La Mini Cooper SE

Mini Cooper SE, la prima elettrica del marchio inglese pietra angolare nel piano d’innovazione di BMW Group

di Sergio Troise
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ROMA - L’arrivo della nuova MINI Cooper SE, la prima elettrica del marchio inglese di proprietà tedesca, rientra nel piano d’innovazione di BMW Group: un piano incentrato sulla crescita delle attività di ricerca e sviluppo e sulla progettazione di veicoli di nuova generazione, che approderà all’elettrificazione dell’intera gamma. Per tutto questo è stato deliberato un investimento di oltre 30 miliardi di euro fino al 2025, con il proposito di consolidare l’innovazione. Lo ha ricordato di recente Oliver Zipse, Ceo di BMW Group, sottolineando che “tutto ciò esprime la fiducia del Gruppo per il futuro sviluppo del business”.

Secondo il manager tedesco “le aziende in grado di sviluppare e combinare hardware e software in egual misura daranno forma al futuro dell’automobile e la capacità di integrare diverse tecnologie per formare un sistema completo è di vitale importanza. Noi di BMW Group lo sapevamo da tempo, e per questo siamo chiaramente nella corsia di sorpasso”. Chiaro il riferimento alle “giocate d’anticipo” fatte a suo tempo, con la primissima MINI E del 2012 (500 unità sperimentali distribuite prevalentemente in Florida e nate per studiare il comportamento dei clienti privati) dalla quale derivò la BMW i3, che a sua volta assicura ora buona parte del know-how sfruttato dalla neonata MINI Cooper SE. “Abbiamo adottato al momento giusto misure decisive nei settori strategici e ora siamo intenzionati a sfruttare il nostro vantaggio competitivo” ha detto ancora Zipse, illustrando la politica aziendale in materia di eco mobilità.

Il virtuoso percorso della holding bavarese è stato aggiornato nel 2017, quando fu varato il programma Performance Next mirato ad abbattere le emissioni di CO2, ma vale la pena ricordare che già dal 2012 circa 46.000 dipendenti avevano ricevuto una formazione nel campo della mobilità elettrica e che nel 2018, in considerazione della crescente importanza del know-how software, a Monaco era stata fondata la joint venture IT Critical Techwork, con il proposito di garantire le competenze e le capacità pertinenti. Anche l’accesso alle materie prime necessarie per produrre le batterie è stato strategicamente garantito: basti dire, in proposito, che in casa BMW ci si approvvigiona direttamente delle scorte di cobalto e litio necessarie ai fornitori coinvolti nella produzione degli accumulatori.

Prima della brusca frenata imposta dalla pandemia da Coronavirus, l’obiettivo finale dichiarato dal Gruppo era il raddoppio delle vendite nel segmento del lusso entro la fine del 2020. Ora le prospettive sono mutate, ma i piani di sviluppo della produzione in chiave di eco compatibilità vanno avanti: certo, sarà molto difficile rispettare la previsione di avere sulle strade più di un milione di veicoli ibridi plug-in o full electric entro la fine del 2021. Ma molto presto BMW Group offrirà 5 veicoli a emissioni zero: oltre alla MINI Cooper SE, sono in rampa di lancio la nuova BMW i3 (prodotta in Cina), seguita nel 2021 dalla BMW iNEXT (prodotta in Germania, a Dingolfing) e dalla BMW i4 (prodotta a Monaco). Se a tutto ciò aggiungiamo che la nuova Serie 7 includerà una versione elettrica, e che intanto va avanti il piano di ibridizzazione di tutta la gamma, si avrà chiaro il quadro del profondo cambiamento in atto: entro il 2023 il gruppo bavarese avrà 25 modelli elettrificati sulle strade, più della metà dei quali a emissioni zero. E secondo le previsioni dell’azienda “entro il 2025 si registrerà un aumento medio annuale delle vendite di veicoli elettrificati di oltre il 30%”.

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Domenica 25 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 26-10-2020 16:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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