La nuova Volkswagen Golf

Golf VIII, l’evoluzione continua. La VW di maggior successo offre soluzioni moderne e rispettose dell’ambiente

di Mattia Eccheli
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WOLFSBURG - «Avevo disegnato una bambina: adesso è una bella signora di quarant’anni». Parola di Giorgetto Giugiaro, la matita italiana che aveva progettato la Golf I, il cui primo esemplare venne fabbricato nel marzo del 1974 a Wolfsburg, dove adesso è stata riportata la produzione dell’ottava generazione. Quello che non dicono né lui né i vertici del gruppo Volkswagen è ciò che afferma Stefan Bratzel, docente universitario e numero uno del Cam, il Center of Automotive Managemente di Bergisch Gladbach. E cioè che quello che comincerà in dicembre in Germania ed Austria e a partire dal primo trimestre del 2020 in Italia potrebbe essere anche l’«ultimo grande viaggio» del glorioso modello. Il costruttore aveva annunciato l’intenzione di non sviluppare più piattaforme per auto a combustione nella seconda metà del prossimo decennio e se la gamma Id, quella elettrica della quale l’anno prossimo debutterà la prima declinazione, conquisterà gli automobilisti, il futuro della Golf sembra segnato. Un po’ come quello della Beetle, il rinnovato Maggiolino uscito definitivamente di produzione nel corso dell’anno in Messico, l’ultimo sito dove veniva ancora fabbricato.
 

 

La prima Golf era arrivata nelle concessionarie nel maggio del 1974. Con questa auto Volkswagen trasferiva su un modello “popolare” e di larga diffusione il motore anteriore montato trasversalmente. La macchina progettata da Giugiaro venne mandata in pensione nel 1983 dopo quasi 7 milioni di esemplari venduti. La Golf II resistette fino al 1991 con 6,3 milioni di unità commercializzate. Sulla terza generazione (4,83 milioni) debuttarono sia il propulsore a sei cilindri sia il catalizzatore ossidante per i diesel. Il ciclo di vita della Golf IV fu relativamente breve, tra il 1997 ed il 2003, e venne archiviato con 4,99 milioni di modelli targati. Il contributo della quinta generazione (2003-2008) fu di 3,4 milioni ai quali si sommano i 2,85 della sesta, decretata Car of the Year nel 2009. Nel settembre del 2012 venne presentata la settima generazione, consegnata finora in altri 6 milioni di esemplari. Con la Golf VIII, Volkswagen prova a scrivere una nuova pagina di storia e sicuramente punta a superare quota 40 milioni di esemplari commercializzati: finora sono oltre 35 milioni, 2,5 dei quali nel Belpaese

La best seller non sarà più prodotta in versione elettrica, non sarà più nemmeno a tre porte e pur essendo altamente personalizzabile, perderà quasi un terzo delle potenziali varianti. Circa il prezzo non esistono ancora indicazioni, ma il listino tedesco dovrebbe aggirarsi attorno ai 20.000 euro.
Le proporzioni della nuova Golf sono cambiate di poco: è più lunga di 26 millimetri (4,284 metri) e, soprattutto, è più bassa di 35. Le scelte estetiche e tecniche hanno comportato un miglioramento del coefficiente aerodinamico, sceso a 0,275. La combinazione tra queste opzioni e le nuove motorizzazioni, cinque delle quali elettrificate, contribuisce al significativo miglioramento del bilancio ambientale del modello. Che continuerà a disporre di varianti “esagerate” per venire incontro ai fan del modello. La prossima “R” ad alte prestazioni, quella sviluppata dalla specifica divisione affidata a Jost Capito, il manager che ha fatto vincere alla Volkswagen quattro titoli iridati consecutivi di rally con la Polo, potrebbe superare i 400 cavalli di potenza. Ufficialmente, il costruttore parla per ora di motorizzazioni comprese fra i 90 ed i 300 cavalli. Con un’operazione senza precedenti per la Golf, Volkswagen ha deciso di offrire anche motori a tre cilindri: le unità Tsi da 1.0 litri da 90 e 110 cavalli che condividono con quella da 130 (1.5 litri) il ciclo di combustione Tsi Miller e la una sovralimentazione a con turbina a geometria variabile Vtg. La nuova Golf è anche la prima Volkswagen a disporre della tecnologia mild hybrid. Con la soluzione a 48 volt il costruttore assicura un importante passo in avanti in termini di efficienza.

Le nuove unità sono accreditate di una riduzione dei consumi fino al 10%. Le Golf eTsi monteranno sia il tre cilindri da 1.0 litri da 110 cavalli sia il quattro cilindri da 1.5 litri con potenze di 130 e 150 cavalli con disattivazione dei cilindri. Le inedite versioni eHybrid sono invece plug-in e abbinano un’unità elettrica al millequattro turbo benzina per un totale di 204 o, in declinazione Gte, 245 cavalli. La nuova batteria, la stessa impiegata sulla Passat, arriva a 13 kWh e garantisce una capacità del 50% superiore a quella della generazione precedente. Anche se il costruttore non ne ha rivelato i dettagli, è possibile ipotizzare un’autonomia a zero emissioni oltre i 50 km. Le Golf “alla spina” montano la trasmissione automatica a doppia frizione a 6 marce, a differenza di quelle mild hybrid equipaggiate invece con il Dsg a 7 rapporti.
 

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Venerdì 20 Dicembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 22-12-2019 17:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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