Fca-Peugeot, sì alla fusione: nasce il quarto costruttore del mondo. «Presto il nuovo nome»

Fca-Peugeot, sì alla fusione: nasce il quarto costruttore del mondo. Gualtieri: «Monitoreremo impatto»

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Fiat-Chrysler e Peugeot, il matrimonio si fa. I gruppi Fca e Psa hanno raggiunto l'accordo per la fusione. La nuova società sarà il quarto costruttore automobilistico al mondo in termini di volumi e il terzo in base al fatturato, con vendite annuali di 8,7 milioni di veicoli e ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro. Il gruppo genererà sinergie annuali che a regime sono stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti in conseguenza dell'operazione e con un flusso di cassa netto positivo già nel primo anno.

Il nuovo gruppo avrà «una solida struttura di governance», con John Elkann alla presidenza e Carlos Tavares ceo. Il cda avrà 11 membri, con una maggioranza di consiglieri indipendenti. Sarà consigliere anche Tavares con mandato iniziale di 5 anni. Prima del closing, Fca distribuirà ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro mentre Psa distribuirà ai propri azionisti la quota del 46% detenuta nella società di componentistica Faurecia. La capogruppo della società avrà sede in Olanda sarà quotata su Euronext (Parigi), Borsa Italiana (Milano) e al New York Stock Exchange e beneficerà della sua forte presenza in Francia, Italia e negli Usa.

«Il Governo accoglie con favore questa alleanza e continuerà a monitorarne con attenzione l'impatto in termini di sviluppo, investimenti e occupazione. Esprimiamo apprezzamento anche per l'innovazione di governance che riguarda la rappresentanza dei lavoratori nel Consiglio di amministrazione». Così il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, commenta l'accordo tra Fca e Psa. «Questa operazione - dice - pone le basi per accelerare lo sviluppo e il passaggio verso modelli a basse emissioni e minor impatto ambientale, con importanti ricadute positive anche sul nostro Paese».

Il nuovo gruppo che nascerà dalla fusione tra Fca e Psa avrà «team, competenze, risorse e dimensioni in grado di cogliere con successo le opportunità offerte da questa nuova era della mobilità sostenibile». Insieme le due società avranno «una robusta base per promuovere e stimolare ulteriormente l'innovazione e determinare lo sviluppo di competenze all'avanguardia nel campo dei veicoli alimentati a energie alternative, della mobilità sostenibile, e della guida autonoma e connessa».

«La solida struttura patrimoniale congiunta - sottolinea la nota di Fca e Psa - offre significativa flessibilità finanziaria e ampi margini sia per implementare piani strategici che per investire in nuove tecnologie, per tutto il ciclo». Il nuovo gruppo avrà una presenza bilanciata e attività redditizie a livello globale, con un portafoglio di brand iconici e altamente complementari a copertura di tutti i principali segmenti dal luxury al premium, dai veicoli passeggeri mainstream fino ai suv, ai truck e ai veicoli commerciali leggeri. Questo grazie alla forza di Fca in Nord America e in America Latina e alla solidità di Psa in Europa. Il nuovo gruppo avrà una presenza geografica molto più bilanciata, con il 46% dei ricavi generati in Europa e il 43% in Nord America, sulla base dell'aggregazione dei dati 2018 delle due società. L'aggregazione fornirà anche al nuovo gruppo l'opportunità di ridefinire la strategia in altre regioni. 

LA CLASSIFICA DEI COSTRUTTORI
Il Gruppo che nasce dalla fusione tra Fca e Psa si colloca al quarto posto della classifica dei dieci maggiori produttori mondiali di auto. Questa classifica, che tiene conto delle immatricolazioni di auto e veicoli commerciali, vede al primo posto il Gruppo Volkswagen, seguito da Toyota al secondo posto e Renault-Nissan-Mitsubishi al terzo. Quarta la nuova Fca Psa, che si lascia alle spalle al quinto posto General Motors. Sesto il Gruppo Hyundai Kia, seguito al settimo posto da Ford e all'ottavo da Honda. Fca e Psa avranno 8,7 milioni di immatricolazioni, appena sopra alla General Motors che ha raggiunto gli 8,6 milioni, ma alle spalle di Renault-Nissan-Mitsubishi, con un distacco di 1,6 milioni di unità rispetto all'Alleanza franco-nipponica che comprende anche i brand Dacia, Lada, Infiniti, Datsun e Samsung e che ha chiuso lo scorso anno a quota 10,3 milioni.

La classifica vede ai primi due posti del podio i due tradizionali competitor nella top ten dell'industria automobilistica: il Gruppo Toyota, che è arrivato nel 2018 a 10,4 milioni di veicoli immatricolati, e il Gruppo Volkswagen che - sommando i brand Vw, Audi, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, Seat, Skoda e Vw Veicoli Commerciali - ha guadagnato lo scorso anno la medaglia d'oro con 10,8 milioni di unità vendute. Bisognerà attendere qualche mese per sapere con precisione la posizione del conglomerato Fca-Psa alla fine del 2019 e, poi, nel 2020. La decrescita del mercato cinese, le difficoltà che stanno interessando l'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi e altri elementi turbativi dei mercati mondiali, potrebbero trasformarsi in vantaggi per il nuovo Gruppo, soprattutto in funzione del conteggio dei veicoli commerciali.

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Mercoledì 18 Dicembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 19-12-2019 12:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2019-12-18 11:55:29
Si, ma a noi italiani cosa ci interessa ? Questi signori pensano solo agli affari loro, di certo non all'Italia, alla quale hanno succhiato il sangue costringendo i governi a puntare sulla gomma e non sulle ferrovie...