Un modello Ford durante un test nella Weather Factory di Colonia

Ford fa il bello e il cattivo tempo. Viaggio nella Weather Factory dell’Ovale Blu a Colonia

di Mattia Eccheli
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COLONIA - E Ford creò il clima. È quello del “mondo a parte” di Merkenich, un quartiere di seimila anime a nord di Colonia, dove si raggiungono i 5.200 metri di quota, dove si sfidano venti fino a 250 chilometri orari di velocità e si sfiorano i 100 gradi di sbalzi termici, da meno 40 a più 55. È un mondo nascosto in un anonimo edificio, che sembra uno dei tanti capannoni della grande zona industriale. Che, in realtà, sono il Centro di Ricerca e Sviluppo John Andrews (mezzo milione di metri quadrati di superficie) ed il centro di distribuzione di pezzi di ricambio (175 mila mq) dell’Ovale Blu.
 

 

Una vegetazione anche fitta circonda questo enorme insediamento, soprattutto per raggiungere l’accesso che conduce alla “Weather Factory”, la fabbrica del clima, «la più avanzata nel suo genere», assicura il costruttore. Quella è quasi immersa nel verde, circondata da un ampio e funzionale parcheggio. È grande come un campo da calcio, ma è solo all’interno che si rivela al visitatore per quello che è. Il “mondo a parte” di Merkenich sono le condizioni meteorologiche che una squadra di una quindicina di ingegneri di Ford riesce a ricostruire con l’ausilio delle più moderne tecnologie. E, soprattutto, grazie ad una massiccia iniezione di capitali: 70 di milioni di euro di investimento. Ai quali va sommata anche un’altra siringata di milioni (verosimilmente un sesto) per la vicina struttura con la quale vengono simulate possibili situazioni “a rischio” per gli occupanti di un veicolo. Vengono effettuate prove relative alla tenuta dei sedili mandati con una forza pari a 70/80 G, cioè come andare a sbattere contro un ostacolo fermo a 60 km/h.

I manager tedeschi dell’Ovale Blu – dal 1998 a Colonia ha sede anche il quartiere generale di Ford of Europe – sottolineano l’importanza dell’operazione. Nel “mondo a parte” di Merkenich vengono testate le vetture globali dei segmenti B e C ed i veicoli commerciali. Sotto un unico tetto, i giovani e giovanissimi ingegneri tedeschi che parlano un inglese impeccabile, riescono a riprodurre le condizioni più estreme. In pochi metri quadrati, Ford riesce a concentrare, anche simultaneamente, i luoghi più caldo, più freddo e più umido del Vecchio Continente e la punta più alta dell’Europa occidentale.


«Muoversi all’interno di questo edificio è come fare un viaggio da una parte all’altra del mondo e i nostri ingegneri lo faranno giorno e notte», assicura Joe Bakaj, vice presidente per lo sviluppo di prodotto di Ford of Europe. Alla Weather Factory si lavora su due turni, tra le 6 e le 22 per sei giorni la settimana.
La fabbrica del clima non è una novità per l’Ovale Blu in Europa perché la struttura entrata in funzione da poco (la posa della prima pietra risale al 2014) sostituisce quella degli anni ‘60. È un impianto funzionale il cui fiore all’occhiello sono i sette laboratori nei quali vengono simulate le situazioni più estreme cui un veicolo possa venire sottoposto. Spesso anche oltre. «Ma vogliamo andare sul sicuro», fanno sapere a Colonia che punta a sviluppare auto sempre “best in class”. I laboratori sono locali di alcune decine di metri quadrati con accessi blindati: da una parte del vetro ci sono gli ingegneri che possono regolare una decina di parametri. Dall’altra ci sono i prototipi che vengono sottoposti agli “stress test”.


E qualche volta anche i meccanici che sostituiscono pezzi. Per la visita dei giornalisti sui rulli ci sono modelli di serie e le camere sono state “decorate” per sembrare la situazione che simulano. I dodici gradi sotto lo zero con la Fiesta ricoperta di neve si sopportano facilmente con i giacconi messi a disposizione, i trenta della sala con la Mustang dove il caldo è secco sono perfino piacevoli. Ma i quasi 38 con un’umidità del 72% (ma Ford la può spingere fino al 95%) dove si trova il pick-up Ranger sono devastanti.

Con la Waether Factory l’Ovale Blu simula in sicurezza situazioni comparabili grazie alle quali verifica la tenuta di diversi sistemi: dall’apparato frenante al climatizzatore, dal raffreddamento del motore alle guarnizioni e via elencando. L’intera struttura consuma quanto un paese di 2.400 abitanti, cioè 11 megwatt di elettricità, peraltro tutta proveniente da fonti rinnovabili ed ecocompatibili, garantisce Ford riferendo delle certificazioni scandinave.
«Possiamo vedere come funzionano i tergicristalli alle temperature artiche, come cambiano le prestazioni del motore in condizioni estreme e persino quantificare quanta neve cadrà sulla testa del guidatore quando apre la portiera», sorride Michael Steup, «È il sogno di ogni ingegnere», aggiunge.
 

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Sabato 2 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 03-06-2018 22:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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