La Fiat 500 Elettrica eletta Novità dell’Anno 2021 da Quattroruote

Elettriche e ibride protagoniste del premio Novità dell’Anno 2021 di Quattroruote. Fiat 500 prima, sul podio anche Yaris e ID.3

di Sergio Troise
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MILANO - La Fiat Nuova 500 ha vinto il premio Novità dell’Anno 2021, importante e storico riconoscimento, giunto alla 21ma edizione, con cui i lettori di Quattroruote eleggono l’auto preferita tra quelle “nate” nei dodici mesi precedenti. La piccola full electric della Fiat (in corsa con altre 6 finaliste – vale la pena ricordarlo - anche per l’assegnazione del prestigioso titolo di Auto dell’Anno 2021) ha ottenuto il 17,2% delle preferenze, superando con un buon margine la Toyota Yaris (7,8%) e la Volkswage ID.3 (7,3%). Particolare interessante: sul podio sono salite due auto elettriche (500 e ID.3) e una ibrida (la Yaris) e, se non bastasse, oltre alla vincitrice e alla terza classificata, altre due elettriche figuravano nella lista delle auto votate, ossia la Mazda MX-30 e la Honda e, mentre un ulteriore modello, la Peugeot 2008, è disponibile anche a batterie, oltre che con motorizzazioni tradizionali.

“Tutto ciò dimostra un cambio di passo anche culturale” ha notato il direttore di Quattroruote Gianluca Pellegrini. “L’esito di questa votazione – ha sottolineato il patron del concorso – dimostra inequivocabilmente che il 2021 è l’anno della transizione, sta cambiando l’approccio all’auto e presto questo interesse per i veicoli elettrici e ibridi diventerà la normalità”.

Grande soddisfazione è stata espressa da Eligio Catarinella, che ricopre il ruolo di country manager Italia per il marchio Fiat. “La nuova 500 E ci sta stupendo. Ne sono state già vendute oltre 4000 a dimostrazione di un successo immediato, che si spiega non solo con gli incentivi governativi, ma anche con lo straordinario design. Un’auto bella avvicina alle nuove tecnologie e invoglia all’acquisto. Per questo siamo particolarmente orgogliosi di questa nuova generazione della 500 e ci auguriamo che la domanda di auto elettriche, cresciuta a doppia cifra, esca al più presto dai confini della nicchia e diventi una solida realtà”.

Sul fronte dell’ibrido – come è noto – le cose vanno già meglio. E tra le protagoniste assolute del comparto c’è la Toyota Yaris, l’auto finita sul secondo gradino del podio in base alla votazione dei lettori di Quattroruote. “Per noi – ha detto l’amministratore delegato di Toyota Motor Italia, Luigi Lucà - questo piazzamento di prestigio rappresenta un riconoscimento in sintonia con la storia e la reputazione di un modello giunto alla quarta generazione senza accusare cedimenti: è la seconda auto ibrida più venduta in Italia, la prima del suo segmento, e si aggiunge a più di un milione di Yaris vendute in Italia dal 1999. Un risultato eccezionale se si pensa che il totale di Yaris vendute in Europa è di 4 milioni di unità”.

Al terzo posto, nelle preferenze dei lettori di Quattroruote, si è classificata, come detto, l’altra full electric del lotto, ovvero la Volkswagem ID.3, la prima auto del colosso tedesco nata da un progetto specifico, mirato sin dal foglio bianco alle emissioni zero e costruita attorno all’inedita piattaforma modulare MEB, la prima concepita a Wolfsburg esclusivamente per auto elettriche.

“E’ la macchina con cui ha avuto inizio la vera, grande rivoluzione tecnologica della storia Volkswagen” ha detto il direttore marketing della filiazione italiana del colosso tedesco, Giovanni Tauro. “Per noi – ha aggiunto - la ID.3 rappresenta una proposta fondamentale e strategica, che rientra nel piano di investimenti da 30 miliardi di euro che dovrà portarci al traguardo del carbon neutral entro il 2050. Il riconoscimento dei lettori di Quattroruote – ha aggiunto il rappresentante di VW Italia – dimostra che i gusti dei clienti stanno cambiando, e noi siamo pronti a soddisfare le nuove esigenze del mercato con un’offensiva di prodotto che già entro aprile porterà la ID.4, primo Suv 100% elettrico in grado di stupire per design e tecnologia e per un’autonomia superiore a 500 km. In seguito – ha concluso Tauro – arriveranno poi anche ibride ed elettriche nei segmenti più piccoli”.

La premiazione del concorso dedicato alle Novità dell’Anno 2021 si è svolta nella sede dell’Automobile Club Milano ed è stata seguita in diretta streaming. L’evento, intitolato “Urban Mobility, il modello Milano tra realtà e ambizione”, ha offerto l’occasione per dibattere anche i problemi del capoluogo lombardo, con la partecipazione dell’assessore alla Mobilità e ai Lavori pubblici Marco Granelli, del consigliere comunale Andrea Mascaretti, della presidente di Legambiente Lombardia Barbara Maggetto e, in rappresentanza del mondo dell’auto, del presidente di UNRAE Michele Crisci e dell’amministratore delegato di Overdrive (un consorzio di concessionari) Gianluca Italia. A fare gli onori di casa il presidente di ACI Milano Geronimo La Russa, mentre il ruolo di moderatore è stato ricoperto dal vice direttore di Quattroruote Laura Confalonieri.

Sia pure concentrato sui problemi della città di Milano (fluidità del traffico, sicurezza, inquinamento, parcheggi, piste ciclabili, lavori per metropolitana e tram) il dibattito ha messo una volta di più a confronto opinioni diverse sulla mobilità, così come avviene in tutte le grandi città italiane. Si è convenuto, comunque, che dopo la pandemia uno dei comparti che subiranno le maggiori trasformazioni sarà quello della mobilità urbana, che vedrà l’affermazione di nuovi modelli sociali, professionali e tecnologici, differenti esigenze di spostamento, le cui implicazioni coinvolgeranno cittadini, imprese e amministrazione pubblica. Si è parlato di smart mobility, di infrastrutture, dell’utilizzo dei big data nella gestione dei flussi del traffico, della sostenibilità ambientale e del disegno strategico europeo di transizione verso la mobilità elettrica. Tutto ciò avendo come stella polare gli interessi del consumatore.

Com’era facile prevedere è comune a tutti l’interesse a sostenere la transizione e ad impegnarsi per rendere le città più vivibili, più sicure e meno inquinate. Ma tra gli addetti ai lavori provenienti da sponde diverse ci sono opinioni non sempre univoche su cosa fare e come fare. Si è dibattuto dunque su come allestire le piste ciclabili (meglio ai margini di grandi vie di collegamento o su strade secondarie?), su come rivedere il sistema di parcheggi (colpevole non realizzare quelli sotterranei) e sulla necessità di stringere i tempi per potenziare le metropolitane (si è parlato di Milano, ma il discorso vale anche per Roma e Napoli).

L’orientamento comune è trovare il modo di far convivere vari sistemi di trasporto, integrando pubblico e privato, evitando di sollevare steccati, come ha ricordato il presidente di UNRAE Michele Crisci, citando l’esempio di molte città del Nord Europa, dove – ha spiegato il numero uno delle Case straniere operanti in Italia – la mobilità è parte di un sistema integrato, privo di conflitti tra trasporto pubblico e privato. Convivono insieme e i cittadini sono liberi di scegliere”.

Crisci ha tenuto a ricordare anche i meriti dell’industria automobilistica nel suo insieme. “Sono stati fatti investimenti colossali, le automobili sono oggi più sicure e più pulite e la tendenza del mercato è ormai chiara, con la crescita costante di ibride ed elettriche, auto e veicoli commerciali capaci di entrare nei centri storici a emissioni zero. Abbiamo ottenuto anche che il Governo tenesse conto della capacità di abbattere le emissioni raggiunte dalle auto con motori termici di ultima generazione e infatti gli incentivi includono anche queste. Ora l’anello debole è rappresentato dallo scarso numero di colonnine per la ricarica, ma ci auguriamo che la situazione cambi in tempi brevi, sfruttando al meglio anche la grande opportunità del Recovery Fund”.

Ha concluso i lavori il padrone di casa Geronimo La Russa, ricordando che L’ACI è in prima linea sul fronte della mobilità da 110 anni, e auspica che a Milano come in altre città si trovi il modo di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze del trasporto pubblico e privato. “Bisogna parlarsi, chiarirsi, cercare equilibrio e trovare soluzioni, in modo che ci si possa muovere nel modo migliore e con velocità. Non la velocità che si persegue su una pista come Monza – ha sottolineato il dirigente ACI – ma intesa come fluidità del traffico. I fatti hanno dimostrato che con quattro corsie in autostrada c’è meno traffico e si va più veloci, ovvero si arriva prima alla meta, e in tutta sicurezza, pur rispettando il limite di 130 km/h; lo stesso concetto può essere applicato su certe strade cittadine, dove sarebbe meglio allargare la carreggiata per le auto piuttosto che creare piste ciclabili, dirottabili su strade secondarie”. Quella di La Russa è una delle tante tesi che dividono, con gli ambientalisti (gli stessi che stentano a riconoscere le capacità inquinanti degli impianti di riscaldamento superiori a quelle delle auto) pronti a ribellarsi. Ma discutere il tema fa bene.

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Venerdì 12 Febbraio 2021 - Ultimo aggiornamento: 15-02-2021 08:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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