorrere fino a 61 km a emissioni zero, contribuendo in misura sensibile all’abbattimento delle emissioni nocive (vedi altro articolo nella pagina a destra), ma non mancano apprezzabili motorizzazioni diesel e benzina, tutte omologate Euro 6d.

Grazie anche a queste qualità in linea con il trend del mercato, in casa BMW contano di migliorare ulteriormente quanto ottenuto dal modello uscente, che finora ha rappresentato quasi il 30% delle immatricolazioni del marchio MINI nel mondo, il 46% in Italia.

Partendo da questa base forte, che cosa si è fatto, dunque, per dare “qualcosa in più” al modello di nuova generazione? Si è operato molto sui dettagli, e in questo ambito spicca la trovata dell’Union Jack che brilla tra i Led delle luci posteriori. E ancora: sono stati ridisegnati i cerchi in lega (da 16 a 19 pollici), i fendinebbia sono ora di serie, mentre è optional il nuovo display digitale con schermo a colori da 5 pollici in sostituzione della strumentazione analogica tradizionale posta dietro al volante.

Lo strumento centrale è come sempre circolare, tipico della tradizione MINI, ma di nuova concezione, con più funzioni e comandi a sfioramento: ha un aspetto raffinato, con il pannello di controllo audio e i pulsanti per le luci di emergenza e i sistemi di assistenza alla guida ora integrati in modo ancora più armonioso. Inoltre i pulsanti touch e le superfici in nero lucido sottolineano il carattere premium dell’insieme. E ancora: tra gli elementi di novità spicca anche una nuova gamma di finiture in pelle, compreso l’inedito volante sportivo, di serie su tutte le varianti. La regolazione elettrica dei sedili con funzione memoria è invece disponibile solo come optional, così come il display per la strumentazione digitale da 5 pollici.

Ovviamente non mancano dotazioni come l’aria condizionata (manuale sulle versioni meno sofisticate, automatica sul top di gamma) mentre i sistemi audio e di navigazione sono stati aggiornati: le opzioni connected media e connected navigation plus, disponibili in alternativa alla configurazione di base, includono ciascuna uno schermo a colori da 8,8 pollici con funzione touchscreen situata nello strumento centrale tondo. Anche il sistema audio standard offre lo streaming tramite una connessione Bluetooth e un sistema telefonico vivavoce con interfaccia USB, tuttavia la connettività per gli smartphone è prevista solo per Apple e non per Android.

Tra i sistemi di assistenza alla guida non mancano la frenata automatica d’emergenza, il cruise control adattativo, il mantenimento della corsia, il riconoscimento dei segnali stradali e il sistema di abbaglianti automatici, anche se non sono di serie su tutti i modelli. In compenso tra le dotazioni di serie ci sono il Teleservice (per l’assistenza tecnica) e l’Emergency Call, sistema che in caso d’incidente attiva automaticamente (o anche manualmente, se possibile) la chiamata d’emergenza a una centrale operativa che provvede a inviare tempestivamente i soccorsi. Inutile dire che la lista degli optional è, come tradizione del gruppo BMW, molto ampia, e comprende di tutto di più, compresi un portabiciclette posteriore e un portasci (ma non solo) sul tetto.

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Lunedì 15 Febbraio 2021 - Ultimo aggiornamento: 16-02-2021 08:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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